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Fast Animals and Slow Kids in concerto a Firenze: “Portiamo sul palco il caos che abbiamo in testa”

Il 28 aprile in concerto al Tuscany Hall di Firenze la band che da Perugia è partita alla conquista del rock indipendente italiano, ascolta la nostra intervista

FASK

I Fast Animals and Slow Kids sono un gruppo di amici, Aimone Romizi, Alessandro Guercini, Alessio Mingoli e Jacopo Gigliotti, che nel 2008 ha fondato una band per puro divertimento.

Partiti da Perugia hanno conquistato in un decennio la scena del rock alternativo italiano.

Fanno musica per una generazione che non trova una definizione e spazio per esprimere quello che si agita dentro.

I fan li adorano e li seguono quasi come una religione.

Scritto e registrato durante la pandemia, “È già domani” è il loro disco della maturità. L’album è frutto di due lunghi anni di lavoro che hanno portato i FASK nuovamente in studio dopo il precedente album del 2019 “Animali notturni”.

Ospiti speciali del disco Lodo Guenzi per il testo di “Come un animale” mentre Willie Peyote firma la sua parte in “Cosa ci direbbe”.

Per presentare questo nuovo lavoro e avere la possibilità di incontrare nuovamente i numerosi fan che non hanno mai fatto mancare alla band, durante questi primi 10 anni di carriera, il loro sostegno, i Fast Animals and Slow Kids hanno deciso di rimettersi in viaggio e ripartire per un tour in giro per l’Italia che li porterà il 28 aprile in concerto al Tuscany Hall di Firenze.

Ecco la nostra intervista ad Alessio Mingoli

Da uno a dieci quanto avete voglia di tornare a suonare?

318! Tantissimo, veramente tanto. Battute e matematica a parte abbiamo una voglia infinita perchè noi come tanti altri colleghi siamo rimasti bloccati con il tour che dovevamo fare nel 2020 saltato e quindi sono due anni che abbiamo in testa un concerto che vogliamo suonare a cui si è aggiunto anche un disco uscito da poco. Abbiamo una marea di canzoni nuove da suonare, abbiamo un caos in testa e lo poteremo sul palco.

La prima volta che ho ascoltato il vostro nuovo disco “E’ già domani” ho pensato proprio, questo è un disco da ascoltare sotto a un palco, quanto vorrei sentirlo dal vivo! Mi sembra che lo abbiate scritto proprio pensando alla dimensione live

Ci fa piacere perchè questa è una cosa che ci caratterizza un po’ da sempre a dir la verità. Sin dagli inizi abbiamo sempre pensato a come le canzoni sarebbero state sul palco. Ma forse mai come in questi ultimi anni questo elemento, anche inconsciamente ha pervaso la scrittura, perchè l’idea di tornare sul palco è una costante. Si è interrotto questo digiuno l’estate scorsa, quando abbiamo portato in giro un tour acustico bellissimo, una forma nuova che non avremmo mai sperimentato però adesso abbiamo voglia di fare quello che più banalmente ci riesce meglio, i concerti rock’n roll!

Avete dei fans che vi amano moltissimo, forse quello che vi unisce è che in un certo senso condividete gli stessi valori e forse anche gli stessi problemi generazionali, cosa ne pensi?

Sicuramente, non so se è una fortuna o una sfortuna. Ci dispiace che ci siano tante persone che condividono i nostri stessi problemi però è bello anche vedere che ogni canzone trova tanti punti in comune con le persone ma spesso non sono neanche punti in comune. Le canzoni hanno tante interpretazioni diverse, nel momento in cui escono ognuno le rende proprie. E’ bellissimo parlare con le persone dopo i concerti e scoprire come ognuno ci legge qualcosa di totalmente diverso da come ci aspettavamo, ma altrettanto valido e bello.

Passando a parlare del disco “Stupida canzone” è diventato quasi un manifesto, quando parlate dell’ “ossessione di sorridere al futuro”, vi fate interpreti proprio dei giovani che non credono più al buonismo e a quell’ “andrà tutto bene” di cui si parlava qualche anno fa

E’ abbastanza centrata come interpretazione, purtroppo siamo abbastanza egocentrici nel nostro analizzare la realtà. Stupida canzone è legata al nostro modo di vedere il tempo e questo è un po’ anche il tema centrale del disco: l’ossessione di essere sempre proiettati al futuro, non per forza un futuro lontanissimo, può essere anche un futuro vicino. La distanza tra presente e futuro sta scomparendo, quindi se da una parte è uno slancio positivo, da un altro punto di vista si perde l’oggi, non si vive più il presente come dovrebbe essere vissuto. Il tentativo è quello di cercare di riprendersi il presente e viverlo al meglio.

“Senza deluderti” è un’altra delle mie canzoni preferite, è il classico caso in cui un cantante riesce a dare voce a pensieri o emozioni che non si riescono a esprimere a parole, il grande potere della musica!

Questa cosa ogni volta ci stupisce, è incredibile la connessione che si riesce a trovare con le persone. Dall’esterno può sembrare scontata ma per ogni ogni volta è incredibile. Questo è un pezzo particolare, perchè è il pezzo con cui abbiamo chiuso l’ultimo tour acustico ed è una canzone divisa a metà. La prima parte è tranquilla e poi ha un finale super rock’n roll con cui ci siamo lasciati proprio per darci appuntamento al primo tour elettrico, è stata una promessa che abbiamo fatto a tutti, che saremo tornati. Avrà una grossa importanza anche nel prossimo tour.

Un’altra canzone che mi ha colpito è “Fratello mio” perchè è una sorta di carezza, un messaggio per una persona che sta passando un periodo difficile. Mi sembra bello voler parlare anche di questo aspetto della vita, difficili da trattare in una canzone

La canzone parla di un dolore travolgente e profondissimo, senza entrare nel dettaglio della vicenda che ha ispirato il pezzo. Questa canzone è un abbraccio, un tentativo di aiutare una persona che ti è molto vicino, anche se sai che non potrai far altro che stringere a te quella persona. Il tentativo estremo di dare conforto a qualcuno che sta vivendo un momento terribile della sua vita, ma che speri di poter aiutare a superarlo.

Siete nati dieci anni fa in un città che viene considerata un po’ “provinciale” come Perugia. In una canzone cantate “cosa ci direbbe mamma”, io volevo chiedervi, cosa vi dicono i vostri genitori adesso che avete raggiunto il successo, siete conosciutissimi in Italia?

Ormai si sono arresi, no scherzi a parte abbiamo avuto tutti approcci molto diversi. Aimone viene da una famiglia super aperta dal punto di vista artistico, già suo fratello prima di lui suonava quindi i genitori gli hanno sempre detto ‘fai quello che vuoi’. Ma un po’ tutti in realtà abbiamo avuto appoggio. Raccontiamo sempre la storia del nostro chitarrista Alessandro. Da piccolo a 14 anni i suoi genitori l’hanno messo davanti a una scelta critica, tra il motorino e la chitarra e lui incredibilmente ha scelto la chitarra. Ogni volta che lo raccontiamo chiunque rimane sbalordito, quasi tutti avrebbero scelto il motorino e ripensandoci ora anche lui avrebbe scelto diversamente.

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