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Palazzo Pitti guarda al futuro e diventa 3D: presentato a Firenze il suo “gemello digitale”

E’ la prima volta che grazie alla collaborazione con il Dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università di Firenze, un complesso antico così vasto e articolato viene integralmente riprodotto ad altissima definizione in ogni minimo dettaglio

20 giorni di volo con drone, 5137 scansioni e 54411 immagini di tetti e facciate, 12512 foto per la documentazione di 1533 vani, 150000 mq di superfici e 67 spazi aperti, 20 tera di dati immagazzinati: questi sono i numeri della campagna di analisi a cura del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze per la realizzazione di una “copia” 3D di Palazzo Pitti a Firenze.

E’ stato necessario un anno e mezzo per concludere tutte le operazioni di topografia e fotogrammetria terrestre con droni e scansioni laser di ultima generazione per quella che è di fatto, la prima digitalizzazione al mondo di un edificio storico civile così vasto e articolato. 

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha dichiarato: “Gli Uffizi si confermano di nuovo all’avanguardia dello sviluppo tecnologico: il gemello digitale, fedele fino al millimetro, di Palazzo Pitti non ha soltanto un enorme valore come documentazione dello status della Reggia, ma offre anche dati per la conoscenza e la ricerca storica. Ma non guarda solo a passato e presente, bensì anche al futuro: è uno strumento importantissimo per le progettazioni delle manutenzioni e dei restauri. Non ultimo, sarà possibile sviluppare delle esperienze per i visitatori nelle quali potranno vedere spazi normalmente non accessibili, oltre alla nascita e alla ‘crescita’ del Palazzo attraverso i secoli”.

Sala Bianca in 3D

Il perduto scalone a “lumaca”

Tramite il modello 3D si è riusciti a riportare alla luce ambienti dei quali si erano da secoli perse totalmente le tracce.

Tra questi anche l’ormai perduto scalone “a lumaca” realizzato nel Cinquecento dal celebre architetto e scultore toscano Bartolomeo Ammannati, prospiciente l’omonimo cortile interno della reggia.

Il progetto non si è però limitato alla riproduzione digitale degli esterni e delle strutture architettoniche, ma ha ricreato in digitale nel dettaglio anche tutti gli interni della residenza medicea, compresi opere, addobbi, suppellettili e decorazioni.

Modello 3D: una risorsa per il futuro

La digitalizzazione di Palazzo Pitti è uno strumento prezioso che costituirà il fondamento per lo sviluppo di un modello informativo su più livelli, dove i dati, costantemente aggiornati in tempo reale, potranno tornare utili per la conoscenza, la conservazione, la gestione e la valorizzazione del patrimonio.

Il nuovo rilievo digitale pone infatti le basi per un uso sostenibile dell’edificio, in linea con le esigenze dettate dal cambiamento climatico e dai rischi idrogeologici, che impongono un nuovo approccio alla documentazione digitale, soprattutto in termini di acquisizione rapida dei dati e di metodologie di produzione dei contenuti, di condivisione delle informazioni e di collaborazione multidisciplinare.

Palazzo Pitti in 3D

 

 

 

 

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