Cultura/

“La Calunnia” di Botticelli, uno studio svela i segreti del dipinto: Ovidio, Dante e Boccaccio lo ispirarono

I nuovi significati dell’opera conservata alla Galleria degli Uffizi sono raccolti in un volume curato da Monica Centanni e Sara Agnoletto

La Calunnia di Botticelli

Tra le fonti che ispirarono Sandro Botticelli per il dipinto “La Calunnia” – conservato agli Uffizi – c’erano anche Ovidio, Dante, Boccaccio, e le loro principali opere, ovvero Metamorfosi, Divina Commedia e Decameron. È questo, in sintesi, quanto emerge nel libro “La Calunnia di Sandro Botticelli. Politica, vizi e virtù civili a Firenze nel Rinascimento” (Officina Libraria), presentato oggi agli Uffizi e curato da Monica Centanni, professoressa di letteratura greca, e Sara Agnoletto, dottore di ricerca in storia delle arti, entrambe all’Istituto universitario di architettura di Venezia.

I significati nascosti nel dipinto

Lo studio rivela per la prima volta i significati nascosti nel dipinto di Botticelli attraverso riferimenti letterari, in particolare Ovidio, Dante e Boccaccio e indaga il problema della datazione dell’opera sotto una nuova luce. Secondo le autrici è stata proprio la Divina Commedia, oltre a dettare l’aspetto di uno dei personaggi in primo piano, Invidia, a ispirare alcuni degli spazi architettonici del loggiato, come quello raffigurante la flagellazione di ruffiani e seduttori, evidente rimando alle Malebolge.

Alle Metamorfosi di Ovidio si rifanno invece i rilievi di Apollo e Dafne, di Atamante e del giudizio di Paride, mentre di ascendente boccaccesco è il riquadro dedicato a Cimone e Ifigenia. E ancora, altre sculture risentono dell’influenza di Plinio, Livio, dell’antico testamento.  L’identificazione di tutte le immagini ha consentito alle studiose di classificare il dipinto come un vero e proprio ‘combattimento’ tra i vizi e le virtù del tempo, nel clima opprimente che seguì la morte di Savonarola.

I tesori di Botticelli agli Uffizi

Qualsiasi visitatore che abbia ammirato i tesori della sala di Botticelli agli Uffizi si sarà accorto che tra la “Nascita di Venere” e il piccolo dipinto della Calunnia esiste una connessione inconfutabile: infatti qui, tra le figure in primo piano spicca la Nuda Veritas, incarnazione degli ideali umanistici di verità ed onestà, mai nominata nel testo di Luciano di Samosata e dunque idea totalmente botticelliana. La donna, che si copre timidamente il pube mentre alza l’altro braccio verso il cielo, non è altro che una miniatura della “Venere” che, nella sala degli Uffizi, nasce dal mare a pochi metri da lei.

“La Calunnia” è infatti carica di autocitazioni botticelliane, che le ricerche delle autrici del libro hanno permesso di identificare per la prima volta.

Per il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schimdt il volume “rappresenta una svolta nella comprensione del misterioso quadro del grande pittore fiorentino. Grazie a nuove, convincenti ipotesi sulla datazione, all’identificazione di specifiche fonti letterarie e pittoriche e alla sfilata di immagini che mettono a fuoco le particolarità del dipinto, lo studio di Sara Agnoletto e Monica Centanni permette ai lettori di afferrare compiutamente il significato de ‘La Calunnia’, e di godere appieno, per la prima volta, della sua complessità tematica e visiva”.

I più popolari su intoscana