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I Tropea da X-Factor in concerto a Firenze: tutti i sogni e le speranze di una giovane band

Sabato 3 febbraio la band finalista di X-Factor arriva in concerto al Glue Alternative Concept Space di Firenze per presentare il suo ultimo disco “Serole”

Tropea - © Filiberto Signorello

I Tropea nascono nel 2017 a Milano, dove presto diventano una delle band di riferimento della scena underground grazie alla loro potenza live e alla capacità di esplorare generi diversi e cantare sia in italiano che in inglese.

Nel 2019 esce il loro primo Ep “Sad Reacc Only”, seguito nel 2020 da “Your Wonderful Time” e, a giugno dello stesso anno, dal terzo Ep “Might Delete Later”, che viene notato tra gli altri anche da DJ Kevin Cole, che sceglie la loro “Technicolor” come Song of the Day per la celebre KEXP Radio di Seattle.

Le influenze della loro musica spaziano dall’alternative degli anni 2000 al postpunk di inizi anni ’80 e al beat degli anni ’60. Nei testi delle loro canzoni, invece, esplorano le sottoculture di internet, la vulnerabilità, i sogni, la solitudine e le speranze per il futuro.

La passione per la musica dal vivo li ha portati nel corso della loro carriera a esibirsi sui palcoscenici di tutta Italia in numerosissimi concerti.

Nel 2022 partecipano alla sedicesima edizione di X Factor nel roster di Ambra Angiolini, arrivando in finale.

Durante il talent esce il loro inedito “Cringe Inferno”, brano contenuto nella compilation X Factor Mixtape 2022 e che dà il nome allo Spring Inferno Tour che li ha visti protagonisti di quattro concerti ad aprile 2023.

“Gallipoli” uscito a settembre e “Discoteca” a novembre, hanno anticipato il primo disco della band milanese: “Serole” uscito il 12 gennaio 2024.

I Tropea hanno accompagnato Francesca Michielin nelle sei date di “Suono sabato all’Arca”, un format di serate live accompagnate da una jam session finale.

Sono attualmente impegnati nel “Serole tour” che li vedrà protagonisti nei principali club italiani, sabato 2 febbraio saranno in concerto al Glue Alternative Concept Space di Firenze. 

Pietro Lupo Selvini (voce), Lorenzo Pisoni (basso), Domenico Finizio (chitarra) e Claudio Damiano (batteria) sono pronti ad accendere gli strumenti!

Ecco la nostra intervista

Ciao ragazzi il vostro disco si intitola “Serole” so che è un luogo a cui siete molto legati…

Lorenzo: Serole è un piccolo paese in Piemonte dove Pietro, il nostro cantate, ha una casa nel nulla delle Langhe, nella quale ci ritroviamo ogni anno da quando ci siamo formati, per registrare. È un posto a cui siamo molto legati, è davvero un luogo del cuore, in mezzo alle colline e ai boschi, in cui riusciamo a trovare un po’ di pace e isolamento dal mondo esterno per creare indisturbati il nostro materiale.

La cosa più difficile dentro X-Factor è mantenere la propria identità, ma credo che noi ci siamo riusciti. Penso che chi ci ha visti in televisione abbia visto i veri Tropea

So che la foto della copertina del disco l’avete scattata proprio durante un Capodanno a Serole

Sì non è solo un luogo in cui registrare, è una casa bellissima in cui spesso trascorriamo le vacanze. Un posto in cui si sta bene e che abbiamo deciso di celebrare dando al nostro primo album il nome di “Serole” perché se lo meritava.

Siete passati attraverso X-Factor arrivando anche in finale. Com’è stata questa esperienza, non è semplice uscire indenni da quel meccanismo 

È un percorso complicato, è difficile reggere un programma televisivo, perché la cosa più importante è sempre la televisione, la musica viene in secondo piano. Questo comporta delle scelte a cui uno deve “sottostare” o adattarsi. Noi scherzando diciamo che siamo già “vecchi”, alcuni dei partecipanti hanno compiuto 18 anni lì dentro. Immaginati cosa vuol dire per una persona di soli 18 anni, all’inizio della sua carriera musicale, affrontare X-Factor, come Linda. La cosa più difficile lì dentro è mantenere la propria identità, ma credo che noi ci siamo riusciti. Penso che chi ci ha visti in televisione abbia visto i veri Tropea. Non penso che abbiamo dato un’immagine fuorviante o lontana da quello che siamo.

Passando a parlare del vostro disco “Serole” è un album per certi versi spiazzante, sia perchè cantate sia in italiano che in inglese, ma anche perchè passate da pezzi freschi e “estivi” come “Gallipoli” quasi una hit, a pezzi completamente diversi come “Sick”

Il disco rispecchia le personalità contenute in ciascuno di noi. Noi scriviamo pezzi diversi l’uno all’altro. È anche vero che abbiamo deciso di dare una forma completamente eterogenea a quest’album, ci sono mood, atmosfere diverse. “Gallipoli” è una hit anti-estiva, “Sick” è stato scritto durante la pandemia e quindi ha preso un tono dark-malinconico, poi ci sono altri pezzi più sognanti come “All my Life”.

“Parole” è il primo pezzo  che abbiamo scritto tutti e quattro insieme nell’estate del 2022. L’album contiene tante cose che abbiamo deciso di raccogliere, ci sono brani scritti nel 2017, brani scritti nell’estate in cui registravamo, c’è tanto dei Tropea in tante forme diverse, siamo un gruppo abbastanza camaleontico.

Spesso quando si parla della vostra musica si citano Colapesce e Dimartino, i Verdena e i Baustelle, ma l’intro di “Ti amerei” mi ha ricordato gli Interpol. Ho l’impressione che i vostri ascolti siamo soprattutto band estere, ho ragione?

Pietro: Diciamo che storicamente i nostri ascolti sono sempre stati abbastanza angofili. Quando abbiamo iniziato con i Tropea cantavamo solo in inglese, quindi l’influenza internazionale sicuramente c’è. Non abbiamo mai voluto abbandonarla quando abbiamo iniziato a sperimentare con l’italiano. Abbiamo capito che ci sono canzoni che nascono in inglese, canzoni che nascono in italiano e canzoni che possono essere ibride. Non ci poniamo limiti.

Ragazzi vi aspettiamo al Glue, cosa ci farete sentire?

Il concerto sarà basato principalmente sull’ultimo disco “Serole”, i nostri pezzi storici del passato, ma anche qualche “chicca” che non abbiamo mai suonato live ma che abbiamo deciso di tirare fuori per l’occasione. 

Tropea, Serole

 

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