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Vola il turismo in Toscana: nel 2018 superati i 48 milioni di presenze

Si registra una crescita del +3,8% rispetto al 2017, bene città d’arte e collina, segno meno per la costa. Il Valdarno Aretino protagonista della migliore performance

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La Toscana batte un nuovo record e supera la quota dei 48 milioni di presenze Cresce nel 2018 il turismo in Toscana: +4,5% gli arrivi in strutture ufficiali e +3,8% le presenze, rispetto al 2017. A far da traino ancora i mercati stranieri, con un dato che doppia quello nazionale; in crescita anche la componente domestica. Sono alcuni dei principali esiti contenuti nel Rapporto sul turismo in Toscana 2018, curato da Irpet.

Secondo la ricerca tra il 2009 e il 2018 il turismo ha creato in Toscana circa 22.300 posizioni lavorative in più. La Toscana si è dimostrata inoltre molto brava ad approfittare del trend globale di crescita degli arrivi internazionali in tutto il mondo, aumentati nel 2018 del 6% rispetto all’anno precedente, intercettando buona parte del +7% che ha riguardato l’Europa mediterranea grazie a due elementi chiave in cima alle preferenze: città d’arte e paesaggio collinare.

Gli arrivi in strutture ufficiali sono aumentati del 4,5%, le presenze intorno al 3,8%. In termini assoluti le presenze in Toscana nel 2018 hanno toccato i 48,2 mln (33 nel 1998; 41,5 nel 2008; 46,5 nel 2017). Sono i mercati esteri a dare il contributo maggiore (+4,1% presenze +5,2% arrivi). In crescita anche il mercato interno (+3,4% presenze, +3,6% arrivi). Sul fronte internazionale tre i fattori evidenziati: il fisiologico minor dinamismo di alcune nazioni e continenti ‘giovani’; la crescita della componente di domanda più matura, proveniente dall’Europa occidentale; la conferma dell’aumento dei flussi da Stati Uniti e Canada.

“Il 2018 – ha detto l’assessore al turismo della Regione Toscana Stefano Ciuoffo – mostra come l’onda di progressiva crescita degli ultimi 5 anni abbia trovato la sua conferma. Non al livello eccezionale del 2017 ma evidenziando una crescita costante. Il +3,8% delle presenze è un fatto importante ma è soprattutto la conferma di un trend, un qualcosa che grazie all’impegno di tutti può diventare strutturale. Non sarà sempre così e non lo sarà nel 2019, per vari motivi. Ma è il frutto di un processo che abbiamo cercato di stimolare, creare e strutturare dall’inizio della legislatura, con un quadro normativo e strumenti nuovi e con Toscana Promozione Turistica dedicata esclusivamente a questo obiettivo. Tentando di far emergere tutto il fenomeno e di mettere in condizione il mercato toscano di competere, a parità di regole e di carico fiscale. Adesso c’è bisogno di strutturare tutto questo – ha aggiunto – e di un rapporto costante di accompagnamento ai territori, agli enti locali e alle aggregazioni territoriali. E soprattutto c’è bisogno di impresa, di una cultura d’impresa che abbia quella competenza e disponibilità e aggressività indispensabili quando si compete sui mercati globali. Soltanto così la Toscana potrà riuscire a cogliere in maniera ancora più consistente tutte le opportunità derivanti dal mercato. Siamo sulla buona strada ma è vietato sedersi. La somma dei comportamenti virtuosi dei vari soggetti in gioco ci consegna una Toscana con una dimensione consolidata ma con tanti spazi per innovare e da percorrere“.

Nel 2018 da evidenziare la maggior dinamicità degli ambiti che contengono le principali città d’arte (+6,8%) e quelli rurali collinari (+7,6%). Più lieve l’aumento per gli ambiti montani (+1,8%) mentre le aree balneari (+0,02%) soffrono il ritorno della competizione internazionale della sponda sud ed est del Mediterraneo, sul fronte degli stranieri in particolare. Rilevante la crescita (+5,2%) dei due ambiti contenenti le principali città termali, sebbene non ancora in grado di recuperare pienamente i livelli pre-crisi.

Firenze ed aree circostanti segnano un +50,8% delle presenze dal 2008, soprattutto grazie alla domanda extra-europea, dando un contributo alla crescita regionale del +10,9% sul complessivo +16.1% nel decennio. Tra gli ambiti d’arte più dinamici in termini di presenze Terre di Pisa (+18%), Arezzo (+13%) e Terre di Siena (+5,5%). Buona performance anche per Piana di Lucca (+4,7%). In molti casi il traino principale arriva dai turisti stranieri ma il dato è spesso influenzato dal recupero di strutture inadempienti effettuato lo scorso anno.

A crescere di più è l’ambito del Valdarno Aretino (+16,4%) grazie all’aumento delle presenze italiane (+31,4%) rispetto a quelle straniere (+10,6%). Al secondo posto nel trend l’ambito ‘Terre di Valdelsa e dell’Etruria Volterrana’ (+11,7%). Seguono Val d’Orcia (+11,1%) e Val di Chiana aretina (+8,7%), ma anche qui il dato sconta il recupero delle inadempienze. Tra gli ambiti meno dinamici il Chianti con presenze comunque in aumento (+3,3%) grazie soprattutto agli stranieri (+5,5%; netta la flessione degli italiani – 5,1% dopo 4 anni consecutivi di crescita).

Segno meno per la locomotiva del sistema balneare regionale, quella Costa degli Etruschi che negli ultimi dieci anni aveva continuato a crescere quasi ininterrottamente (+12,2% le presenze) nonostante la crisi, grazie alla tenuta sul fronte interno (+0,9%) e alla spinta del turismo internazionale (+30,1%). Nel 2018 il -0,6% va in buona parte attribuito alla diminuzione degli italiani (-2,1%), non sufficientemente controbilanciata dall’aumento degli stranieri (+1,4%).

Stagnazione anche per l’ambito Maremma Area Nord (-0,1%) sia sul fronte degli italiani (+0,2%) che su quello degli stranieri (-0,5%). +3% per l’ambito della Maremma grazie soprattutto agli italiani (+3,3%), con gli stranieri che crescono in misura più contenuta (+1,7%). Meno 1,3% per l’Isola d’Elba, da ripartire in parti quasi uguali tra stranieri (-1,9%) e italiani (-1%). In Versilia lieve aumento (+0,1%) tutto dovuto alla crescita degli italiani (+1,7%), controbilanciato dalla diminuz ione degli stranieri (-1,9%). Riviera Apuanarealizza la peggior perdita di presenze tra gli ambiti balneari (-4,1%) a causa della diminuzione degli italiani (-4,9%), con gli stranieri sostanzialmente stabili (-0,7%). L’ambito livornese registra un +6,5%; frutto di un cospicuo aumento di stranieri (+22,5%) ed una diminuzione contenuta degli italiani (-3,1%).
Il +1,8% delle presenze è merito soprattutto degli stranieri (+4,3%), mentre gli italiani registrano una stabilità assoluta (+0,0%). Gli ambiti più dinamici sono Lunigiana (+ 27,6%), Pistoia e montagna pistoiese (+4,7%), Amiata (+2,1%). Il Casentino resta sostanzialmente fermo alle presenze del 2017. In Val Tiberina il +1,3% è frutto della forte crescita degli stranieri (+14,1%), a riequilibrare il netto calo degli italiani (-5,4%). Garfagnana e Media Valle del Serchio registrano segni negativi (- 5,9%) per la diminuzione degli italiani (-11,3%) non sufficientemente controbilanciata dall’aumento di presenze dai paesi europei occidentali (+1,6%) e dal Nord America (+10,8%).

Sono gli agriturismi la tipologia ricettiva con la crescita più alta: +9,4% di presenze (+8,6% nel 2017). A seguire affittacamere e B&B (+5,8%) particolarmente apprezzati dal turismo europeo e italiano in città e borghi d’arte della regione, con profilo di spesa più contenuto. Il segmento alberghiero di fascia elevata si conferma anche nel 2018 come uno dei più dinamici: hotel a 4 stelle realizzano +5,3% (dopo il à5,8% del 2017) mentre i 5 stelle crescono un po’ di meno (+3,4%) dopo l’aumento 2017 (+10,7%). Campeggi e villaggi turistici aumentano anche quest’anno le presenze turistiche: +3,3% dopo il + 2,2% del 2017. Più toccate dalla stagnazione sono le Residenze turistico alberghiere che dopo un 2017 di crescita (+2%,) quest’anno diminuiscono del -1,8%. Anche nel 2018 continua la crescita della capacità ricettiva della regione in termini di posti letto, seppur ad un ritmo (+1,1%) leggermente inferiore a quello medio annuo del decennio 2008- 2018 (+1,2%).

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