Fino al 2 novembre l’Acropoli di Volterra ospita “Metamorphòsis – Le forme dell’acqua” l’installazione di Cristiano Sabelli, realizzata in collaborazione con la Galleria Kalpa, come spin-off del progetto internazionale 2030 Urban Space.
L’acqua è da sempre il filo invisibile che unisce l’uomo alla sua storia. Sacra per gli antichi, principio di vita per i filosofi, simbolo di purezza e trasformazione nelle religioni, fino ad arrivare alla scienza contemporanea che ne indaga perfino la memoria: il suo valore attraversa epoche e culture, senza mai perdere forza.
L’installazione Metamorphòsis – Le forme dell’acqua che ha portato l’artista ad esporre in Francia e negli Stati Uniti, è una riflessione su questo legame inscindibile.
Collocata nella cisterna romana di Volterra (I sec. d.C.), l’opera intreccia passato e presente: le sculture in pietra dialogano con l’architettura antica, evocando tanto l’ingegno dei romani, capaci di trasportare e conservare l’acqua, quanto la responsabilità dell’uomo contemporaneo, chiamato a salvaguardare questa risorsa essenziale.
Cinque sculture, realizzate in pietra di Fontvieille e di Pont du Gard, si inseriscono, come simulacri, tra colonne, volte e pietra panchina muschiata.
Le superfici lattiginose e le linee delle opere creano un contrappunto visivo e simbolico con lo spazio, invitando il visitatore a fermarsi, osservare e riflettere sulla sacralità dell’acqua e sulla necessità urgente di preservare questa risorsa per il futuro dell’umanità.
Perché l’acqua non è soltanto un elemento naturale: è memoria, metamorfosi, sopravvivenza. Conservare il suo valore significa custodire la vita stessa.