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Lucca, via al restauro del Volto Santo: la statua lignea più antica nelle mani dell’Opificio delle Pietre Dure

Intervento al via a inizio 2022. L’opera verrà estratta dal suo tempio e rimarrà in Cattedrale. I lavori dureranno circa un anno e potranno essere seguiti grazie a un monitor esterno

Volto Santo

Un’operazione di restauro che sa di sfida: il Volto Santo, opera d’arte e reliquia conosciuta in tutto il mondo, dovrà essere estratto dal suo tempio nella cattedrale di San Martino a Lucca e trasferito nel laboratorio appositamente allestito lì vicino. Un’azione delicatissima che verrà svolta a inizio 2022 dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. L’opera infatti sta subendo pericolosi distacchi della pellicola pittorica e necessita di interventi immediati. Sarà anche l’occasione per approfondire le informazioni che si hanno sul Volto Santo, venerato sin dal Medioevo da folle di pellegrini.

Un Cristo solennemente abbigliato, posto sulla croce, considerato un’immagine acheropita, cioè “non fatta da mano” , ma realizzata per diretto intervento divino. Di qui la celebrità di questa statua lignea che nel 2020 è stata datata, mediante un’indagine conoscitiva tramite il carbonio-14, a inizio del IX secolo, individuandola come la più antica statua lignea del mondo occidentale. Le recenti indagini diagnostiche che hanno certificato l’antichità dell’opera hanno però anche  evidenziato la necessità di un intervento di restauro.

Volto Santo – © Joanbanjo

Il restauro sarà condotto dal Settore Scultura Lignea Policroma dell’Opd, diretto da Sandra Rossi, e permetterà di esporre l’opera al pubblico con cadenza regolare nel corso dei lavori. Un monitor esterno al cantiere documenterà tutti i progressi fino al suo ritorno nella Cappella previsto nel 2023. L’intervento è stato presentato a Lucca alla presenza dell’arcivescovo, Paolo Giulietti.

“Un’opera d’arte straordinaria che racchiude in sé valenze religiose e civili, custodite da una tradizione sedimentata nel tempo, rimasta immutata per oltre sette secoli, che ha reso il Volto Santo universalmente conosciuto – ha detto il sindaco Alessandro Tambellini  – Il restauro condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, una delle massime istituzioni mondiali nel settore, sarà l’occasione perché questo eccezionale Crocifisso possa proseguire il suo lunghissimo viaggio nei secoli nelle migliori condizioni di conservazione”.

L’Opificio delle Pietre Dure ha quindi predisposto un complesso progetto, in accordo con la locale Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Sarà anche costituito un apposito Comitato Scientifico composto da alcuni dei massimi esperti italiani della conservazione, integrato dai rappresentanti della Cattedrale e della città.

Le fasi del restauro

L’opera sarà interessata  da preventive operazioni di velinatura delle parti interessate da distacchi della pellicola pittorica e di protezione delle superfici più delicate che i restauratori effettueranno grazie all’allestimento di un ponteggio interno al tempietto. La scultura sarà quindi  trasferita completamente: sarà smontato il baldacchino superiore per poi innalzarla di circa 80 cm affinché oltrepassi l’altare prospiciente, poi potrà essere calata in terra ed estratta dal tempietto, facendola passare per una delle aperture laterali dopo aver smontato la grata di protezione.

La valutazione attuale sullo stato di conservazione si è basata sui risultati delle immagini radiografiche e delle stratigrafie e analisi multispettrali. Altri dati sono stati raccolti nel corso del sopralluogo, ispezionando l’interno del Crocifisso, quasi completamente cavo, con l’ausilio di una sonda endoscopica ed illuminazione Led.

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