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Il Teatrino Sintetico Futuribile dei senesi laLut vince il 1° premio al Roma Fringe Festival

Ideata dai senesi Marco Bianciardi, Andrea Fagioli, Ugogiulio Lurini e Lorenzo Marzocchi un’opera digitale che mescola vecchio e nuovo, artigianato e tecnologia, realtà e virtualità

Il sipario rosso si alza e in scena ci sono due cellulari attraverso i quali recitano a distanza gli attori. Questa è l’idea geniale che ha avuto il laLut – Centro di Ricerca e Produzione Teatrale che durante i mesi di lockdown ha creato il “Teatrino Sintetico Futuribile” che ha vinto il Primo Premio al Roma Fringe Festival 2021 come miglior spettacolo nella sezione Fringe Tube.

Cos’è il Teatrino Sintetico Futuribile

Il Teatrino Sintetico Futuribile è un’opera digitale di Marco Bianciardi, Andrea Fagioli, Ugogiulio Lurini e Lorenzo Marzocchi che mescola vecchio e nuovo, artigianato e tecnologia, realtà e virtualità: pupazzi realizzati con materiali di riciclo, montati su macchine radiocomandate in scena, integrati con uno smartphone tramite il quale ogni teatrante può recitare da casa video-chiamando in diretta il proprio avatar sul palco.

Dal 18 al 21 marzo 2021 ben ventitré interpreti sono virtualmente saliti sul palco del più che reale Teatrino, fisicamente allestito negli spazi della Corte dei Miracoli di Siena, recitando in remoto dalle loro abitazioni nei più disparati luoghi (Torino, Firenze, Rodez, Orvieto, San Benedetto del Tronto, Terracina, Siena e vari comuni limitrofi) in tempo reale; così come in tempo reale musiche ed effetti sonori sono stati trasmessi in rete da Berlino.

Un risultato raggiunto anche grazie al supporto della Corte dei Miracoli Centro di Arti e Culture Contemporanee e della Fondazione Toscana Spettacolo nell’ambito del progetto “Così remoti. Così vicini”.

Ecco la nostra intervista a Ugogiulio Lurini

L’idea del Teatrino Sintetico Futuribile è nata durante la prima chiusura. Prospettandosi un lungo periodo in cui sapevamo che non si sarebbe potuto fare teatro, abbiamo cominciato a domandarci come potevamo portare avanti la nostra ricerca e il nostro lavoro, spesso anche facendo lunghe videochiamate con le quali ci facevamo coraggio a vicenda. Abbiamo buttato giù qualche idea poi quando è uscito il bando della Fondazione Toscana Spettacolo “Così remoti, così vicini”  abbiamo concretizzato il progetto dandogli una forma più definita.

Credo sia la prima volta che a teatro gli attori recitano attraverso il loro cellulare, mi incuriosisce molto… come avete fatto praticamente a realizzare le scene?

Io dal punto di vista tecnologico sono abbastanza preistorico. I primi tempi in cui abbiamo cercato di realizzare il progetto li ho passati a capire cosa avremmo fatto. Due di noi avevano le idee chiare, io e lo scenografo che siamo abituati a fare le cose in modo più artigianale no. Poi piano piano mi sono reso conto che il sistema praticamente è questo: gli attori a casa recitavano tramite il loro cellulare che trasmetteva ai cellulari presenti in scena dentro i quali compariva la loro faccia. I cellulari “sul palco” erano poi inseriti in un burattino o in un oggetto e la scena era ripresa da altri cellulari che trasmettevano su YouTube.

Tutto questo è avvenuto grazie a una piattaforma multimediale interna il “Core”, una di quelle più usate dai ragazzi per giocare con i videogame. L’aspetto positivo della situazione è che siamo riusciti a far recitare insieme in scena persone lontanissime che non avremmo potuto riunire in altro modo.

Avete realizzato anche un “Manifesto” in cui dichiarate la morte del teatro tradizionale che sarà sostituito dal teatro mediato dalla tecnologia. Era uno scherzo vero?

Lo abbiamo scritto su imitazione dei manifesti futuristi e della loro veemenza, il loro spirito un po’ transhant, però ovviamente è un paradosso in cui si afferma una cosa per sostenere proprio il suo contrario. Anzi il nostro auspicio è che il teatro si possa fare il più possibile dal vivo. Questo periodo ci ha obbligati a esplorare altre forme artistiche che sono opere ibride che usano nuove tecnologie. Ma noi abbiamo sempre fatto teatro d’autore e quello vorremmo continuare a fare.

Quanto vi siete divertiti a fare il Teatrino Sintetico Futurista?

Tantissimo, è stato emozionante. Per noi è stato un modo per rimettere insieme tutte le persone che in 25 anni di carriera hanno lavorato con noi ma che ora vivono in varie parti del mondo da Berlino alla Francia. E’ stato divertente scoprire di poter fare teatro con queste nuove modalità tecnologiche che hanno i loro limiti tecnici ma è comunque teatro che ogni sera è andato in scena in diretta, ed è stato bello,

Nella stagione estiva che ormai è alle porte e tutto sembra possibile tornerete a fare teatro tradizionale?

Torneremo a fare spettacoli sul palco ma continueremo anche a coltivare le ricerche su questi nuovi mezzi tecnologici, ormai ci siamo dentro e ci interessa vedere dove ci portano. A Siena stanno iniziando timidamente a pensare di organizzare rassegne negli spazi aperti. Noi lavoriamo in un Centro Culturale alla Corte dei Miracoli dove è partita una campagna di Crowfunding per una rassegna di spettacoli dal vivo. Vogliamo tornare alla normalità prima possibile.

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