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La poetessa ucraina Ljudmyla Djadcenko vince il Premio Ceppo Internazionale Poesia 2023

La giovane poetessa molto attiva in patria e sulla scena internazionale, vicepresidente dell’Associazione degli scrittori ucraini sarà in Toscana da giovedì 23 a sabato 25 febbraio per incontrare il pubblico

Ljudmyla Djadčenko

Ljudmyla Djadčenko giovane poetessa ucraina molto attiva in patria e sulla scena internazionale, vicepresidente dell’Associazione degli scrittori ucraini, è la vincitrice della 67a edizione del Premio Ceppo Internazionale Poesia “Piero Bigongiari”, il primo premio italiano dedicato al racconto e alla poesia, diretto e presieduto da Paolo Fabrizio Iacuzzi.

La poetessa sarà premiata e incontrerà a Pistoia la giuria dei Giovani Lettori giovedì 23 febbraio (Auditorium Terzani, Biblioteca San Giorgio, ore 16, ingresso libero) e sabato 25 febbraio (Liceo Scientifico Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, evento riservato).

Venerdì 24 febbraio, a un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, nella Sala del Gonfalone del Consiglio Regionale della Toscana, in via Cavour 4 a Firenze, l’autrice terrà una Lecture dal titolo “La poesia dovrebbe iniziare il giorno in cui si nasce e non finire il giorno in cui si muore” (ore 16, ingresso libero).

Sarà inoltre presentata la sua antologia di poesie con testo a fronte “La fobia dei numeri” (Interno Poesia, 2023). Il primo libro a farla conoscere in Italia raccoglie molti testi inediti, selezionati e tradotti da Paolo Galvagni, uno dei maggiori studiosi italiani di letteratura ucraina e russa.

Come scrive Galvani nell’introduzione, le sue poesie “costituiscono un dialogo continuo, un poema composto di frammenti. Compare spesso Dio in questi monologhi interiori, la poetessa lo interroga, lo osserva. L’amore, la solitudine, il tempo, l’attesa e la ricerca, la perenne ricerca dell’essere. In scene disegnate attraverso la nostalgia e l’incertezza, Ljudmyla osserva quasi come dall’altro lato di uno specchio, conversa con i paesaggi, con gli animali.” “Per quanto riguarda i versi, qui presentati, – aggiunge – per circa la metà si tratta di poesie edite nel 2014 e 2015; l’altra metà risale agli anni 2019-2021 ed è ancora inedita in volume: è infatti di imminente pubblicazione una nuova raccolta poetica.”

Il libro contiene anche una lettera di Ljudmyla Djadčenko indirizzata al lettore sulle drammatiche vicende della Guerra nel suo paese, che si conclude con queste parole: “Adesso mi rendono felice le cose quotidiane. Provo nostalgia dei giorni in cui tutti i miei amici erano vivi, quando c’erano luce e acqua, prima di trascorrere metà delle mie giornate in uno scantinato, nascondendomi dai missili. E quando scrivo una poesia, adesso, piango come una bambina, perché mi accorgo che l’anima è in grado di vedere la bellezza, anche in mezzo all’oscurità e al dolore”.

La motivazione del Premio

La poetessa ucraina Ljudmyla Djadcenko vince il premio Ceppo Poesia Internazionale “Piero Bigongiari” per il suo viaggio spaesante e spiazzante dentro un vissuto reale e immaginario. Nel labirinto di una mente attenta alle emozioni e agli affetti, avviene l’incontro folgorante con le figure delle grandi narrazioni e religioni: tra le altre, l’Ulisse dell’Odissea, la Didone dell’Eneide, il figliol prodigo del Vangelo, il Budda del Samsara, le voci del Corano. In questo catasto frammentario, solo la lingua “sapienziale” della poesia è in grado di farle dialogare tra loro: “mi confondo nelle parole. nelle lingue mi confondo”. Qui sta il segreto della sua poesia: pur all’apparenza disincarnata, è attenta ai particolari e agli interstizi in cui il senso pare velarsi e rivelarsi insieme, imprendibile. Alla “fobia dei numeri” si oppone dunque un’altra algebra della mente, per cui anche l’umorismo diventa la sfida della melanconia al dolore: “i libri somigliano alle mestizie dei poeti: / un po’ di domande / un po’ di sogni / un po’ di umorismo / ma come spesso capita è stato male interpretato”. Pur al riparo da un’idea esplicita di poesia civile, è tuttavia evidente nella scrittura di Ljudmyla Djadcenko l’impegno a tessere quello stretto dialogo fra Occidente e Oriente, per cui solo la poesia sembra essere in grado di esplorare le ragioni profonde di una bellezza legata all’etica, con la quale ricostruire le istanze di una civiltà basata sul dialogo e sulla pace.

Chi è Ljudmyla Djadčenko

Ljudmyla Djadčenko è nata nel 1988 a Morynci, nell’Ucraina centrale. Nel 2012 si è laureata in filologia all’Università di Kiev, nel 2016 ha conseguito il dottorato (teoria della letteratura e comparatistica). Attualmente vive e opera nella capitale ucraina.

Ha debuttato nelle riviste “Odnoklasnyk” (2007), “Molodyj žurnalist” (2006), nell’almanacco “Svjatyj Volodymyr” (2007). Al 2010 risale la prima raccolta matura: Dychannja metelykiv [Il respiro delle farfalle], uscita nella rivista “Sučasnist”. Suoi versi sono usciti nelle riviste ucraine “Kur’er Kryvbasu”, “Dyvoslovo”, “Šo”, “Epocha piskovyny”. Ha pubblicato le raccolte Plata za dostup [Pagamento per l’accesso] (2011), Kurka dlja turka [Il pollo per il turco] (2017).

Suoi versi sono stati tradotti in diverse lingue. Ha partecipato a numerosi festival di poesia: Georgia, Turchia, Tunisia, Cipro, Colombia, India. Nel 2012 è stata insignita del Premio Oles’ Hončar (Ucraina – Germania). Dal 2011 è membro dell’Associazione degli scrittori ucraini, della quale è stata eletta vicepresidente nel 2017.

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