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Lucca Comics al via con “responsabilità”. L’appello? “Venga solo chi ha il biglietto”

Quattro giorni di festival, 90 mila biglietti venduti e nessun evento a ingresso gratuito. “La parola d’ordine è responsabilità”. Francesca Fazzi, presidente di Lucca Crea, ci racconta la genesi di questa inedita edizione di Lucca Comics & Games

Manifesto Lucca Comics & Games 2021, particolare - © Paolo Barbieri

Per la città sarà come “una grande festa di rinascita della cultura e della creatività”. È quello che si augura Francesca Fazzi, che poco più di un anno fa, alla vigilia di “Lucca Changes”, è stata nominata dal sindaco Alessandro Tambellini presidente di Lucca Crea srl, la società partecipata che organizza, tra le altre cose, Lucca Comics & Games. Laureata in lettere, è editrice nell’azienda fondata dalla madre Maria Pacini Fazzi.

Presidente, il festival sta per iniziare. Cosa è stato fatto in queste ultime ore?
“Mentre gli allestimenti seguono le direttive previste e i palinsesti sono strutturati, ora è il momento di serrare le fila, entrare nel vivo e pensare alle singole necessità di editori, autori, artisti e dei tanti ospiti, istituzionali e non, che insieme a noi faranno vivere il festival. Un’atmosfera carica della gioia di rivedersi, di fare relazione e vogliamo che ognuna di queste occasioni preziose senta la vicinanza della nostra attenzione”.

“Anche in quest’anno di emergenza sanitaria manterremo l’equilibrio, dando alla città la possibilità di un indotto positivo in quantità e qualità”

Insieme al Salone nautico di Genova e al Salone internazionale del mobile, Lucca Comics sarà l’evento nazionale più partecipato nell’epoca della pandemia. Cosa significa per Lucca Crea e per la città?
“Intanto va sottolineata la profonda diversità del nostro festival. Nei due casi citati si tratta di fiere organizzate all’interno di padiglioni o distretti fieristici specificatamente dedicati, mentre nel nostro caso si tratta di un evento diffuso sul territorio che coinvolge la città intera con la quale il festival colloquia”.

Quindi cosa ci dobbiamo aspettare?
“Da un lato c’è l’evento che finalmente, di nuovo, torna a vivere. L’entusiasmo con il quale il pubblico ha accolto la vendita dei biglietti parla da solo e comunica quanto l’appuntamento a Lucca Comics and Games rappresenti, per tutti coloro che a Lucca ‘vivono’ fisicamente la propria passione, un insostituibile momento di relazione con la propria community”.

Dall’altro lato?
“C’è la città, ci sono le sue esigenze e i suoi ritmi che nei giorni del festival si confrontano con una realtà che potrebbe essere impattante se non riuscisse a tessere una relazione biunivocamente interessante. In questo sta l’equilibrio e alla fine, a fronte delle proposte di contenuti – sul cui livello il festival si misura – la sfida e la riuscita della manifestazione sta tutta qui”.

E per Lucca Crea?
“Non dimentichiamo è una partecipata al 100 per centro del Comune di Lucca. Anche in quest’anno di emergenza sanitaria si tratta di mantenere questo equilibrio, dando alla città la possibilità di un indotto positivo in quantità e, soprattutto, in qualità”.

Francesca Fazzi

A proposito di pandemia: in questo periodo, tra misure di sicurezza e green pass obbligatori ovunque, cosa significa organizzare un evento che richiamerà a Lucca un pubblico che, di fatto, corrisponde alla popolazione della città?
“C’è una sola parola d’ordine”.

Quale?
“Responsabilità. Abbiamo affrontato l’organizzazione di quello che sappiamo essere un evento-simbolo con grande impegno, seguendo con attenzione le nuove disposizioni via via emerse con l’evolversi della situazione sanitaria. Lo abbiamo fatto coordinandoci sempre con tutti gli enti preposti, attenti a contemperare con l’emergenza sanitaria ogni singola esigenza. Abbiamo sin da subito pensato che il fine primario doveva essere quello di garantire la sicurezza in tal senso, offrendo ai visitatori e alla città la possibilità di vivere le proposte del festival in serenità. E proprio da una precisa metrica è scaturito il numero dei biglietti rispetto al quale ci siamo sempre tenuti prudenzialmente al di sotto da quanto ci è permesso dalla legge”.

80 mila biglietti sold-out in pochi giorni, più i 10 mila messi in vendita negli ultimi giorni. Ma le presenze in città, in occasione di Lucca Comics, sono sempre state più numerose dei tagliandi venduti. Cosa possiamo dire a tutti coloro che non hanno acquistato il biglietto?
“Che siamo in pandemia e che proprio al fine di contenere i numeri dei visitatori senza biglietto non sono stati programmati eventi fuori dagli spazi del festival. È un messaggio che abbiamo voluto, sin dall’inizio, fosse chiaro e forte, ed è il dato intorno al quale abbiamo potuto costruire i numeri necessari a far sì che Lucca Comics&Games 2021 potesse svolgersi, in presenza e in sicurezza, prima di tutto sanitaria”.

“È quasi sempre necessario osare, e spesso nell’osare l’innovazione e la carica creativa danno risultati che possono apparire non canonicamente misurabili”

E cosa possiamo dire ai lucchesi curiosi di ammirare cosplay e visitatori?
“Quest’anno anche i cosplay avranno un loro palcoscenico all’interno della Fiera e quindi in un’area soggetta a biglietto. Il luogo preposto, la rinascimentale Villa Bottini, è bellissimo. E senz’altro la suggestione del giardino e le sale affrescate faranno da cornice ideale alle loro creazioni. Sarà un modo diverso, ma a mio parere interessante, di guardare a questi gruppi, ma anche ai singoli cosplay, spesso quasi dei professionisti, che portando in scena la propria passione ci offrono la possibilità di condividerla”.

Quindi c’è anche un risvolto positivo…
“Il distanziamento e la necessaria mobilità ristretta ci permetteranno di godere dei particolari dei costumi e del trucco, delle movenze, di apprezzarne i dettagli di stile ricercati con cura e lavoro certosino. E non mancheranno spazi per set fotografici dedicati a immortalare creazioni che spesso sono vere e proprie opere d’arte”.

Lucca Comics & Games è abituata a ben altri numeri. Questo festival è “sostenibile”? Mi spiego meglio: gli 80mila garantiranno la copertura dei costi o sarà necessario qualche sostegno in più?
“È quasi sempre necessario osare, e spesso nell’osare l’innovazione e la carica creativa danno risultati che possono apparire non canonicamente misurabili. Lo scorso anno avremmo potuto non fare ‘Lucca Changes’, ma abbiamo voluto che anche nel 2020 la manifestazione avesse una sua edizione nelle date canoniche, innovandone le modalità, scoprendo nuove forme e relazioni e mantenendo alto il valore del marchio LC&G che portiamo in positiva eredità nella nuova edizione. Credo che anche quest’anno ci sia stato, ancora una volta, un grosso salto di qualità, che passa anche da collaborazioni e relazioni strutturate, dagli Uffizi al Ministero delle politiche giovanili, che ci stanno permettendo di alzare lo sguardo e l’asticella della nostra competitività. È qui che dobbiamo tirare la riga dei conti mettendo tutto a capitale”.

Lei è presidente di Lucca Crea da poco più di un anno. Qual è il suo primo bilancio? Si tratta di un incarico più “faticoso” di quanto s’immaginava?
“Faticoso è un termine che mal si concilia con l’energia positiva che trasmette una realtà molto stimolante e dalle grandi potenzialità quale è Lucca Crea. Realtà che ho sempre seguito dall’esterno anche con uno sguardo professionale, dato che di mestiere faccio l’editore, ma che mi si è rivelata, per molti aspetti, una vera scoperta. Grandi professionalità, competenze e passione che da una piccola struttura riescono a far decollare idee e proposte culturalmente impattanti a livello non solo nazionale. Il prototipo di quello che credo rappresenti la vera anima dell’industria culturale: dinamicità, creatività, professionalità e coraggio a servizio di una struttura che ha ancora molto da esprimere”.

Come s’immagina Lucca dal 29 ottobre al primo novembre?
“La culla di una grande festa di rinascita della cultura e della creatività”.

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