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La Scuola Normale di Pisa apre l’anno accademico: crescono i fondi e il numero dei dottorati

Il direttore della Normale di Pisa Luigi Ambrosio ha inaugurato l’anno accademico 2023/2024 nel 213/o anniversario della nascita dell’istituzione universitaria in cui si sono formati premi Nobel e presidenti della Repubblica

La Scuola Normale di Pisa - © Marta Mancini

Il direttore della Normale di Pisa Luigi Ambrosio ha aperto l’anno accademico 2023/2024 nel 213/o anniversario della nascita dell’istituzione universitaria in cui si sono formati premi Nobel e presidenti della Repubblica.

Ambrosio ha ricordato gli obiettivi finora raggiunti nel suo mandato che terminerà nel 2025: “Per la prima volta nella nostra storia gli allievi del corso di dottorato hanno superato quelli dei corsi propedeutici alla laurea, siamo adesso a 370 allievi post laurea e 302 allievi del corso ordinario, che si svolge in parallelo con i corsi universitari a Pisa o Firenze. L’offerta didattica è cresciuta, siamo adesso a 15 corsi di dottorato e nuovi percorsi formativi legati all’intelligenza artificiale per gli allievi del corso ordinario”.

A settembre la Normale ha accolto 69 nuovi studenti provenienti da tutta Italia. Circa il 20% dei dottorandi proviene invece dall’estero.

Tra i dati di successo presentati dal direttore della Normale “dal 2021 al 2023 i finanziamenti erogati dal ministero che premiano la qualità della ricerca sono aumentati del 20%, nella gara internazionale di fisica Plancks 2023 due squadre di normalisti si sono piazzate al primo e al secondo posto a livello mondiale, un’allieva di storia dell’arte ha vinto una borsa presso il Museum of Fine Arts di Boston e collaborerà al riallestimento delle sale dedicate alla collezione etrusca e italica e 4 ex allievi sono premiati al 22/o congresso nazionale dell’Unione matematica italiana”.

Ambrosio ha infine annunciato che “entro l’anno tutti gli edifici saranno sottoposti a uno studio di fattibilità e analisi energetica ed entro il 2026 saranno aggiornate le diagnosi energetiche e potranno essere identificate ulteriori opere di riqualificazione”.

Infine ha concluso: “Vorrei continuare a prendermi cura di questa istituzione come lo si fa di una casa che ci è particolarmente cara, perché custodisce cose materiali e immateriali preziose, non solo il passato dei miei ricordi di allievo e professore, ma soprattutto il presente e il futuro dei tanti ragazzi che vi abitano per uno scorcio importante della propria vita, riponendo in essa sogni e ambizioni”.

Luigi Ambrosio
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