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“Uomini del Duemila” l’esordio solista di Valerio Martino: “Per salvarci ascoltiamo le fragilità degli altri”

Valerio Martino è un cantautore noto soprattutto per la sua attività negli Street Clerks, la prossima primavera avremo la possibilità di ascoltare il suo primo disco solista

Valerio Marino

Dalla inconsueta commistione tra indie, punk, cantautorato acustico e la psicoterapia nasce il progetto solista di Valerio Martino, già cantante e chitarrista degli Street Clerks.

Valerio nelle sue canzoni racconta la vita reale, cruda e imperfetta con i suoi difetti e le sue storture, quasi a volerne celebrare la profondità e unicità in ogni suo piccolo particolare contraddittorio.

“Uomini del Duemila” è il suo nuovo singolo che anticipa l’uscita del primo album prevista per la primavera 2024.

Il brano vincitore del Premio “Erriquez” del Rock Contest di Controradio e Regione Toscana/Fondo Sociale Europeo, esprime un delicato ottimismo ed una pacifica consapevolezza, l’aspirazione ad una umanità piena finalmente liberata dalla paura e dal conflitto generazionale su un tappeto sonoro popolare e sofisticato al tempo stesso.

La canzone è accompagnata da un videoclip che gioca sullo scambio di ruoli: si tratta di un piano sequenza in cui gradualmente il tecnico audio prende il posto del cantante, e viceversa.

Spiega Valerio Martino:Essendo una canzone che parla del valore degli esseri umani spogliati da tutte le maschere, mi piaceva smontare il mito dell’artista, Il video è stato ideato da me e realizzato da Agustin Cornejo, con un piccolo cameo del mio amico cantautore Costì.

Voi Street Clerks vi state moltiplicando nei vostri progetti solisti…

Progetti paralleli ne abbiamo sempre avuti. Io è da tanto che scrivo canzoni, ho sempre avuto una produzione mia personale che però non avevo mai racchiuso in un progetto con un nome. Poi a un certo punto le persone intorno a me, che ascoltavano le mie canzoni mi hanno invogliato a pubblicarle. La musica è fatta per essere comunicata non per essere tenuta in un cassetto. Due anni fa è uscito il mio primo singolo, poi ho suonato un po’ in giro.

Il tuo nuovo singolo “Uomini del Duemila” ha una tematica molto attuale

In realtà ho iniziato ascrivere la canzone oltre due anni fa, è un brano molto positivo perchè l’ho realizzato prima del Covid e anche prima delle due guerre. Avevo in quel momento una sensazione positiva riguardo agli esseri umani, una cosa che ho ancora oggi anche se di fronte a quello che sta succedendo è difficile rimanere positivi. Ma a maggior ragione tiriamola fuori questa canzone in cui dico che ormai nel terzo millennio gli esseri umani devono e possono tirare fuori i loro lati più sensibili. La forza e la violenza non devono essere al centro dei rapporti ma la condivisione, l’ascoltare la fragilità degli altri. Sono penso al modello di educazione che hanno vissuto, subito e perpetrato i nostri genitori e i nostri nonni, erano normali schiaffi, bacchettate sulle mani, penso che in questo senso siano stati fatti molti passi avanti.

“Uomini del Duemila” mi fa pensare anche al tema della violenza sulle donne, di fronte ai tanti fatti di cronaca nera che purtroppo leggiamo sui giornali molti uomini dicono “Io non sono così”, come si può far capire che però il cambiamento parte da tutti noi, nessuno escluso

Io penso che il dialogo sia giovane e adesso sembra un po’ impostato su maschi contro femmine e femmine contro maschi. Ma penso anche che un po’ alla volta riusciremo a fare un passo avanti per renderci conto che tutti hanno un ruolo nell’equilibrio. Va fatta insieme una riflessione sul patriarcato e sugli equilibri della società. Io capisco la reazione degli uomini che si sentono accusati e si tirano indietro, questo non aiuta. La cosa positiva però è che il dialogo su questi temi ora è aperto, è davvero ‘a galla’ quindi penso che il cambiamento sia possibile. 

Cosa troveremo nel tuo nuovo disco che uscirà in primavera?

Nel disco troveremo anche un po’ di Street Clerks perchè per realizzarlo mi sono circondato di amici. Avevo voglia di tornare a fare le cose come mi pareva, di divertirmi. Volevo delle persone con cui avevo affinità. Le canzoni sono alcune riflessive, altre auto-ironiche, questo è il mio linguaggio all’insegna del non pendermi mai troppo sul serio. Abbiamo giocato molto sul suono. Avevo fatto una pre-produzione ma quando poi siamo finti in studio e ognuno ci ha messo del suo. Abbiamo risuonato tutti i pezzi e poi li abbiamo registrati in presa diretta. Volevo fare un’esperienza che mi sarei ricordato per sempre con piacere.

A Capodanno dove festeggerai?

Suonerò con gli Street Clerk, saremo in concerto a Venezia.

Valerio Martino – Uomini del Duemila (copertina digitale)
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