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Turismo e vivibilità: San Gimignano ha aderito alla Carta di Amalfi

Il Comune ha firmato il documento con cui i Comuni italiani propongono una nuova visione della gestione del turismo nei territori che registrano flussi importanti

San Gimignano - © Andrea Bonfanti - Shutterstock

Il Comune di San Gimignano ha formalizzato nei giorni scorsi l’adesione alla Carta di Amalfi, il documento con cui i Comuni italiani condividono una nuova visione della gestione del turismo orientata a coniugare crescita economica e qualità della vita dei residenti nei territori a forte vocazione turistica.

Nuovi strumenti per la grstione del turismo

La Carta di Amalfi, in particolare, si propone di avviare un percorso condiviso che tenga insieme sviluppo e vivibilità, riconoscendo la specificità dei Comuni turistici al di là delle semplici classificazioni demografiche.
Per affrontare queste sfide, la Carta di Amalfi richiama l’urgenza di dotare i Comuni di strumenti innovativi per il governo del territorio, da costruire attraverso un dialogo diretto con le istituzioni superiori e con le associazioni di categoria. Tavoli permanenti, incontri e audizioni dovranno diventare luoghi di confronto e condivisione di dati precisi sull’affluenza turistica, rapportata alla reale capacità ricettiva e infrastrutturale delle singole località.

Tra i punti centrali della Carta di Amalfi condivisi dal Comune di San Gimignano ci sono la possibilità di disporre di poteri specifici per gestire i picchi di affluenza, ottimizzando arrivi e accessi in base alle infrastrutture effettivamente disponibili, e la necessità di nuovi strumenti normativi che consentano di regolare l’offerta di posti letto, evitando concentrazioni eccessive nelle zone già caratterizzate da forte pressione turistica.

A questo si aggiunge la richiesta di una maggiore flessibilità nelle assunzioni stagionali, indispensabile per garantire un adeguato controllo del territorio, un’efficace informazione turistica e la cura degli spazi pubblici. Centrale è anche il riconoscimento di uno status speciale per i Comuni turistici, con la previsione di Zone turistiche speciali (Zts) e di leve fiscali adeguate a sostenere la gestione dei flussi e a non gravare sulle comunità ospitanti.

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