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Carlo Lucarelli racconta a Firenze il lato oscuro delle fiabe: “Mi vendico delle storie che mi hanno fatto paura”

Mercoledì 24 settembre nel complesso di Santa Croce all’interno del festival “Genius Loci” il “re” del noir italiano condurrà gli spettatori in un viaggio nel cuore oscuro delle favole che diventerà un’esplorazione dell’animo umano

Carlo Lucarelli

In tutte le fiabe c’è sempre un cattivo: il lupo di Cappucetto Rosso, la strega di Hansel e Gretel o di Biancaneve, Barbablù. Ma siamo sicuri che sia davvero così?

Carlo Lucarelli “re” del noir italiano nel podcast “In compagnia del lupo” ha mostrato come spesso la realtà che si cela dietro le fiabe è molto più terrificante delle fiabe stesse.

Le storie per bambini spesso descrivono mondi meravigliosi fatti di castelli, principesse, fate e zucche che diventano carrozze, ma anche universi terribili, spaventosi, misteriosi, siamo sicuri di conoscerle bene?

Nello spettacolo “Io odio le favole. Strorie che fanno paura ai bambini” mercoledì 24 settembre nel complesso di Santa Croce a Firenze all’interno del festival “Genius Loci” Lucarelli condurrà gli spettatori in un viaggio nel cuore oscuro delle fiabe.

Sarà un’esplorazione dell’animo umano e di tutte le nostre paure più profonde, da conoscere e sconfiggere per vivere sempre “felici e contenti”.

Sul palco Carlo Lucarelli sarà accompagnato dalle musiche di Mattia Dallara (Live electronics), Marco Rosetti (chitarra), Federico Squassabia (pianoforte).

Ecco la nostra intervista a Carlo Lucarelli

Ciao Carlo, si potrebbe dire che le fiabe che ci raccontano i nostri genitori sono il nostro primo approccio con l’horror, forse la loro funzione più importante è proprio questa, mostrarci fin da subito che esistono angoli oscuri 

Le fiabe servono a tante cose, però sì è vero, infatti ora non ne leggiamo molte nuove, non se ne scrivono più tante perché sono state sostituite da altri generi come il fantasy e l’horror. Le fiabe hanno un risvolto spaventoso perché l’idea era quella di insegnare attraverso la paura. Le fiabe hanno spaventato noi bambini per un sacco di tempo, io oggi cerco di “vendicarmi” di quelle che mi hanno fatto più paura.

Le fiabe hanno spaventato noi bambini per un sacco di tempo, io oggi cerco di “vendicarmi” di quelle che mi hanno fatto più paura

Nel tuo podcast “In compagnia del lupo” hai mostrato che spesso la realtà che c’è dietro a una storia è molto più speventosa della storia stessa

Sì l’idea del podcast era quella di raccontare varie dimensioni della fiaba, per prima cosa come nasce, poi scoprire i presupposti storici e reali che stanno dietro queste narrazioni, che come tutte le narrazioni si nutrono di quello che avviene nel mondo. Alla fine quando ci mettiamo a cercare da dove vengono fiabe come Biancaneve o Cappuccetto Rosso scopriamo che fanno riferimento a avvenimenti storici ben precisi.

Ce n’è una che ti ha colpito più di altre?

Quello che mi ha stupito di più è proprio quando ho scoperto che una fiaba che mi sembrava assurda e fantastica aveva invece dei rifermenti ben precisi. Per esempio Il pifferaio magico mi sembrava una storia incredibile, invece ci sono testimonianze storiche di un evento che è avvenuto ad Hamelin nel 1200 circa, un uomo che si portò via un sacco di bambini.

Mi colpisce che citi proprio questa storia che è alla base di un film horror uscito da poco, che ha avuto un grandissimo successo: “Weapons”. A riprova del fatto che le fiabe sono ancora vive nel nostro immaginario

Le fiabe sono fonti di ispirazioni per tantissime cose, se vengono raccontate ancora oggi è perché dentro hanno qualcosa di speciale.

Un’altra cosa molto interessante del tuo podcast è che spesso il cattivo poi non è così cattivo

Certo, partiamo dalla figura del lupo che è sempre stato demonizzato come un animale tremendo e non è vero. In Cappuccetto Rosso se ci pensi bene e vai a guardare le azioni dei personaggi non è certo lui il più cattivo, anzi forse è una vittima.

È incredibile comunque che fiabe che sono nate secoli fa ci spaventino ancora oggi… le streghe, i lupi, fanno ancora paura

Perché sono dei miti eterni, continuiamo ad avere il senso dell’avventura dall’Odissea che è stata scritta secoli fa, e abbiamo paura per favole che affondano le radici nella notte dei tempi. Ci sono storie che sono state dimenticate, quelle che restano come Biancaneve o Cappuccetto Rosso è perché hanno toccato i tasti giusti.

Ogni fiaba che si rispetti finisce con “E vissero felici e contenti”, ancora oggi cerchiamo inconsciamente questo finale?

Ma in realtà non è che le fiabe finiscano molto bene, quasi tutte finiscono malissimo. Anche nelle più edulcorate viene da chiedersi se nella realtà avrebbero continuato a vivere tutti felici e contenti. 

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