Storie /

A Capannoli una cabina telefonica per parlare con chi non c’è più

L’idea, nata in Giappone, arriva in Toscana e mira a diventare un luogo dove meditare e affidare al vento pensieri, parole, sogni ma anche angosce

Sul poggio più alto del Podere Tegolaia a Santo Pietro Belvedere nel Comune di Capannoli è stata posizionata una cabina telefonica. Questo telefono del vento è una installazione che combina arte e natura e che invita le persone ad affidare al vento le parole, i pensieri, i sogni in modo che possano raggiungere le persone che non ci sono più ma anche a chiunque sarà disponibile ad ascoltare questi messaggi.

La cabina è stata inaugurato lo scorso 21 dicembre, nella giornata del solstizio d’inverno, ma il progetto viene da più lontano. Marco Vanni, fotografo, ha infatti esportato questa idea dal Giappone. Nel 2010 il designer di giardini Itaru Sasaki installò una cabina telefonica sulla collina di Ōtsuchi, per sentire ancora vicino a se il cugino scomparso a causa di un cancro. In seguito al terremoto e al maremoto che colpirono Fukushima e le zone circostanti, l’anno successivo, Sasaki decise di aprire la cabina telefonica al pubblico, da quel giorno furono migliaia le persone che visitarono questo luogo. Da allora l’idea è stata esportata in tutto il mondo: da Oakland in California fino a Dublino, con anche alcune repliche in Italia, dal Piemonte alla Liguria fino a questa tutta toscana. Questo progetto è stato poi d’inspirazione per il romanzo del 2020 di Laura Imai Messina “Quel che affidiamo al vento“.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Laura Imai Messina (@lauraimaimessina)

Tornando alla cabina di Capannoli, erano anni che Marco Vanni voleva replicare questa iniziativa qui in Toscana. Il progetto si è poi concretizzato a novembre scorso con la disponibilità dei titolari del Podere Tegolaia, azienda agricola di Santo Pietro Belvedere, che hanno messo a disposizione lo spazio su una collina. All’idea si è aggiunto il lavoro del falegname Romeo Gorini e con il disegno di Matteo Bagnoli così la cabina telefonica ha preso forma.

Per Marco Vanni il telefono del vento: “non è solo per parlare con chi non c’è più. La mia idea era di ricreare un punto di meditazione, un luogo dove poter affidare al vento i nostri pensieri, le nostre angosce, i nostri desideri, urlare al vento le nostre emozioni perché il vento non le giudica anzi le prende e le trasporta ovunque“.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da iltelefonodelvento (@dillo.al.vento)

Nella cabina, oltre al telefono, è presente un quaderno già ricchissimo delle dediche lasciate dai tantissimi visitatori che sono arrivati qui al telefono del vento, non solo dalla Toscana ma da tutta Italia. L’iniziativa è stata fortemente apprezzata anche da Arianna Cecchini, sindaca di Capannoli: “Grazie a chi ha avuto l’idea, a chi l’ha realizzata, a chi ha messo a disposizione il terreno. Un luogo da cui si può ammirare il territorio della Valdera e dell’intera provincia, dove affidare al vento i propri pensieri. Un luogo che si inserisce appieno nel percorso di valorizzazione turistica del nostro territorio. Ho lanciato un’idea: installare una panchina gigante vicino alla cabina con il telefono del vento. Proposta accolta“.

I più popolari su intoscana