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Nicco che vive nelle sue poesie: oltre la disabilità, il dono di un ragazzo speciale

Niccolò Bizzarri morì a causa di una tragica caduta. Oggi i suoi versi sono diventati un libro e i suoi cari hanno creato un’associazione e un concorso per giovani talenti

Niccolò Bizzarri - © Pagina Facebook Gli Amici di Nicco

Niccolò Bizzarri morì a 21 anni perché la sua carrozzina finì in una buca nell’asfalto di piazza Brunelleschi a Firenze, davanti alla Facoltà di lettere che frequentava. La caduta fu rovinosa e mortale. Una tragedia che lasciò la città sgomenta, rabbiosa, incredula. Era il 13 gennaio 2020. Con i mesi la rabbia si è fatta un po’ da parte, lasciando spazio ai ricordi degli amici, dei suoi professori e soprattutto dei suoi cari che hanno raccontato di un ragazzo che la vita l’amava e la decantava attraverso i versi delle sue poesie.

Era un giovane socievole e gentile Nicco (così lo chiamavano i suoi amici), tanti interessi – soprattutto filosofici – e l’impegno civile che esprimeva attraverso i movimenti studenteschi. Un’anima bella, insomma, che ha saputo insegnare agli altri come l’essenza conti più dell’apparenza, soprattutto se si è costretti a vivere su una carozzina per una malattia degenerativa chiamata sindrome di Duchenne. Niccolò oggi è esempio e modello per tanti e con le sue poesie fa ancora compagnia a molti, sia a quelli che l’hanno conosciuto che a chi lo ha scoperto solo dopo la morte.

L’associazione e un concorso per ricordare Nicco

Quando morì i suoi compagni scrissero una lettera per ricordare le sue battaglie e le sue conquiste, l’impegno politico e gli interesse che sfociavano sempre nell’amore potente per la filosofia e la letteratura. E condivisero questo ricordo con tutti, firmandosi “Gli amici di Nicco“. La carica emotiva però non finì lì, ma si trasformò in qualcosa nato per durare, crescere, per portare il nome di Nicco attraverso gli anni e per rendere omaggio alle sue passioni. Nacque dunque un’associazione con questo nome.

La poesia continua ad essere cuore dell’attività dell’associazione, tanto da organizzare un concorso rivolto a giovani talenti. Nicolò infatti scrisse tantissimi versi: iniziò nel 2018, due anni prima di morire, quasi per gioco, poi un suo insegnante lo invitò a proseguire. La tragedia non fermò il suo sogno e nel gennaio 2021 la casa editrice Capire Edizioni ha pubblicato la sua raccolta  “Come chi vede la luce in quel momento” a cura di Davide Rondoni e con la prefazione di Daniele Mencarelli.

Il concorso di poesie diventa quindi punto di incontro di passioni, di ricordi e di speranze. Arrivato alla sua seconda edizione, l’evento vede la partecipazione centinaia di giovani, anche coetani di Nicco che con lui hanno in comune tanto e che da lui trovano ispirazione.

Una delle poesie di Niccolò

Nelle stelle di ieri ho visto
il rinnovarsi del destino dei passanti
nella musica dell’eterno.
Ho visto la rinascita del mio cuore
nelle vibrazioni di un’altra esistenza.
Con il sole di domani vedrò
tutto quel mondo che non ho certo cercato,
assorto in inutili pensieri.
Nel mattino torno a vivere
per la grandezza di un altro giorno.

(All’alba di un nuovo giorno, 4 dicembre 2019)

Il ricordo dell’Università di Firenze

E questi versi sono stati incisi nella targa in memoria di Niccolò che è stata posta proprio nel cortile della sede della sua Facoltà, quella di Lettere, in piazza Brunelleschi.

Alla cerimonia per ricordare il giovane studente – nel giorno dedicato alla disabilità, il 2 dicembre –  hanno partecipato la rettrice Alessandra Petrucci, la vicesindaca del Comune di Firenze, Alessia Bettini, e la famiglia di Niccolò. “In ricordo di Niccolò Bizzarri – ha detto la rettrice –  presente attraverso la voce dei suoi amici e della sua famiglia, la sua eredità parla la lingua della poesia, ma ci richiama anche ai nostri doveri”.

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