Arriva per la prima volta a Firenze una grande mostra firmata National Geographic: fino al 12 aprile 2026, Villa Bardini ospita “Oceani” la prima esposizione personale in Italia dedicata al fotografo di fama mondiale David Doubilet.
L’iniziativa è promossa da Fondazione CR Firenze e Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con National Geographic.
“È un grande piacere portare la prima mostra di National Geographic a Firenze, a Villa Bardini – afferma Marco Cattaneo, direttore di National Geographic e curatore della mostra – con un autore che è molto più di uno straordinario fotografo subacqueo. David Doubilet ha iniziato a praticare la fotografia subacquea quando era appena agli albori, e dunque ne rappresenta a tutti gli effetti la storia. E il suo impegno di oggi per la tutela degli oceani è la testimonianza di una vita consacrata alla scoperta, all’esplorazione, alla conservazione”.

Doubilet il pioniere della fotografia subacquea
David Doubilet, newyorkese di nascita, fotografo subacqueo ispirato dalla leggendaria figura di Jacques-Yves Cousteau, per oltre mezzo secolo ha percorso i mari di tutto il mondo documentandone la straordinaria bellezza, raggiungendo i luoghi più incontaminati e realizzando scatti che gli hanno permesso di diventare uno dei più apprezzati professionisti della fotografia naturalistica.
Autore di ben 79 servizi per National Geographic, per cui ha cominciato a lavorare nel 1971, e di 12 libri, vincitore di numerosi e prestigiosi premi fotografici, è stato tra l’altro tra i primi fotografi a usare la tecnica dell’over/under, che permette di catturare simultaneamente ciò che accade sott’acqua e sopra la superficie. Oggi ha 79 anni e continua a solcare i mari.
Con oltre 80 immagini scattate in tutti i mari del mondo, la mostra celebra la maestosità e la vulnerabilità degli ecosistemi oceanici, minacciati oggi dal cambiamento climatico e dalle attività umane.
Le immagini, realizzate insieme alla biologa marina e compagna di vita Jennifer Hayes, raccontano la vita sommersa come una frontiera di bellezza e di responsabilità.

Gli scatti più iconici di Doubilet
Tra le fotografie più emozionanti della mostra: un’immagine aerea, uno dei tratti più spettacolari della Grande Barriera Corallina australiana sorvolato da un piccolo aereo De Havilland Beaver che trasporta subacquei in un’area dedicata alle immersioni.
E ancora: un piccolo di tartaruga verde (Chelonia mydas) nuota verso il mare aperto nelle acque cristalline della laguna di Nengo Nengo, un piccolo atollo dell’arcipelago delle Tuamotu, nella Polinesia Francese; il ghigno clownesco di un pesce pappagallo arcobaleno (Scarus frenatus) al largo del Queensland, in Australia.
C’è poi l’immagine che ritrae la subacquea Dinah Halstead circondata da un anello di barracuda nelle acque di Papua Nuova Guinea nel 1987, la foto che apre il percorso della mostra e che David Doubilet considera l’immagine simbolo della sua opera.
