Robert Redford, l’attore e regista statunitense scomparso il 16 settembre all’età di 89 anni, non era ancora un attore e forse neanche sognava Hollywood quando arrivò per la prima volta a Firenze. Erano gli anni Cinquanta e quel viaggio di formazione in giro per l’Europa lo portò sulle rive dell’Arno. Una tappa obbligata per un giovane amante dell’arte.
Firenze e la Toscana, per l’interprete di capolavori come “Gente comune“, “Come eravamo“, “La stangata” fu una costante nella vita della star del grande schermo. La prima volta in città fu subito dopo la morte della madre: a Firenze frequentò un corso per stranieri all’istituto d’arte di Porta Romana e soggiornò in una stanza in affitto nel centro storico.
Il recital al Tuscan Sun Festival
Ancora la Toscana, questa volta a Cortona, dove prese parte al Tuscan Sun Festival. Era l’estate del 2008 e l’attore fu accolto con un autentico bagno di folla. Redford si esibì al Teatro Signorelli, accompagnato al pianoforte da Nicola Luisotti dopo la performance di Gabriele Lavia.
In camicia bianca e jeans lesse le poesie di Robert Lee Frost, Edward Estlin Cummings e Thomas Stearns Eliot. Ad assistere allo spettacolo Jovanotti e il regista Silvio Muccino insieme a un pubblico estasiato.

“Sono molto onorato di essere qui stasera, mi è stato chiesto di recitare alcune poesie che considero importanti per la mia vita. Ho accettato questo che per me, e per voi come audience, sarà una specie di esperimento. Il primo punto da cui sono partito è stata la riflessione sui miei anni da ragazzo, in particolare quando ero studente in Europa. Ho ripensato alla stanza che avevo qui in Italia, in un Paese per me completamente nuovo, dove non conoscevo assolutamente nessuno. È stato allora che ho vissuto la sensazione della totale solitudine, le poesie che ho scelto si rifanno a quella fase del mio percorso esistenziale” ricordò quella sera al teatro Signorelli.
Il sogno di un Sundance a Cortona
Affascinato dalla città etrusca, la definì “bella e silenziosa, proprio da viverci“, ricordando in quell’occasione anche i suoi anni di gioventù trascorsi a Firenze. In quella occasione ipotizzò che “un pezzo di Sundance“, il festival da lui fondato, avrebbe potuto trovare casa proprio a Cortona da lui descritta come una “terra schietta, che non fa compromessi“.
La visita a Cortona fu anche l’occasione per sostenere l’allora compagna del regista, l’artista multimediale Sibylle Szaggars, poi divenuta sua moglie. Szaggars inaugurò la sua personale “La Forma del Colore“nello spazio mostre del Centro S. Agostino.
L’allora sindaco di Cortona lo ricorda così: “quello che ricordo della visita di Robert Redford è la disponibilità nei confronti dei cittadini e la sua capacità di interloquire con tutti con la massima semplicità senza far pesare la sua fama di grande attore internazionale. Ricordo inoltre con particolare orgoglio le parole di apprezzamento per la storia di Cortona che mi rivolse nel mio ufficio di sindaco“.
Il sostegno al cinema indipendente
Redford nel corso della sua vita ha sempre sostenuto il cinema indipendente come d’altro canto la nascita del “Sundance Festival” sta a dimostare. Ebbe modo di dimostrare questo tipo di sostegno anche in Italia, ancora una volta in Toscana e sempre nel 2008. Partecipò alla prima edizione di un workshop di sceneggiatura organizzato a Capalbio, in collaborazione con Capalbio Cinema Festival e Fondazione Sistema Toscana.