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Addio a Paolo Taviani, con Vittorio fu la coppia simbolo dell’impegno civile nel cinema

Scomparso a Roma all’età di 92 anni. I due fratelli di San Miniato hanno segnato la storia artistica italiana vincendo il Leone d’oro alla Carriera e trionfando al Festival di Berlino. Il ricordo della Toscana

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È morto il 29 febbraio a Roma, Paolo Taviani. Il grande regista aveva 92 anni e insieme al fratello Vittorio, scomparso il 15 aprile 2018, cambiò la storia del cinema portando in primo piano la letteratura e l’impegno civile. Lunedì 4 marzo la cerimonia laica funebre alla Promototeca del Campidoglio, dalle 10 alle 13.

Taviani

I fratelli toscani, nati a San Miniato in provincia di Pisa, si trasferirono negli anni ’50 a Roma per la passione artistica, ispirati dal capolavoro neorealista di Rossellini “Paisà” e quello di De Sica “Ladri di biciclette”. “Quando il film uscì – ha raccontato Paolo – fu un altro innamoramento, e come in ogni innamoramento la fidanzata la si vuole vicina. Ma in provincia i film appaiono e si dileguano, i film italiani in particolare in quegli anni. E noi due l’abbiamo inseguito, quel film, in bicicletta, in treno, da Pisa a Pontedera a Livorno a Lucca. L’abbiamo visto e rivisto perché avevamo deciso di riscrivere a memoria la sceneggiatura, con i dialoghi, i carrelli, gli stacchi: volevamo possedere quel linguaggio”.

Da questa ricerca creativa nacque il nuovo cinema realista italiano che porta indelebilmente la loro firma. Insieme anche nell’ultimo film in solitaria, “Leonora addio” presentato a Berlino nel 2022. “Siamo cresciuti insieme io e Vittorio e sempre lavorando”, ha raccontato ancora Paolo Taviani. “Sento ancora dietro di me il suo fiato. Anche a lui piaceva molto il set e mi ricordo ci litigavamo le scene, quando toccava a me e avevo finito di girare cercavo la sua approvazione e confesso l’ho fatto anche adesso in questo primo film senza di lui”.

Le opere e i trionfi di Cannes e Berlino

Il loro lavoro si è distinto per profondità, confronto con la letteratura e racconto ideologico. Anche le storiche collaborazione con Valentino Orsini e  e con il produttore più fedele, l’ex partigiano Giuliani De Negri, hanno dimostrato un percorso cinematografico unico nel suo genere.

Da questa cifra artistica sono nati film che hanno fatto la storia e raccontato la fine delle utopie e la poesia del cambiamento. Citiamo “Sovversivi”,  “Sotto il segno dello scorpione”, “San Michele aveva un gallo”, “Allosanfan”. Nel 1977 hanno vinto la Palma d’oro a Cannes con “Padre padrone” e otto anni ottengono sempre qui il premio speciale della giuria con la loro pellicola di maggior successo “La notte di San Lorenzo”.

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Dalla metà degli anni ’80 lavorano su Pirandello con le novelle di “Kaos” e alla fine degli anni ’90 “Tu ridi”. Il Leone d’oro alla carriera arriva nel 1986. Il 2012 la vittoria al Festival di Berlino con “Cesare deve morire”. L’ultimo film della coppia  è stato nel 2017, “Una questione privata”, ma che Paolo ha dovuto dirigerlo da solo perché il fratello Vittorio era già bloccato dalla malattia.

Senza Vittorio, Paolo diceva di essere un “mezzo regista”, “perché Vittorio ed io lavoriamo da sempre con certe regole e un certo ritmo, magari nel tempo rallentato dall’età che avanza ma sempre guidato da un rigore di fondo come quello degli impiegati di una volta. I film cambiano, io molto meno e continuo a pensare che facciamo questo mestiere perché se il cinema ha questa forza, di rivelare a noi stessi una nostra stessa verità, allora vale la pena di metterci alla prova”.

Il ricordo della Toscana

“La Toscana piange la scomparsa del grande regista Paolo Taviani, figlio della nostra amata San Miniato e sempre legato con passione e talento alla Toscana”, ha commentato il presidente della Regione Eugenio Giani. La sua scomparsa, aggiunge , “lascia un vuoto incolmabile non solo nel mondo del cinema, ma nel cuore di tutti noi che abbiamo condiviso con lui le origini, ma anche l’amore per questa terra, le sue tradizioni e la sua gente. Paolo, insieme a suo fratello Vittorio, ha dipinto il nostro paese con toni di autenticità e profonda umanità. La tua arte e il tuo spirito continueranno a guidarci, come faro di creatività e passione, che la terra ti sia lieve Paolo”.

Anche San Miniato lo ricorda. “È ancora vivo nella mente – sottolineano in una nota il sindaco di San Miniato Simone Giglioli e l’assessore alla cultura Loredano Arzilli – il ricordo dell’ultima volta che è venuto nella Città della Rocca, nel settembre scorso, la prima dopo la scomparsa di Vittorio, cinque anni fa, per la consegna del premio dedicato proprio al fratello, quando l’amministrazione ha inaugurato la statua dell’artista Marcello Scarselli, “Cecilia”, installata nella piazzetta Mazzini, per rendere omaggio ai 40 anni dall’uscita de “La notte di San Lorenzo”. Nel 2015 – si ricorda – l’amministrazione comunale volle, con entusiasmo, conferire loro la cittadinanza onoraria, un tributo doveroso che sancisce il profondo ed inscindibile legame con questa terra e con la nostra comunità”.

Emozionante fu anche nel 2022, “durante il Palio di San Rocco, quando fu organizzata la proiezione dell’ultimo film di Paolo Taviani, il primo che lo vedeva da solo alla regia, “Leonora addio”, in una piazza Buonaparte gremita di concittadini e amici, durante la quale ci collegammo con lui dalla sua casa di Roma, e rimase colpito dalla grande testimonianza di affetto che San Miniato ebbe ed ha ancora per questi due maestri del cinema italiano”. “San Miniato oggi piange la scomparsa di Paolo e si stringe commossa alla moglie Lina, ai figli Ermanno e Valentina”.

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