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Prodotti a km zero: Coldiretti chiede l’etichetta per il made in Tuscany

In un momento di difficoltà per l’agroalimentare causato dal coronavirus, Coldiretti lancia la campagna #laToscananonsiferma e #mangiaItaliano

I toscani amano mangiare cibo km zero dato che il 94% dichiara di voler tornare nei mercati contadini, mentre il 71% è pronto a spendere anche il 5% in più. Inoltre c’è un 38% dei consumatori favorevole ad acquistare prodotti agroalimentari ‘made in Tuscany’ nello stesso mercato di Campagna Amica anche se arrivassero a costare il 10% in più.

Questi alcuni dati di Coldiretti Toscana sulla base di una indagine Campagna Amica-Ixe in occasione del lancio della campagna #latoscananonsiferma e #mangiaItaliano che toccherà, a partire da oggi tutti i mercati di Campagna Amica ad Arezzo, Siena, Pistoia, Firenze, Pescia, Pisa, Livorno, Grosseto e Lucca. Obiettivo, chiedere all’Ue che sia esteso l’obbligo di origine delle materie prime in etichetta a tutti gli alimenti, a partire dai prodotti sui quali si è già sperimentato in Italia come latte, formaggi, carni trasformate, pasta, riso, derivati pomodoro.

“L’indicazione dell’origine in etichetta di tutti gli alimenti trasformati – afferma Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – è un valore irrinunciabile, attorno al quale ruota l’economia del Made in Italy agroalimentare nella nostra regione e va tutelato soprattutto in un momento di criticità come quello registrato nelle ultime settimane a causa del diffondersi del Coronavirus“.

Agroalimentare

L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa ed è stato raggiunto lo storico obiettivo della raccolta di 1,1 milioni di firme di cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti con la petizione europea ‘Eat original! Unmask your food’ (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) promossa dalla Coldiretti assieme ad altre organizzazioni europee.
“L’Unione Europea non deve perdere l’occasione di realizzare quella trasparenza richiesta in primo luogo dai consumatori che in larga maggioranza, tanto a livello europeo che nazionale, vedono nell’origine degli ingredienti un fattore fondamentale nella scelta di acquisto”, aggiunge il presidente Filippi. Nei mercati contadini di Campagna Amica della Toscana si ribadirà, inoltre, che #lItaliafabene e #mangiaItaliano per dare un contributo di speranza e positività e aiutare a ricreare il clima di fiducia e di tranquillità, venuto meno con il diffondersi del Coronavirus.

“L’analisi di quanto sta avvenendo negli agriturismi – dichiara Luca Serafini, presidente di Terranostra Toscana – che denunciano il 70% di disdette delle prenotazioni e le vendite al dettaglio dei fiori e delle piante fiorite in vaso in calo vertiginoso, assieme alla paralisi delle esportazioni, impongono coraggio e una strategia condivisa tra la Regione Toscana, il Governo e l’unione Europea per uscire presto dalla crisi, di cui si avrà l’esatto bilancio amaro tra qualche settimana”, conclude Serafini.

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