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Verso il Conclave, i cardinali toscani chiamati a eleggere il nuovo Pontefice

Sono Giuseppe Betori, arcivescovo emerito di Firenze, e Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena. Le regole dell’elezione: dalla fumata bianca alla vestizione nella “stanza delle lacrime”

Il cardinale Giuseppe Betori – © Conferenza Episcopale Italiana

Dalla Toscana, sono due i cardinali chiamati a Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco: il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo emerito di Firenze, e il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, Colle val d’Elsa, Montalcino, Montepulciano, e vescovo di Montepulciano- Chiusi-Pienza.

Betori è stato arcivescovo di Firenze dal 2008 al 2024 ed in precedenza aveva ricoperto per sette anni l’incarico di segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei). Dal 2009 al 2024 è stato a capo dei vescovi toscani. È cardinale dal 2012, nominato da papa Benedetto XVI, ed è arcivescovo emerito dal 18 aprile 2024. Lojudice, romano, classe 1964, è stato vescovo ausiliare di Roma  ed è arrivato a Siena nel 2019. È stato nominato cardinale da Bergoglio nel 2020 ed è presidente dei vescovi toscani (Cet) dal 2024, succedendo a Betori.

Le regole del Conclave

Il conclave – da “cum clave” cioè chiuso “a chiave” – è il rito che scandisce l’elezione dei nuovi Papi. Si tiene nella Cappella Sistina e si conclude con la fumata bianca che precede l’ “habemus papam”.

Prima dell’avvio ufficiale, i cardinali elettori raggiungono Roma e si ritrovano a Santa Marta. Il giorno dell’assemblea  – dai 15 ai 20 giorni dopo la morte del Papa – raggiungono la basilica di San Pietro per la messa in vista dell’elezione. Subito dopo indossano l’abito corale e si avviano in processione verso la cappella Sistina. Il numero massimo di cardinali elettori è 120 anche se al momento gli aventi diritto al voto sono 135 e non è escluso, come avvenuto in passato, che possano essere concesse deroghe alla norma.

Il giuramento – che si conclude con la frase “extra omnes” (fuori tutti) – dà via ufficiale al conclave, con la chiusura a chiave della porta di accesso alla cappella Sistina e l’avvio delle operazioni di voto. Son previste quattro votazioni al giorno, due la mattina e due il pomeriggio.

Ogni cardinale elettore scrive il nome sotto la frase “Eligo in Summum Pontificem” e poi pone la scheda in un’urna. Dopo lo scrutinio, le schede vengono forate e legate insieme, per essere poi bruciate all’interno della stufa. Nel caso di mancata elezione verrà aggiunta una miscela che colorerà il fumo di nero. In caso contrario, invece, il decano si rivolge al candidato eletto per chiedergli se accetta  l’incarico e quale sarà il nome scelto. Solo allora verranno bruciate le schede aggiungendo il colorante bianco che annuncerà dal comignolo della cappella Sistina l’elezione del nuovo Papa.

Conclusa la cerimonia si procede alla vestizione nella “stanza delle lacrime” nella sagrestia della cappella Sistina. L’annuncio dell’elezione verrà dato dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, dalla quale si affaccerà il nuovo Papa per la benedizione Urbi et Orbi.

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