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Il tesoro infinito: nuovi straordinari ritrovamenti a San Casciano dei Bagni

Dal fango caldo delle terme del Bagno Grande non cessano di emergere le offerte votive del fedeli di epoca etrusca e romana

Non smette di regalare nuove, stupefacenti meraviglie la campagna di scavi archeologici presso San Casciano dei Bagni piccolo borgo in provincia di Siena.

Lo scorso agosto vi avevamo raccontato il ritrovamento di un putto in bronzo e di tantissime monete di epoca diversa presso il Santuario romano del Bagno grande, un luogo ricchissimo, unico nel suo genere, che sicuramente costituiva un importante luogo di culto per la comunità romana e prima ancora etrusca.

Dal fango caldo delle terme continuano a emergere ritrovamenti che lasciano a bocca aperta: una montagna di offerte votive legate al potere curativo delle acque sacre, con simulacri di bambini in fasce e persino un seno in lamina di bronzo. E poi la meraviglia delle monete, a migliaia, in oro, oricalco, bronzo, ancora intatte, quasi fossero state appena lanciate in acqua.

L’archeologo Jacopo Tabolli funzionario archeologo della Soprintendenza a capo del team che lavora agli scavi insieme al collega Emanuele Mariotti ha raccontato all’ANSA le nuove scoperte.

L’emozione è palpabile: “Quello che stiamo scavando è un deposito votivo incredibile” – ha spiegato Jacopo Tabolli – una scoperta di quelle che si potevano fare nel Settecento o nell’Ottocento, soprattutto per lo stato di conservazione dei reperti. Preziosa per la montagna di dati che offre agli studiosi e in qualche modo davvero unica, anche per quelle 2500 monete in perfetto stato, quasi fosse riemerso intatto il caveau di quella banca a cielo aperto che doveva essere il santuario dell’antica San Casciano.” “Un sogno inseguito da almeno 15 anni”, ha aggiunto la sindaca Agnese Carletti.

La storia degli scavi

Il primo passo fu mosso nel 2007, quando il comune promosse lo scavo condotto dalla Soprintendenza che riportò alla luce i resti della necropoli di Balena, non lontano da dove si scava oggi, con tombe del II e I sec. a C. che già avevano attratto l’attenzione degli studiosi per le loro iscrizioni bilingue, in etrusco e latino, a testimonianza del processo di progressiva acculturazione di una romanità incombente.

Nel 2018 viene finanziata l’esplorazione geofisica dell’area del Bagno Grande, alle spalle delle terme cinquecentesche ancora oggi in funzione.

Nell’agosto 2020 la prima grande sorpresa, con il ritrovamento di un altare dedicato ad Apollo. Il resto è la cronaca degli ultimi mesi, con le nuove campagne che hanno riportato alla luce i particolari della monumentale vasca a forma allungata dove i fedeli venivano a bagnarsi nell’acqua rigenerante che qui sgorga a 38-42 gradi, ma anche ad affidare offerte ed ex voto agli dei.

Il “tesoro” di San Casciano dei Bagni

Tantissimi gli oggetti emersi negli ultimi anni in questo luogo “magico”: le raffinate decorazioni dell’immensa piscina con le orme scolpite di fedeli e animali, le orecchie dedicate alla divinità affinché ascoltasse le preghiere, il toro in bassorilievo che segna il punto in cui l’acqua veniva fatta defluire, i richiami al tema sacrificale e al mondo agropastorale oltre agli altari dedicati a Iside e Fortuna Primigenia.

Perchè sono così tanti i ritrovamenti? Le ipotesi sono affascinanti. L’idea è che questo fosse un santuario davvero importante, fulcro delle antiche Aquae Clusinae, le fonti di Chiusi, un luogo di frontiera meta di una frequentazione internazionale almeno fino al regno di Marco Aurelio, e dunque ai primi due secoli dell’Impero, rimasto poi in funzione fino al V secolo d.C., quando venne abbandonato, forse dopo un terremoto. 

Col passare dei secoli cambiano i nomi delle divinità e cambia anche la lingua come dimostrano le iscrizioni “tradotte” della vicina necropoli. Ma resta il culto, le persone erano convinte che quest’acqua calda offerta dalla terra potesse curare i malanni e aiutare, come sarà poi con i Medici e oltre fino al decadimento di fine Ottocento.

“La speranza è che scendendo riusciremo a ricostruire la storia ancora precedente”, ha detto Jacopo Tabolli all’ANSA.

L’amministrazione di San Casciano ce la sta mettendo tutta per finanziare l’avventura. Un investimento per l’identità, la memoria e il futuro di questo virtuoso borgo storico, che ora spera nel sostegno di chi potrebbe disporre di risorse maggiori.

Un racconto che a due millenni di distanza contribuisce a ricomporre la storia di un territorio e a riempirne i vuoti, gettando le basi, chissà forse anche per un nuovo turismo.

 

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