Da lunedì 1 settembre riapre al pubblico la Sala della Pace del Palazzo Pubblico di Siena potendo così tornare ad ammirare il ciclo di affreschi dell’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti. La Sala riapre dopo la conclusione delle indagini diagnostiche e dei lavori preparatori che hanno reso necessario sospendere le visite durante alcune fasi delle operazioni.
“La restituzione della Sala della Pace e del suo straordinario ciclo è un momento significativo per la nostra comunità – dichiara in una nota il sindaco Nicoletta Fabio -. È un gesto di riconsegna non solo ai senesi, ma anche ai visitatori che ogni giorno scelgono di conoscere Siena attraverso i suoi tesori artistici più rappresentativi. Il Buon Governo è un’opera che non appartiene soltanto al Museo Civico e ai senesi, ma alla coscienza stessa della città e dell’umanità: simbolo universale di civiltà, convivenza e responsabilità collettiva, capace di parlare al presente con la stessa forza con cui fu dipinta nel Trecento”.
Il progetto di acquisizione delle informazioni tecnico scientifiche finalizzate al restauro, avviato nel 2021, ha previsto verifiche approfondite sulle condizioni conservative del ciclo pittorico e test innovativi di pulitura, con l’obiettivo di definire un intervento rispettoso e scientificamente fondato.

Nei giorni scorsi, per guidare questa fase delicata, la sindaca Fabio ha nominato un Comitato scientifico che accompagnerà il recupero del ciclo. L’intero complesso delle operazioni entrerà ora in una nuova fase, in cui l’amministrazione comunale, coadiuvata dal Comitato scientifico e in collaborazione con la Soprintendenza e l’Istituto Centrale per il Restauro, potrà valutare concretamente la fattibilità dell’intervento.
In tal senso, è stata avviata la procedura per l’individuazione del soggetto qualificato per redigere il progetto in un’ottica di consapevolezza scientifica e di salvaguardia del patrimonio culturale. Ciò permetterà di stabilire un cronoprogramma di interventi che, garantendo la massima cura scientifica, consenta di mantenere fruibile la Sala, nell’ottica di un ‘cantiere aperto‘ che unirà conservazione, studio e partecipazione.