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Strage di Viareggio: il Procuratore della Cassazione chiede un appello bis per Moretti

Dopo 11 anni arriva al capolinea il processo per il disastro ferroviario del 2009 dove persero la vita 32 persone: ora si attende la decisione dei giudici

Un nuovo processo d’appello per l’ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti, conferma invece delle condanne per Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi. Sono queste le richieste del Procuratore Generale della Cassazione, Pasquale Fimiani, ai giudici che adesso dovranno pronunciarsi sull’ultimo grado di giudizio del processo per la strage di Viareggio.

Dopo oltre 11 anni dal disastro ferroviario del 29 giugno 2009, dove persero la vita 32 persone, oggi si è tenuta la prima udienza a porte chiuse davanti alla Quarta sezione penale di Cassazione a Roma.
Per la prima volta i familiari delle vittime non hanno potuto essere presenti nelle aule giudiziarie, a causa delle restrizioni da Covid-19, e hanno deciso di seguire l’udienza in collegamento sui social network con i loro avvocati.
Questa mattina poi a Viareggio davanti al municipio è stato esposto lo striscione “Giustizia e verità” e il mosaico con le foto delle vittime, che i familiari hanno sempre portato con loro in tutte le aule di tribunale che in questi anni li hanno visti lottare per avere giustizia per i loro cari, dal primo grado a Lucca all’appello a Firenze.

Il Pg conferma tutte le condanne, tranne Moretti

In sostanza la richiesta del Pg della Cassazione Fimiani conferma tutte le condanne principali emesse in appello tranne quella per Moretti, per cui si chiede un nuovo giudizio di secondo grado. Moretti, accusato di disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo, era stato condannato a sette anni dalla Corte di appello di Firenze.

Anche in primo grado, il 31 gennaio 2017, il Tribunale di Lucca aveva comminato la stessa pena a Moretti, contestando anche l’incendio colposo e le lesioni plurime colpose, capi d’accusa che in secondo grado sono stati dichiarati prescritti dal maggio 2018, ma l’ex ad ha rinunciato alla prescrizione.

Lo striscione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio

Chiesta la conferma delle condanne a sei anni di reclusione ciascuno a carico di Vincenzo Soprano (ex ad di Trenitalia) e di Michele Mario Elia (ex ad di Rfi), nonché le condanne di tutti gli imputati del management delle società straniere che si occupavano della manutenzione dei carri merci, e di alcuni tecnici delle officine tedesche dove si effettuava la revisione dei mezzi.

Il Pg ha chiesto anche l’annullamento con rinvio della condanna a quattro anni di reclusione per il manager Francesco Favo , e l’annullamento dei proscioglimenti per Di Marco e Giovanni Costa, altri due manager delle società coinvolte nell’incidente.

Ora non resta che attendere la decisione dei giudici. L’udienza infatti non terminerà oggi, perché molti difensori delle parti civili e degli imputati devono ancora svolgere le loro arringhe: il verdetto è quindi atteso nei prossimi giorni.

Le condanne decise in appello

La notte del 29 giugno 2009 un treno merci carico di gpl deragliò poco dopo la stazione di Viareggio: una delle cisterne si ruppe e il gas circolò come una nebbia portata dal vento sulle strade vicine alla ferrovia, entrò nelle case dove le persone dormivano e poi esplose, dando vita a un terribile incendio che costò la vita a 32 persone, tra cui 3 bambini.

Nel processo sono stati rinviati a giudizio oltre ai vertici delle ferrovie italiane, anche manager delle società che si sono occupate di noleggiare e revisionare i carri merci. Le condanne in appello erano diminuite anche per effetto della prescrizione, che ha pesato con uno “sconto” di 6 mesi per imputato.

Oltre ai 6 anni di reclusione per Elia e Soprano ha ricevuto 6 anni anche Mario Castaldo, ex amministratore di Cargo Chemical, 4 anni a Francesco Favo, Daniele Gobbi Frattini di Cima spa, Emilio Maestrini di Trenitalia, Paolo Pizzadini di Cima spa.

Sempre in appello, inoltre, sono stati assolti manager di Rfi, come Giulio Margarita (ex dirigente direzione tecnica di Rfi poi passato ad Ansf, l’Agenzia per la sicurezza ferroviaria) che in primo grado aveva avuto 6 anni e 6 mesi. Prosciolti anche Giovanni Costa, Alvaro Fumi, Enzo Marzilli, tutti di Rfi: erano stati condannati a sei anni dal Tribunale di Lucca.

Più forti invece le condanne per i dirigenti delle società tedesche incaricate della manutenzione dei carri merci e nelle cui officine fu controllato l’assile che poi si ruppe causando il deragliamento. Joachim Lehmann, supervisore all’Officina Jugenthal: assolto in primo grado, ha ricevuto 7 anni e 3 mesi in appello.

Condannati, inoltre, a 8 anni e 8 mesi Rainer Kogelheide di Jungenthal e Peter Linowski di Gatx Rail Germania e a 8 anni Johannes Mansbarth ex ad di Gatx Rail Austria e Roman Mayer, responsabile manutenzione flotta carri merci di Gatx Austria. Sei anni e 10 mesi sono stati inflitti a Andreas Schroter, tecnico, a Uwe Kriebel, l’operaio addetto alla verifica dei materiali, e Helmut Brodel, tutti delle officine Jugenthal.

 

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