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IA e sanità: l’assistente virtuale per i giovani pazienti sviluppata a Siena vola negli Usa

L’avatar Katherine, sviluppata dall’azienda QuestIT, è in grado di capire il linguaggio medico e sarà utiizzata nel Massachusetts General Hospital di Boston per interagire con le famiglie

Intelligenza artificiale

Si chiama Katherine la prima assistente virtuale per giovani pazienti messa a punto a Siena e pronta a entrare in servizio in un ospedale negli Stati Uniti. Si tratta di un avatar in grado di comprendere e comunicare il linguaggio medico, che avrà dunque il compito di parlare con bambini e adolescenti, elaborare un quadro clinico dettagliato e fornire informazioni ai medici in carne e ossa.

Il sistema di AI sviluppato dalla QuestIT

Il nuovo sistema basato sull’Intelligenza Artificiale è stato sviluppato dall‘azienda senese QuestIT e comincerà il proprio lavoro a partire dai primi mesi del 2024 nel Massachusetts General Hospital di Boston. Katherine aiuterà, in particolare, a salvaguardare la salute cardiovascolare dei giovani pazienti sotto i 18 anni che presentano fattori di rischio come ipertensione a riposo, colesterolo alto e problemi legati al sonno.

L’assistente virtuale aiuterà le famiglie a compilare dei questionari relativi alle abitudini alimentari e agli aspetti sociali e psicologici dei ragazzi. I dati raccolti saranno poi inviati ad un gruppo di professionisti composto da cardiologi, nutrizionisti e psicologi che, a seconda delle necessità, elaboreranno terapie su misura.

“Velocità, immediatezza e precisione, questi sono i vantaggi correlati dall’inserimento di un ‘digital human’ all’interno di un contesto operativo come quello sanitario – spiega afferma Ernesto Di Iorio, amministratore delegato di QuestIT – inoltre, Katherine è in grado di gestire in autonomia le cartelle cliniche presenti nel sistema di archiviazione dell’ospedale e conversare in autonomia con pazienti e medici in maniera precisa ed efficace, riducendo eventuali problemi legati alla privacy e al trattamento di dati personali. Ciò dimostra che l’AI può essere un più che valido alleato nella lotta contro malattie e virus”.

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