Animali rari, che hanno scelto l’area protetta del Parco della Maremma come casa per trascorrere l’inverno. Un evento talmente eccezionale da richiamare appassionati, fotografi e naturalisti da tutta Italia. Si tratta del nibbio bianco e della moretta codona.

Due specie molto diverse tra loro, spiega Francesco Pezzo, zoologo e consigliere del Parco. “Il nibbio bianco è un piccolo rapace dal piumaggio chiaro e da caratteristici occhi rossi. Si nutre di piccoli mammiferi e rettili, che caccia nelle campagne ed è tipico delle zone semidesertiche dell’Africa sub-sahariana, ma è presente anche in Spagna, Portogallo e nella Francia meridionale. Non è una specie in pericolo, ma è rara, con una popolazione inferiore alle 4mila coppie”.
Il nibbio bianco non è il tipico uccello migratore, ma “dal 2019 le osservazioni in Italia sono aumentate” e l’esemplare che ora vive a Rispescia “dovrebbe essere la sesta osservazione toscana in assoluto”.
La moretta codona, l’anatra che viene dal profondo nord e che rischia l’estinzione
Molto diversa è la storia della moretta codona, un’anatra marina considerata specie a rischio. “Ha gravissimi problemi di conservazione – spiega Pezzo– ed è classificata come “vulnerabile” dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. La moretta codona è specie artica, che nidifica nel profondo nord, nella tundra russa, e che in inverno migra arrivando alle nostre latitudini in piccolissimi numeri”.
Prima di adesso, non si è mai vista a Bocca d’Ombrone. “Essendo un’anatra tuffatrice, in grado di immergersi per molti metri, potrebbe aver trovato qui dei fondali ideali, per la presenza di molluschi e crostacei, che sono elementi importanti della sua dieta”.
Perché il Parco della Maremma?
I nuovi ospiti del Parco potrebbero aver scelto la Maremma per diverse ragioni. “Sicuramente la Maremma continua a mostra, ancora e nonostante tutto, un alto grado di naturalità”, dice il presidente del Parco della Maremma Simone Rusci. Le aree protette rappresentano infatti per questi animali un luogo sicuro per vivere e riprodursi, lontano dai fattori di disturbo e dai pericoli (come la caccia).
“Insieme alle farfalle – precisa sempre Francesco Pezzo -, gli uccelli sono i migliori organismi indicatori della qualità dell’ambiente e, infatti, sono tra i primi sparire quando gli habitat si degradano e i primi a tornare quando si ricreano le condizioni ambientali idonee. Inoltre, ci dicono molto sul ruolo delle aree protette: negli anni scorsi il nibbio banco aveva soggiornato nel 2020 all’oasi Wwf del lago di Burano e nel 2021 alla Diaccia Botrona. Queste aree sono le uniche che, oltre alla naturalità, garantiscono la pace e la tranquillità di cui queste specie hanno bisogno”.