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Le Corrispondenze Immaginarie di Mariangela Capossela dal manicomio di Volterra

Un progetto d’arte pubblica per la città toscana della cultura 2022 con le lettere scritte dai pazienti dell’ospedale psichiatrico e mai recapitate

Corrispondenze immaginarie, il progetto di arte pubblica di Mariangela Capossela

Si chiama “Corrispondenze Immaginarie (Ci)” il progetto di Arte pubblica che Mariangela Capossela sta realizzando per Volterra prima città toscana della cultura 2022. Un lavoro che parte dalle migliaia di lettere scritte dai pazienti internati nell’ospedale psichiatrico di Volterra e mai spedite.

Un archivio imponente, rimasto per lunghi anni inedito e reso in parte di pubblico dominio solo in tempi recenti attraverso mostre, pubblicazioni, spettacoli. Ma quelle lettere, finite nelle cartelle cliniche degli internati, sono rimaste lì: senza risposta. Fedele ritratto di esistenze sospese tra realtà e pazzia, vite negate nel nome di una non ben precisata normalità.

Mariangela Capossela consegna le lettere alla direttrice delle Poste di Volterra

Da lì, da quelle richieste d’aiuto, da quei sogni rimasti a forza nel cassetto è partito il lavoro di Mariangela Capossela, artista che da lunghi anni vive in Francia, a Lione e autrice di progetti di natura performativa e relazionale. Tra i suoi progetti partecipati più coinvolgenti, “Trenodía, un corteo come forma d’arte” un’opera performativa che ha coinvolto tre regioni del Sud e centinaia di artisti e cittadini per “non morire con ciò che muore”.

La Corrispondenza Negata di Volterra

Ora l’artista si confronta con la pazzia, con gli internati di quello che fu l’ospedale psichiatrico più grande d’Italia e il loro carico di sofferenze. I documenti che sono all’origine del progetto provengono dal volume “Corrispondenza Negata. Epistolario della nave dei folli” (a cura di C. Pellicanò, R. Raimondi, G. Grimi, V. Lusetti e M. Gallevi, Ed. Del Cerro 2008).

L’opera presenta una selezione delle migliaia di lettere scritte da persone internate nel manicomio nel periodo tra il 1889 e il 1974. L’operazione mira a riannodare i fili tra passato e presente e a rendere giustizia alle persone che hanno trascorso la loro esistenza nel manicomio di Volterra.

Le Corrispondenze immaginarie di Capossela

L’idea di Corrispondenze immaginarie è di trascrivere a mano 365 lettere, idealmente una al giorno per un anno intero e di spedirle in giro per l’Italia a destinatari scelti dal caso o individuati su un principio di affinità, con la speranza di ricevere risposta” racconta Mariangela Capossela. Un modo il suo per “liberare” alcune delle migliaia di queste lettere.

L’obiettivo è di dare la risposta mai giunta a pensieri, fantasie, sogni e confidenze che i pazienti psichici affidarono alle lettere, archiviate dai medici come documenti clinici. “Il primo passo per dare il via al progetto è stato la consegna delle 22 lettere, nel giorno dell’apertura dell’anno volterrano, il 2 aprile scorso” prosegue l’artista.

La consegna delle lettere di “Corrispondenze immaginarie”

La consegna delle prime lettere c’è stata in occasione del concerto di Vinicio Capossela al teatro Persio Flacco. A riceverle sono stati tra l’altro il sindaco di Volterra Giacomo Santi, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. Una delle missive è finita nelle mani del padre di Mariangela: Vito che l’ha ispirata anche nel nome stesso del progetto. Un altro plico con le missive del progetto “Corrispondenze immaginarie“, pronte per la spedizione con tanto di francobollo a tema, è stato consegnato alla direttrice delle Poste di Volterra Roberta Santini.

Gli scrittoi pubblici a Volterra

Le 365 lettere, una al giorno, saranno trascritte a mano dall’artista e dai cittadini di Volterra nel corso di scrittoi pubblici: sessioni di scrittura collettiva in programma dal 9 all’11 giugno per essere poi spedite in tutta Italia. L’idea è di ristabilire un dialogo interrotto dalla censura dettata dalla legge sanitaria in vigore a Volterra fino al 1974. Ogni lettera sarà trascritta a mano, contrassegnata da un numero progressivo e affiancata da un testo esplicativo del progetto.

L’idea di restituire la dignità negata ai pazienti dell’ospedale psichiatrico si è fatta strada un po’ alla volta nella mente di Mariangela Capossela. “La richiesta da parte del direttore artistico di Volterra 22, Paolo Verri, era di lavorare attorno alla memoria dell’ex ospedale di Volterra. Durante il mio primo  sopralluogo tra i padiglioni, la sensazione di cesura tra il dentro e il fuori è stata molto forte – puntualizza l’artista – Nel  piccolo museo Lombroso, in mezzo ai tanti strumenti di “tortura a fin di bene”, le monete coniate dall’ex Manicomio, mi hanno suggerito uno spiraglio di libertà. Così ho cominciato a pensare a qualcosa legato alla circolazione tra il dentro e il fuori“.

“Corrispondenze immaginarie”, il progetto di Mariangela Capossela

La vita dentro e fuori dal manicomio

Dall’idea di un interscambio tra interno ed esterno, tra la vita dentro e fuori dal manicomio si è fatto strada il progetto di “Corrispondenze immaginarie“. “Nella visita al museo, ho trovato la pubblicazione dedicata alle lettere che non hanno avuto il diritto di uscire e sono rimaste prigioniere per anni di questo archivio clinico – spiega l’artista – Ho cominciato a leggerle e così è maturata l’idea di trascrivere le lettere e mandarle fuori, chiedendo una risposta a persone desiderose di tessere un dialogo interrotto. Credo che sia un modo attivo di lavorare sulla memoria, sulle forze vive. Ci si rivolge a qualcuno che con la scrittura si dichiara presente“.

Un progetto di arte pubblica per Volterra

L’altro aspetto del progetto a cui Mariangela Capossela tiene molto è il fatto che partendo da un intervento di arte pubblica, destinato quindi agli spazi pubblici, si ha modo al tempo stesso di entrare nello spazio privato delle persone: “La lettera per eccellenza è qualcosa di intimo sia quando la leggi che quando la scrivi, scrivere a mano è la traduzione del tuo pensiero attraverso il tuo corpo. Inoltre la lettera arriva al destinatario nel suo spazio domestico. Questo muoversi sul limite tra il pubblico e il privato credo potrà permettere un fluire particolare dei contenuti delle lettere“. Per una piena riuscita del progetto sarà in questo senso fondamentale “una risposta corale, collettiva e individuale al tempo stesso“.

Già in diverse edizioni di Sponzfest, Mariangela Capossela si era cimentata in progetti che mettevano in primo piano le parole anonime, ad esempio in “Parole in Polvere” nell’“Archivio epistolare sposi migranti”. Ora è la volta di un altro archivio, quello del manicomio di Volterra, e della volontà di mettere in circolo le lettere scritte dagli internati. L’occasione per dare voce “a vittime indifese di un inutile, quanto violento atto di censura”.

Corrispondenze immaginarie, il progetto di arte pubblica di Mariangela Capossela

La raccolta di missive, al di là dei singoli casi, rappresenta uno spaccato storico sulla cura della malattia di mente nel corso dei decenni. In alcune delle lettere, come sottolinea Mariangela Capossela, emergenza la specificità del pensiero schizofrenico, che, da un punto di vista letterario è spesso pura illuminazione poetica, ma nella maggior parte delle lettere il tema più forte è il desiderio di uscire, di riallacciare i contatti con le persone care, di ritrovare la vita “civile”.

Come progetto d’arte pubblica partecipata “Corrispondenze Immaginarie (Ci)” prevede di coinvolgere più soggetti. “Nella settimana tra il 6 e il 12 giugno, nelle aree esterne dell’ex ospedale psichiatrico San Girolamo, oggi in stato di abbandono, si terranno tre scrittoi pubblici – conclude CaposselaIl pubblico copierà alcune lettere su un grande rotolo che poi verrà tagliato in unità singole che saranno imbustate e spedite. Coinvolti anche gli studenti del Liceo Carducci di Volterra”.

Come partecipare al progetto

Tutti possono partecipare al progetto d’arte pubblica partecipata: basta inviare il proprio indirizzo postale (attraverso messaggio whatsapp o sms al numero 371.5307708) per ricevere una delle lettere, numerata e scritta a mano, a cui si è invitati a rispondere entro il 31 dicembre. Un modo per ricucire idealmente quella corrispondenza interrotta. Le risposte dovranno essere inviate a: Mariangela Capossela CP39 56048 Volterra (PI).

Il progetto di Mariangela Capossela è a cura di Francesca Comisso e Luisa Perlo (a.titolo), in collaborazione con l’associazione Inclusione, graffio e parola onlus.

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