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Venezia, Leone d’Oro a Roberto Benigni: “Nicoletta, il premio è tuo”

Mercoledì 1 settembre, al Lido di Venezia, dalle mani della regista Jane Campion, all’artista toscano è stato consegnato uno dei più prestigiosi riconoscimenti cinematografici

Roberto Benigni

Al regista e attore Roberto Benigni, il Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia

La presenza toscana quest’anno, alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, non è particolarmente consistente, rispetto ad altre edizioni nelle quali si era parlato di una vera e propria squadra di registi della nostra regione presenti al Lido. Ma è una presenza senz’altro significativa, visto che proprio al regista e attore toscano, Roberto Benigni, è andato uno dei più ambiti riconoscimenti: il Leone d’Oro alla carriera. La cerimonia di premiazione si è svolta mercoledì 1 settembre, al Palais del cinema, al Lido di Venezia, in una serata che ha visto sul palco la regista neozelandese Jane Campion, consegnare il premio nelle mani dell’artista toscano.

Alla consegna del premio, la dichiarazione d’amore di Roberto per Nicoletta Braschi

Sono tante le occasioni durante le quali Roberto Benigni ha dichiarato il suo amore assoluto per la sua compagna, consorte, collega, musa ispiratrice, Nicoletta Braschi. In occasione della consegna del Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia, l’artista toscano ha superato ogni steccato e ogni limite, dichiarando di essere una persona sola con la sua amata, di aver raggiunto i suoi risultati professionali – oltre che nella vita privata – soltanto in quanto legato indissolubilmente a Nicoletta Braschi.

“Non posso dedicare il Leone alla carriera a Nicoletta: è suo. Io mi prendo la coda, le ali sono le tue, talento, mistero, fascino e femminilità” – ha dichiarato Roberto Benigni.  “Emani amore a prima vista” – ha continuato, rivolgendosi alla moglie – “anzi, a eterna vista”. Ed il cambio di passo è grande: dopo aver assistito alle battaglie del #metoo, alle denunce di molestie sessuali, alle battaglie per l’affermazione delle donne in campo cinematografico, come artiste e persone libere di lavorare ed esprimersi, Roberto Benigni è arrivato ad affermare che ciò che ha fatto fino ad oggi, lo deve alla condivisione con la sua compagna, nella vita e nel lavoro, Nicoletta Braschi.

“Il Leone? Mi meritavo un micino” – ha scherzato il premio Oscar, accolto da una standing ovation – . “Non è un’emozione: è di più, è un sentimento d’amore quello che provo e che vorrei restituire decuplicato. Quando l’ho saputo ho fatto passi di rumba, nudo però”.

La carriera di Roberto Benigni, dal Premio Oscar al Leone d’Oro

Ed è più che meritato il Leone d’Oro alla carriera attribuito quest’anno, dal Festival di Venezia, a Roberto Benigni.  L’artista toscano ha esordito nel film Berlinguer ti voglio bene, nel 1977, diretto da Giuseppe Bertolucci, si è poi fatto notare come protagonista di Chiedo asilo (del 1979) di Marco Ferreri e ne Il minestrone (1981) di Sergio Citti, Nel 1979 ha partecipato a La luna, di Bernardo Bertolucci e Il pap’occhio (1980) di Renzo Arbore. È stato quindi nuovamente protagonista di Daunbailò (1986) di Jim Jarmusch e de La voce della luna (1990), film-testamento di Federico Fellini, nel ruolo del lunare e poetico Ivo, insieme a Paolo Villaggio.

Il primo film da lui diretto è Tu mi turbi del 1983, mentre resta indimenticabile il film da lui diretto insieme a Massimo Troisi Non ci resta che piangere (1984), film che ha dato il via ad una serie di film premiati da un grande successo di pubblico, come Il piccolo diavolo (1988), insieme a Walter Matthau. Dal 1987 ha lavorato sempre insieme a Nicoletta Braschi, protagonista femminile di tutti i suoi film con la quale ha poi fondato nel 1991 la società “Melampo Cinematografica” che ha prodotto da quel momento tutti i loro film: Johnny Stecchino (1991), Il mostro (1994) e La vita è bella (1997). In seguito Pinocchio (2002), che ha ottenuto due David di Donatello e un Nastro d’argento, e La tigre e la neve (2005), che ha ricevuto due Nastri d’argento.

Ma è il suo film La vita è bella ad aver segnato il punto più alto della sua carriera. Con La vita è bella, del 1997, da lui scritto e diretto, Roberto Benigni ha vinto, nel 1998 il Gran premio della giuria al Festival di Cannes, mentre nel 1999, dopo aver avuto sette nomination dall’Academy, ha vinto il Premio Oscar per il miglior film straniero, come migliore attore e per le migliori musiche firmate da Nicola Piovani. E poi ancora la vittoria di quattro David di Donatello, quattro Nastri d’Argento. Un film, il suo, entrato nella storia del cinema italiano per aver totalizzato il più alto numero di spettatori nel mondo, non solo in Italia. La sua carriera è stata fino ad oggi anche internazionale: nel cinema statunitense si è fatto conoscere recitando per  Jim Jarmusch in Daunbailò,  del 1986, in Taxisti di notte, del 1992 e Coffee and Cigarettes, del 2003; ne Il figlio della Pantera rosa, del 1993, di Blake Edwards: per Woody Allen in To Rome with Love, del 2012.

La masterclass aperta al pubblico

Il regista premio Oscar per La vita è bella e interprete di tanti film di successo, giovedì 2 settembre tiene una masterclass aperta al pubblico e visibile in streaming qui 

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