Elias Rønnenfelt, carismatico frontman della band danese degli Iceage da 16 anni, è una delle figure più affascinanti e imprevedibili emerse dalla scena post-punk europea degli ultimi anni.
Nato a Copenaghen, ha fondato gli Iceage nel 2008, ancora adolescente, portando con sé un’urgenza creativa feroce e viscerale. Con la band ha esplorato sonorità sempre più complesse, passando dal caos abrasivo degli esordi all’eleganza decadente degli ultimi lavori.
Parallelamente ha coltivato progetti come Marching Church e Vår, dimostrando una versatilità che sfida le etichette. Tra poesia, dissonanza e romanticismo la sua carriera è una continua tensione tra rovina e rinascita.
Elias Rønnenfelt sarà in concerto venerdì 9 maggio al Circolo Arci Il Progresso di Firenze.
Il nuovo disco Heavy Glory
Heavy Glory è il primo album solista di Elias Rønnenfelt, racconta storie di ispirazione e perseveranza di fronte al caos, all’isolamento e all’eccesso. Il mondo che descrive è un caos luminoso, Rønnenfelt ci è immerso dentro e sa come starci.
Nel disco registrato a Copenaghen Elias suona le chitarre, mentre Dan Kjær Nielsen degli Iceage è alla batteria. Collaboratori di lunga data fanno capolino nel disco, tra cui Peter Peter, leggenda del punk danese ’77, mentre Joanne Robertson e Fauzia aggiungono contrappunti vocali in due brani.
“L’ho fatto molte volte,” racconta Rønnenfelt parlando della creazione dell’album, “ma catturare e cristallizzare un disco rimane un rituale unico, solo con circostanze diverse. Stiamo catturando qualcosa di difficile da trattenere.”
Le prime canzoni dell’album hanno preso forma nella primavera del 2022, in quel curioso limbo post-pandemico in cui il mondo non era né aperto né chiuso. Stanco di non poter fare musica, Rønnenfelt annunciò ai suoi fan e amici che avrebbe suonato ovunque in Europa, in qualsiasi venue, per chiunque volesse ascoltarlo.
Così, in viaggio, scriveva canzoni e il giorno dopo le suonava. Sono queste canzoni, nate nei boschi e nei salotti, nelle librerie e nelle cappelle, a costituire il cuore pulsante di Heavy Glory.
L’album esplora tutto ciò che gli amanti fanno, dal più disperato al più puro. Il percorso tortuoso di Heavy Glory è attraversato da una presenza amorosa sfuggente e mutevole, che appare e scompare tra le tracce, provocando Rønnenfelt, attirandolo e respingendolo. “Like Lovers Do”, il brano d’apertura, lo supplica di essere travolto “come fanno gli amanti”.
“Close” descrive la sottile linea tra gelosia e protezione, mentre “Unarmed” è un canto di resa. Con il battito incalzante di una drum machine, “Worm Grew a Spine” dipinge il ritratto di un’“imperatrice” sull’orlo dell’opportunismo, con un turbine di parole e temi che ricordano i deliri lisergici di Blonde on Blonde.