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Cooperative di comunità contro lo spopolamento dei borghi: finanziati 16 progetti

La Regione Toscana ha stanziato 740mila euro per 16 nuove realtà in tutto il territorio toscano che coinvolgono quasi 3mila persone in aree rurali e montane.

Dalla produzione delle eccellenze alimentari al turismo su due ruote fino alla telemedicina: sono solo alcune delle idee portatate avanti dalle 16 nuove cooperative di comunità finanziata con 740mila euro dalla Regione Toscana, grazie al nuovo bando regionale la cui graduatoria è stata presentata oggi dall’assessore alla presidenza Vittorio Bugli.

Le sedici nuove cooperative coinvolgono quasi 3.000 persone in aree rurali e montane, e una quarantina di associazioni: le province in cui si realizzeranno i progetti sono Lucca (5 progetti), Massa Carrara (3), Siena (3) e Pistoia (2), mentre hanno un progetto ciascuna le province di Firenze, Prato e Grosseto

Il precedente bando aveva visto classificate in graduatoria, e finanziate con 1,3 milioni di euro, 24 cooperative di comunità, capaci di avviare processi di rigenerazione sociale nelle frazioni marginali e nelle zone montane, per il rilancio dell’economia locale e il contrasto allo spopolamento. “Sul territorio ora ne abbiamo 40, spero che questo numero si possa raddoppiare”, ha detto Bugli, incontrando oggi a Firenze i rappresentanti delle coop. “In questo periodo del Covid – ha aggiunto – molte di loro hanno ‘tenuto’ sul territorio, e costruito servizi per aiutare la popolazione”.

San Godenzo il progetto “La Compagnia di Marronbugio”, ruota attorno a due risorse agroalimentari tipiche del territorio: la patata mugellana e il marrone del Mugello IGP. Il cibo è quindi l’idea di fondo per costruire una rete di accoglienza per il turismo slow.  A Roccalbegna, in provincia di Grosseto, la cooperativa Davide Lazzeretti punta sulla coltivazione del fagiolo rosso di Roccalbenga e sul turismo, con un “bike pit stop” a disposizione dei ciclisti, mentre a Capannori la cooperativa agricola sociale Calafata allestirà un laboratorio di recupero e di confezionamento delle eccedenze alimentari attraversonuove tecnologie.

Roccalbegna

Economia circolare e app sono due punti del progetto “Di Segno Comune” presentato dalla cooperativa di comunità “Il Girasole”, che opererà in nove frazioni di Camaiore per organizzare un servizio di recupero e riciclo di mobili e arredi usati, mentre a San Romano in Garfagnana la cooperativa “La Fortezza” si occuperà della cura del bosco e dei terreni incolti.

La cooperativa “Filicaia vive”, nella frazione del comune di Camporgiano con appena 500 abitanti, punta a creare servizi per i residenti e un punto di incontro, mentre a Stazzema il progetto “Una comunità in movimento” prevede l’acquisto di un bus 4X4 per facilitare il collegamento con la frazione di Levignani e a Lucignana, nel comune di Coreglia Antelminelli, la cooperativa “Sopra la penna” vuole ristrutturare un locale per creare una caffetteria/libreria come punto di incontro oltre che di servizi per i residenti.

La cooperativa di Sassalbo, nel comune di Fivizzano, pensa a valorizzare la filiera delle castagne e il turismo, ma lancerà anhce un servizio di telemedicina per i residenti, mentre la cooperativa “Torrano Domani”, nel comune di Pontremoli, punta sull’Osteria della Memoria dove saranno offerti i piatti della tradizione della Lunigiana.

Pracchia
La CooperPracchia, a Pracchia nel pistoiese, valorizzerà il turismo slow, offrendo servizi legati all’accoglienza, mentre a San Marcello Piteglio la cooperativa “Le Lari” vuole realizzare un albergo diffuso e prendersi cura dei castagneti della zona.
Punta sui servizi il progetto “Viaccia resiste”, frazione del comune di Prato: si va da un punto ristoro ai corsi di formazione, educazione alimentare e cucina per bambini e adulti.

“Gente in piazza” è il nome del progetto per creare micro economie e posti di lavoro per i giovani a Contignano, frazione di Radicofani dove la cooperativa “Pro Contignano” ha pensato di aprire un laboratorio di pasta fresca per valorizzare il tortello di Contignano, mentre a Ponte d’Arbia per ampliare l’offerta di accoglienza la cooperativa “Cinque archi” punta pure alla messa a norma e alla gestione della ex scuola materna.
Infine il progetto “Radicando”, dell’omonima cooperativa di Radicondoli, prevede l’apertura di un centro gastronomico di trasformazione e di vendita dei prodotti agricoli del territorio e il recupero di terreni abbandonati.

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