“Macbeth” il capolavoro di Giuseppe Verdi tratto dall’omonima tragedia di William Shakespeare, torna a Firenze al Maggio Musicale il 12, 14, 17 e 19 ottobre.
La regia è affidata a Mario Martone, mentre la scenografia è una vera e propria opera d’arte realizzata appositamente per il Maggio dall’artista di fama mondiale Mimmo Paladino.
Alla guida dell’orchestra ci sarà il maestro Alexander Soddy, che torna dopo aver diretto Salome di Strauss che ha inaugurato l’87/o Festival del Maggio.
Il cast vocale è composto da Luca Salsi come Macbeth (che ha già interpretato 150 volte) e Vanessa Goikoetxea al debutto nel ruolo di Lady Macbeth, poi Antonio Di Matteo nei panni di Banco e Antonio Poli nel ruolo di Macduff.
Questo spettacolo è un viaggio interiore nella psiche di un uomo e di sua moglie, del rapporto ossessivo e inappagato che li lega, ma anche una manifestazione scenica delle forze che li manovrano e che manovrano tutti noi
È la 21/a volta che a Firenze viene rappresentata l’Opera di Verdi, a partire dalla prima assoluta del 14 marzo 1847 al Teatro della Pergola, quando l’impresario di allora Alessandro Lanari commissionò al compositore l’opera.
Ambientato tra le brume scozzesi, Macbeth è un dramma fantastico dalle tinte fosche dove streghe e fantasmi sono i coprotagonisti del condottiero che da il titolo all’opera e della sua perfida sposa.
Fin dall’inizio il compositore ebbe le idee chiarissime sul significato della sua nuova opera che disegna la parabola discendente del protagonista trasformato in crudele assassino da un’ambizione sfrenata.
Sete di potere, follia e morte segnano infatti il destino di Macbeth e della malevola consorte, donna dall’animo nero nonché istigatrice degli orrendi delitti del marito.

In scena non una semplice scenografia ma un’opera d’arte
Mimmo Paladino ha realizzato per l’occasione un enorme sipario in legno con un dipinto ispirato all’affresco ‘Il trionfo della morte’ di palazzo Abattellis a Palermo.
”Questo sipario rinnova la tradizione che il teatro ha con i grandi artisti figurativi – ha detto il soprintendente del Maggio Musicale Carlo Fuortes – Rimarrà nel patrimonio del Maggio, stiamo pensando a dove esporlo”.
È stato il regista Mario Martone a volere fortemente questa collaborazione, pensando ad un allestimento in grado di rendere la profondità con cui l’opera è costruita.
“Questo spettacolo è da un lato un viaggio interiore nella psiche di un uomo e di sua moglie, – ha dichiarato Martone – del rapporto ossessivo e inappagato che li lega indissolubilmente, dall’altro una manifestazione scenica delle forze che li manovrano, e che manovrano tutti noi, attraverso la presenza delle streghe. Noi crediamo di essere liberi ma le forze che muovono le nostre azioni sono innumerevoli, e vengono sia da dentro di noi come da fuori. Il fuori si manifesta solo in un momento nel Macbeth di Verdi, l’unico in cui si esce dal palazzo regale, un’apertura in cui appare un’umanità dolente, percossa dalla violenza della guerra e della stupidità criminale del potere. La psiche di chi governa è spesso particolarmente esposta all’azione sadica e beffarda delle streghe, e a pagarne le spese sono infiniti esseri umani al mondo. Viviamo un tempo in cui questo è purtroppo molto evidente”.
