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Musica suonata nel cuore di un pianoforte: l’esperimento di Simone Graziano

Domenica 27 giugno sarà in concerto nel teatro romano di Fiesole con il suo progetto “Frontal” il quintetto composto da cinque dei migliori musicisti del jazz italiano

Simone Graziano - © Caterina Di Perri

Come suona un pianoforte dall’interno? Questa è la domanda che si è posto durante l’ultimo lockdown Simone Graziano uno dei migliori pianisti e compositori emersi nel panorama italiano.

È nato così il suo primo progetto per piano solo che si è concluso con la pubblicazione del disco “Embracing The Future” che il musicista fiorentino ha dedicato ai suoi due figli e che ha interamente registrato a casa sul suo pianoforte, un yamaha C3, modificato con l’intento di valorizzarne i suoni scuri.

Domenica 27 giugno Simone Graziano sarà in concerto nel teatro romano di Fiesole con il progetto Frontal un quintetto che riunisce cinque dei migliori talenti del jazz nostrano.

Oltre a Simone Graziano suoneranno Gabriele Evangelista al contrabbasso, Stefano Tamborrino alla batteria, il chitarrista olandese Reinier Baas, tra i più rappresentativi musicisti della nuova generazione del jazz europeo e Dan Kinzelman al sax tenore, americano naturalizzato in Italia, voce originalissima del sassofono contemporaneo.

Ecco la nostra intervista

Ciao Simone, l’ultima volta che ti ho intervistato un anno fa parlavamo di #velsuoniamo la mobilitazione su Change.org del Jazz italiano, quella campagna di sensibilizzazione a cui hai partecipato con Paolo Fresu e Ada Montellanico in veste di A che punto siamo?

È stato l’inizio di un percorso importantissimo, perchè dopo quello si è creato il FAS che è il Forum Arte e Spettacolo, è stata un’esperienza vissuta insieme da tutte le varie realtà del mondo dello spettacolo, non solo i musicisti ma anche tutti gli altri lavoratori. È stato un momento aggregativo molto forte, per ottenere sia i sussidi durante la pandemia, sia un cambiamento per quanto riguarda i diritti dei lavoratori dello spettacolo in generale. La legge sullo spettacolo dal vivo che dovrebbe entrare nel vivo con i decreti attuativi a settembre deve molto a tutto il lavoro che è stato fatto dentro il FAS. La petizione che ha raccolto 70 mila firme ed è stata la “scintilla” per tutto quello che è venuto dopo.

Passando a parlare del tuo disco mi ha colpito molto la tecnica di registrazione che tu hai usato. Ci sono dei pezzi come “Nihilo” che sembrano suonati da uno strumento a corde. Mentre l’ascoltavo mi chiedevo: ma veramente è un pianoforte?

La storia è che l’etichetta mi ha pagato lo studio di registrazione per tre giorni, dove con un pianoforte meraviglioso ho registrato una valanga di repertorio. Quando poi sono tornato a casa a Firenze è iniziato il lockdown. Non so cosa mi è preso ma la prima cosa che ho fatto è stato buttare il telefonino dentro il pianoforte, chiudere il coperchio e registrare. Quel suono mi ha acceso un’illuminazione. Era tipo un eco, come un riverbero infinito. Ho comprato un paio di microfoni e li ho messi a contatto con le corde, dentro in pianoforte, cercando di capire cosa veniva fuori. È come se l’ascoltatore fosse proiettato con la testa dentro al pianoforte, si sente tantissimo la percussione del martelletto sulle corde, sembra quasi un pizzicato., come nel meccanismo del Clavicordo.

Simone Graziano – © Caterina Di Perri

Un’altra cosa che mi ha colpito è che in questo disco sono molto presenti i tuoi figli, Dora, Tancredi e anche la canzone Always wishpering parla di loro

Il disco è proprio dedicato a loro, a questa generazione che sta crescendo, ai giovani che stanno vivendo tutta questa merda per colpa nostra. Si trovano un mondo malato e lo subiscono, nella speranza che siano in grado di fare meglio di quello che abbiamo fatto noi. Da un punto di vista personale la situazione del lockdown mi ha portato a dover relazionarmi con i miei figli in maniera molto più continuativo, è stato bello, intenso ma anche che difficile perchè non avevo vie di fuga. Però la loro presenza era una fonte di speranza per me.

Anche un musicista classico come te si è fatto sedurre da Billie Eilish, il primo pezzo è una cover di When the party’s over. Ti ha colpito il talento dia uesta giovane musicista americana?

Mi sono innamorato, quando ho sentito questo pezzo non sapevo nulla di chi fosse e mi sono detto: accidenti come sono ignorante, come mai non conoscevo un genio come questo. Poi ho scoperto che aveva 17-18 anni, un talento incredibile sia per l’aspetto vocale sia nell’aspetto della produzione del lavoro che fa suo fratello. Sono una coppia di musicisti straordinari. Infatti ora tutti la imitano perchè è fighissima.

Pensare che fanno tutto in casa da soli, fa impressione

È una rivoluzione anche quella. Se ci pensi bene è super hi-fi. Ma l’idea di preferire spendere una valanga di ore nell’aspetto creativo piuttosto che avere invece i super studi in cui però hai poco tempo perchè costano tanti soldi. Io vedo in Billie Eilish l’idea che vince sulla tecnologia.

Domenica 27 sarai a suonare a Fiesole con il tuo progetto Frontal che prosegue, ma ci saranno anche altre date quest’estate?

Domenica siamo con Frontal, è il mio primo concerto post-lockdown per cui sono felicissimo di farlo con il gruppo al completo. Poi suonerò in piano solo al Museo Novecento il 10 luglio, in una bella rassegna curata da Riccardo Sandiford.

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