Made in Toscana/

Export: il farmaceutico traina l’economia toscana, le prospettive di Menarini

L’intervento di Lucia Aleotti del Gruppo Menarini al “Colloquio dell’economia” organizzato dalla Camera di commercio di Firenze

L’incontro con Lucia Aleotti alla Camera di Commercio di Firenze

Nei primi sei mesi del 2025 il commercio estero fiorentino ha registrato un incremento del 39% delle esportazioni. Un risultato trainato dal farmaceutico, che da solo rappresenta il 53% dell’export al secondo trimestre dell’anno. È quanto emerge dalla relazione del segretario generale della Camera di commercio, Giuseppe Salvini, sull’andamento dell’economia locale.

Senza il contributo del settore farmaceutico, l’export avrebbe mostrato una contrazione del 9%. Allo stesso tempo, pur restando forte il legame con gli Stati Uniti, il peso delle esportazioni verso questo mercato è sceso dal 25,2% al 23,4%. Cresce quindi la diversificazione geografica, interpretata come un segnale positivo per attutire gli effetti di eventuali contrazioni oltreoceano.

“Un dato che vogliamo leggere anche come risultato delle tante attività di supporto messe in campo dalla Camera di commercio per aiutare le imprese a diversificare gli sbocchi commerciali” ha concluso Manetti.

Il colloquio dell’economia con Aleotti

Dopo la relazione del segretario generale è stata Lucia Aleotti, azionista e membro del consiglio di amministrazione del Gruppo Menarini nonché vicepresidente di Confindustria, ha condividere le sue riflessioni durante il “Colloquio dell’economia” organizzato dalla Camera di commercio di Firenze in collaborazione con Il Sole 24 Ore.

Il presidente della Camera di commercio, Massimo Manetti, ha accolto Aleotti sottolineando il ruolo del gruppo Menarini, “industria familiare 100% made in Firenze, un colosso che avvicina i 5 miliardi di fatturato e che ha creato migliaia di posti di lavoro in Toscana e nel mondo”.

Le prospettive per il gruppo Menarini

La Menarini produce negli Usa quel che vende in quel Paese e quindi non è colpita direttamente dall’aumento dei dazi, ma il combinato disposto dei dazi americani con la svalutazione del dollaro non va sottovalutato -ha spiegato-.Trump punta a riportare negli Stati Uniti le produzioni che avvengono fuori dal Continente e questo potrebbe ridimensionare nel tempo la crescita degli investimenti sul territorio toscano. L’Italia, però, ha tutte le possibilità per mantenere i propri presidi industriali”.

Europa tra limiti e occasioni perse

Molto critiche le parole di Aleotti verso l’Unione europea. “Bene il mercato unico, non l’unicamente mercato”, ha sintetizzato, denunciando la debolezza delle politiche comunitarie. Il caso del primo vaccino Covid è per lei esemplare: “La tecnologia era tedesca, ma la produzione è avvenuta in America e noi europei ci siamo preoccupati solo di comprarlo al miglior prezzo”.

Secondo l’imprenditrice, in Europa “abbiamo opportunità soffocate” e la fuga di 200 miliardi di investimenti sarebbe la conseguenza di un contesto meno remunerativo rispetto ad altri continenti. Da qui le richieste a Bruxelles e a Roma: ridurre la burocrazia e rafforzare la tutela della proprietà intellettuale.

L’export toscano e il rischio deindustrializzazione

Aleotti ha richiamato l’attenzione anche sulla Toscana: “È esposta più di altri territori per la sua forte vocazione all’export. In questi giorni tre economisti hanno lanciato un allarme sulla deindustrializzazione della regione: dobbiamo stare attenti, non può esistere un territorio che faccia a meno dell’industria se vuole mantenere elevato il proprio standard”.

Un messaggio rivolto anche ai giovani presenti in sala: “La pubblica amministrazione deve aiutarli e alleggerirli dalle pratiche burocratiche, permettendo loro di concentrarsi su idee, progetti e produzione”.

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