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Connettività sempre più veloce in Toscana: obiettivo completare il 4G

Per l’assessore Ciuoffo si sta impiegando troppo tempo per coprire l’intero territorio: il punto sulle aree bianche e grigie e sul lavoro da fare

La connettività è fondamentale, ma ancor prima di guardare al 5G guardiamo a completare il 4G. Oggi, nonostante il lavoro che sta andando avanti anche grazie all’impegno dell’assessore Ciuoffo e degli uffici competenti, ancora in troppi comuni  vi sono problemi di rete” lo ha sottolineato il presidente della Regione Eugenio Giani a una delle sessioni di “Toscana Digitale”.

È stato l’evento di apertura nella Sala Azzurra della Scuola Normale di Pisa della seconda giornata  dell’Internet Festival. L’intera mattinata ha messo al centro lo stato di attuazione degli interventi per l’infrastrutturazione delle reti digitali su tutto il territorio regionale. Con un focus sulle aree bianche (ovvero quelle a “fallimento di mercato”) e nelle aree grigie, dove le connessioni corrono più lentamente.

Giani: prioritaria la connettività nei territori

Vogliano una Toscana protagonista nella rete di connettività per consentire in ogni punto della regione di essere raggiunti e di comunicare. Speriamo di poter fare con risorse dal Pnrr, dalle risorse europee, altrimenti ci metteremo risorse regionali – ha aggiunto il presidente – anche perché questo si lega all’obbiettivo della Toscana diffusa che ci siamo dati”.

Noi non vogliamo la concentrazione nelle grandi città, lo spopolamento – ha concluso –, vogliamo che il territorio abbia i suoi presidi le sue basi di lavoro, di scuola, di servizi, di sanità, e in tutto questo è fondamentale la connettività”.

Ciuoffo: connettività sempre più veloce ma…

La rete va sempre più veloce anche nella Toscana diffusa. Ma “si sta impiegando troppo tempo”, aveva detto poco prima l’assessore all’innovazione Stefano Ciuoffo nel panel precedente con dirigenti delle principali compagnie di connettività e telefonia del Paese che si stanno occupando di cablare il territorio regionale.

Il punto sulle aree bianche in Toscana

Per quanto riguarda le aree bianche, il piano da 71 milioni di euro di risorse europee della precedente programmazione per portare la fibra a 670mila cittadini toscani e 460 mila unità immobiliari, è “scivolato – ha ricordato Ciuoffo – dal 2022 al 2025”. Ad oggi i comuni in cui sono stati completati gli interventi sono 186 e 256.276 le unità immobiliari raggiunte da servizi in banda larga.

Sul fronte del Piano Italia a 1 Giga, per le aree grigie (assenza di rete a velocità di almeno 300 Mbit/s in download) e a valere sui fondi Pnrr, è previsto un un investimento di 255 milioni di euro e sono interessati 549.188 civici. Ad oggi sono 16.839 i civici connessi, mentre 61.607 quelli in lavorazione.

Toscana al lavoro per essere sempre più veloce

Infine il 5G, “Piano Italia 5G”, finanziato con fondi Pnrr e gestito a livello nazionale da Infratel Italia. Suddiviso in due tipologie di interventi, sono 810 le postazioni da realizzare o su cui intervenire. Ad oggi sono 83 i siti realizzati e 170 quelli in lavorazione.

Siamo in corsa, le cose si stanno realizzando, stiamo raggiungendo i traguardi che sono sul tavolo. Sta partendo la copertura del 5G – ha evidenziato Ciuoffo-. Paghiamo ritardi e divari enormi, e li paghiamo in termini materiali e in termini culturali, sul fronte delle infrastrutture e delle competenze”.

Criticità su ripristini e proprietà delle reti

E poi non c’è soltanto la rapidità dei lavori. L’assessore Ciuoffo non si sottrae a mettere in evidenza le altre criticità emerse in questi anni come i ripristini delle sedi stradali, ad esempio, o la proprietà delle reti. Su quest’ultimo punto ha osservato: “Reti e dati sono una partita che riguarda la democrazia, su cui ci deve essere una riflessione responsabile da parte di tutti. Sulle aree bianche avevamo lucidamente individuato il tema della proprietà pubblica. Mentre si è deciso di cedere per quanto riguarda le aree grigie e credo che ne pagheremo le conseguenze in futuro”.

L’assessore si è detto convinto che “alcuni elementi in uno stato avanzato e democratico come il nostro devono essere patrimonio della collettività e non di interlocutori privati, per quanto autorevoli e solidi”.

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