In Toscana c’è un posto dove, per andare a comprare il pane, bisogna attraversare un’altra regione. Un posto dove gli abitanti non aspirano le c e l’accento è romagnolo. Siamo a Ca’ Raffaello, frazione del comune di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo, ma completamente circondata dalla provincia di Rimini. Un’isola toscana fuori dalla Toscana, come la chiamano da queste parti. O, per essere precisi, la più grande exclave interregionale d’Italia, ovvero un pezzo di una regione completamente circondato da un’altra: 15 chilometri quadrati di Toscana immersi nella Romagna, meno di 300 abitanti, e una storia lunga oltre quattro secoli che affonda le radici nei progetti ambiziosi dei Medici.
A renderla ancora più particolare, il fatto che questa exclave è la località toscana più vicina all’Adriatico: appena cinquanta chilometri in linea d’aria da Rimini. Eppure, per la burocrazia e l’anagrafe, qui è tutto toscano: case, strade, scuola, chiesa, cartelli stradali.

Una storia che inizia nel 1607
A creare questa singolare situazione geografica fu il Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici, che il 5 giugno 1607 acquistò queste terre dai Gonzaga di Novellara. Un atto di espansionismo non casuale: Firenze sognava da secoli di affacciarsi sull’Adriatico, e Ca’ Raffaello rappresentava una pedina importante per arrivarci, insieme ad altri territori della cosiddetta “Romagna toscana”.
L’operazione, documentata nei testi dell’epoca come il Dizionario geografico fisico storico della Toscana edito nel 1843, portò nella sfera fiorentina anche il marchesato di Santa Sofia in Marecchia, poi annesso ufficialmente a Badia Tedalda nel 1794 dal Granduca Ferdinando III.

Il confine che cambia tutto
Fino al 2009, Ca’ Raffaello era un’enclave della Toscana in mezzo alle Marche. Poi, a seguito di un referendum, sette comuni della Valmarecchia sono passati dall’amministrazione marchigiana all’Emilia-Romagna, e il territorio è scivolato nella provincia di Rimini. L’enclave è diventata exclave, ma il paradosso è rimasto: un pezzo di Toscana incastrato in un’altra regione.
La vita quotidiana qui ha una sua routine precisa: c’è un solo negozio, e per fare la spesa si va a Molino di Bascio, in Romagna. I motociclisti amano percorrere la statale 258, soprattutto d’estate, ma il passaggio resta: breve, suggestivo, silenzioso.