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Coronavirus: 6000 ristoratori toscani protestano con un ‘flash mob’

Hanno acceso simbolicamente le insegne dei locali dopo il rinvio delle aperture

- © Syda Productions

Seimila ristoratori in tutta la Toscana hanno partecipato al flash mob ‘Risorgiamo Italia’ promosso a livello nazionale dal Movimento imprese ospitalità, accendendo simbolicamente alle 21 le insegne dei loro locali, ancora chiusi per il lockdown.

I ristoratori aderenti alla protesta contestano il rinvio dell’apertura delle attività il primo giugno e chiedono norme sulla riapertura del settore. In tutte le città della Toscana delegazioni di imprenditori consegneranno simbolicamente le chiavi dei loro ristoranti ai sindaci, per richiamare l’attenzione sulle gravi difficoltà che sta vivendo il settore dall’inizio dell’emergenza coronavirus.

Mio, di cui il gruppo dei ristoratori della Toscana è membro fondatore, raccoglie in Italia circa 80mila rappresentanti del mondo Horeca (Hotellerie-Restaurant-Café).

Il sindaco Dario Nardella ha dichiarato: “Per bar e ristoranti è necessaria una moratoria per gli affitti da regolare con una norma nazionale. Per risolvere i problemi di spazio e garantire le distanze di sicurezza, dall’1 giugno a Firenze darò tutto l’ulteriore spazio disponibile gratis per il suolo pubblico, visto che sempre più studi scientifici affermano che all’aperto il rischio di contagio è molto più basso, dove la superficie esterna lo consente e usando anche la sosta dove è possibile”.

Il sindaco ha parlato anche del tema delle pulizie per ridurre i rischi di contagio da Coronavirus: “L’Emilia – ha spiegato – ha creato un fondo per dare i soldi di sanificazione” ai locali che hanno difficoltà ad attivare le procedure, è una idea che potrebbe essere estesa “in tutta Italia in modo che il 2 giugno” ci possano essere riaperture “senza costi in più”.

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