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Al via il restauro dei muretti a secco sull’isola di Capraia, simbolo dell’agricoltura eroica dell’arcipelago

Primi interventi di riqualificazione condotti dal Parco nazionale e finanziati dal ministero dell’Ambiente. Nelle prossime settimane partiranno i lavori nell’Isola d’Elba e nell’isola di Pianosa

 

Primi interventi di riqualificazione per i muretti a secco dell’isola di Capraia condotti dal Parco nazionale dell’Arcipelago toscano e finanziati dal ministero dell’Ambiente.

Il progetto interessa le strutture diproprietà pubblica presenti in località Pomonte e San Cerbone all’isola d’Elba e nelle isole di Pianosa e di Capraia. A fronte di un impegno complessivo pari a 1,3 milioni,  l’Ente parco ha appaltato un primo lotto di interventi a Capraia, per una somma di 358mila euro, che interesseranno La Mortola, il sentiero del Reganico e la via del Semaforo.

Isola di Capraia, Arcipelago Toscano – © Marta Mancini

Nelle tre le aree si prevedono il rifacimento parziale dei muretti, in corrispondenza di piccoli crolli, e la sistemazione del piano di calpestio del sentiero nei tratti in cui risulta dissestata. Nelle prossime settimane partiranno i lavori di ulteriori due lotti nell’isola d’Elba e nell‘isola di Pianosa.

“Importanti interventi di cura del paesaggio e del territorio all’interno del Parco”, per il presidente Giampiero Sammuri, “che, in questa prima fase, interesseranno le isole di Capraia, Elba e Pianosa, mentre nei prossimi anni altri interventi coinvolgeranno l’Isola del Giglio”.

Un lavoro su quei terrazzamenti che “rappresentano spesso la testimonianza tangibile di un’agricoltura definita eroica per le difficolta che comportava e tuttora comporta la coltivazione dei ripidi pendii, che fin da tempi remoti, è stata la principale attività economica per la maggior parte degli abitanti di realtà rurali come quelle delle isole dell’Arcipelago Toscano. Le murature a secco, infatti, rappresentano una delle più antiche e affascinanti tecniche costruttive anche nell’Arcipelago Toscano, utilizzate per modellare il territorio e renderlo adatto alla coltivazione”, conclude Sammuri.

I versanti terrazzati con murature a secco nascono, nel corso dei secoli, soprattutto come sistema di trasformazione dei pendii in aree utilizzabili a fini agricoli, ma anche come metodo di controllo nei confronti di fenomeni erosivi o franosi. Si tratta di testimonianze molto fragili, che dal 2018 sono riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio Immateriale dell’Umanità per il loro valore storico, culturale e ambientale. A causa delle loro caratteristiche è infatti necessaria una costante opera di manutenzione.

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