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Venti migranti al lavoro nell’uliveto della Fondazione Monasterio: nasce “l’olio del cuore” per la ricerca

Sette ettari e 395 piante nell’area dell’Ospedale del Cuore di Massa da coltivare e far rinascere: è l’obiettivo del protocollo firmato con la Prefettura che incentiva anche la formazione e l’inserimento lavorativo

- © U__Photo

Si chiamerà “Olio del cuore” e verrà prodotto da 20 migranti richiedenti asilo nell’uliveto di proprietà di Fondazione Monasterio, a monte dell’Ospedale del Cuore. Un progetto pilota che coinvolge Fondazione Monasterio e Prefettura di Massa-Carrara e che si è concretizzato nella stipula del protocollo di intesa sottoscritto dal prefetto Guido Aprea e dal direttore Generale di Fondazione Monasterio Marco Torre, alla presenza del presidente della Regione Eugenio Giani.

Aprea, Torre e Giani

Il progetto

Il progetto prevede il recupero di un uliveto di circa 7 ettari, con 395 piante che torneranno ad essere coltivate. Con le olive di Fondazione Monasterio sarà prodotto l’Olio del Cuore, un extravergine a chilometro zero destinato a finanziare la ricerca. Ad occuparsi della sistemazione dell’area, nel segno dell’integrazione, saranno 20 migranti, ospitati nei Centri di accoglienza setraordinaria sul territorio provinciale.

L’area Fondazione Monasterio – uliveto

La Prefettura, oltre a selezionare i migranti, per tutta la durata del progetto svolgerà un ruolo di coordinamento e monitoraggio. Monasterio fornirà le necessarie attrezzature e assicurerà ai 20 partecipanti la preparazione tecnica. I migranti seguiranno, infatti, corsi di pulitura dei terreni, coltivazione e potatura delle piante e di sicurezza sul lavoro. Un percorso formativo riconosciuto che garantirà loro, a conclusione dei corsi, una certificazione regionale.

“Il protocollo intende formare i richiedenti asilo ospiti dei centri di accoglienza straordinari, selezionati sulla base di candidature volontarie, per avviarli verso attività lavorative che possano assicurare loro il pieno inserimento”, spiega il Prefetto. La prima fase proseguirà fino all’autunno, per la raccolta, spremitura delle olive e produzione delle prime bottiglie di Olio del cuore. L’intenzione dei promotori è proseguire affidando ai migranti la cura dell’uliveto anche nei mesi successivi, garantendo la produttività e il recupero dell’area. Al termine dei corsi di formazione, Monasterio metterà a disposizione borse lavoro che consentiranno di continuare la coltivazione dell’area.

Secondo il presidente Eugenio Giani il progetto “ripropone un modello di accoglienza diffusa, offrendo ai migranti un’opportunità di lavoro e integrazione concreta. Mette inoltre in risalto le potenzialità del territorio e ne valorizza l’identità”. E sul riconoscimento di Fondazione Monasterio come Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico precisa che il percorso, già avviato, “andrà avanti”,  soprattutto dopo che le rassicurazione del ministro alla Sanità a seguito della sua visita all’Ospedale del Cuore.

Una nuova casa accoglienza nell’area verde riqualificata

Un progetto pilota che non solo consentirà l’integrazione sul territorio di 20 migranti, ma permetterà di recuperare un’area verde. I sette ettari torneranno produttivi, ma saranno riqualificati per la fruizione da parte della collettività e per ospitare una nuova casa accoglienza. “Il recupero dell’uliveto  – spiega Marco Torre –  permetterà di fruire al meglio di un’importante area verde, anche in vista della realizzazione della foresteria da parte di Fondazione Luigi Donato per Monasterio. Uno spazio pensato per dare accoglienza ai parenti dei piccoli pazienti e creare intorno a loro un ambiente quanto più familiare. L’Olio del Cuore è simbolo di qualità della vita, accoglienza e formazione”.

 

 

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