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Aldo Cazzullo e Moni Ovadia raccontano “Il Duce delinquente” a Palazzo Vecchio

Il racconto a due voci con le musiche di Giovanna Famulari andrà in scena mercoledì 6 settembre alle ore 20.30 nel Salone dei 500 a Firenze, ingresso gratuito su prenotazione fino ad esaurimento posti

Aldo Cazzullo e Moni Ovadia

Mercoledì 6 settembre alle ore 20.30 nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio va in scena il racconto a due voci “Il Duce delinquente” inserito negli eventi dell’Estate Fiorentina.

Lo scrittore e giornalista Aldo Cazzullo racconterà, mentre Moni Ovadia attore, scrittore e attivista per i diritti civili e sociali leggerà i testi del Duce e delle sue vittime, accompagnati da musiche e canzoni dell’epoca eseguite dalla polistrumentista Giovanna Famulari.

La maggioranza degli italiani pensa che Mussolini fino al 1938 le abbia azzeccate quasi tutte, fino all’ “errore” dell’alleanza con Hitler, delle leggi razziali, della guerra. Lo spettacolo dimostrerà che non è così.

Prima del 1938, Mussolini aveva provocato la morte di Gobetti, Gramsci, Matteotti, Amendola, dei fratelli Rosselli e di don Minzoni. Aveva fatto morire in manicomio il proprio stesso figlio, e la donna che aveva amato.

Aveva preso e mantenuto il potere nel sangue, perseguitando oppositori e omosessuali, imponendo un clima plumbeo e conformista. Aveva chiuso i libici in campo di concentramento, gasato gli abissini, bombardato gli spagnoli. Si era dimostrato uomo narcisista e cattivo.

La guerra è lo sbocco naturale del fascismo. E aver mandato i soldati italiani a morire senza equipaggiamento in Russia, nel deserto, in Albania è stato un altro crimine, contro il suo stesso popolo.

E ancora devono arrivare gli orrori della guerra civile. E del neofascismo delle bombe sui treni, nelle banche, in piazza. Alla fine sarà chiaro perché ogni italiano deve vergognarsi del fascismo, ed essere orgoglioso dei resistenti che l’hanno combattuto.

“La mia idea su Mussolini è molto severaha sottolineato Aldo Cazzullo autore del libro “Mussolini il capobanda”E credo che in Italia ci sia ancora un’immagine deformata del Duce: ci sono pochi, non pochissimi, fascisti convinti; ci sono tanti, non tantissimi, antifascisti; e c’è una grande maggioranza di italiani che pensa che il Duce sia stato uno statista, almeno fino alle leggi razziali del 1938, quando è impazzito e si è schierato con Hitler. Questa è la mentalità comune. Invece il Duce, già molto prima del 1938, aveva provocato la morte violenta di quasi tutti i capi delle opposizioni. Anche la guerra non è stata un impazzimento senile, ma è insita nel fascismo stesso: l’idea di aggredire gli altri popoli, di imporre una razza su un’altra fa parte del suo Dna”.

“Il giudizio morale sul fascismo è assoluto: è stato un crimineha commentato Moni OvadiaIn Italia non è più tollerabile alcun tipo di revisionismo. Mussolini è stato il più grande assassino degli italiani della storia. Li disprezzava apertamente, profondamente. Non a caso, una delle sue frasi più celebri era ‘governare gli italiani non è impossibile, è inutile'”.

Lo spettacolo è a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, per prenotarsi: 3393341522, info@lemusenovae.it

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