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Geotermia e partecipazione, un percorso condiviso

A Firenze il 15 aprile, il primo incontro del percorso partecipativo per la definizione delle Aree Non Idonee. Molti i partecipanti e numerosi gli interventi

La geotermia: una risorsa rinnovabile e pulita con cui soddisfare il fabbisogno energetico o una preoccupazione per i territori che ospitano gli stabilimenti necessari al suo sfruttamento? I punti di vista tra chi vuole investire in maniera industriale su questa fonte energetica e chi quei territori li abita e li vive sembrano spesso inconciliabili.

Per questo il percorso partecipativo – il 15 aprile si è tenuto il primo dei tre incontri previsti dal Garante Regionale per l’informazione e la partecipazione, l’Avvocato Francesca de Santis – diventa un luogo di confronto utile, in cui la Regione Toscana può fare da mediatore tra le varie istanze.

Sono stati molti, durante questo primo appuntamento, i dubbi e le richieste avanzate dai cittadini e dai rappresentati di associazioni, istituzioni e comitati, così come molte sono state le spiegazioni tecniche e procedurali che sono state fornite. A sala piena e riferimenti normativi alla mano, il Garante e i tecnici regionali hanno infatti ascoltato e illustrato nel dettaglio l’iter di approvazione del Piano Ambientale ed Energetico Regionale (PAER) e del suo Allegato A, dove con opportune modifiche dovranno essere indicate le Aree Non Idonee (ANI) per l’installazione di nuovi stabilimenti di coltivazione della fonte geotermica.

Le ANI, in questa fase ancora in via di definizione per il geotermico, sono pensate come aree in cui non è opportuno concedere le autorizzazioni per lo sfruttamento della risorsa per i più svariati motivi: dalla tutela ambientale a quella della salute, passando per vincoli paesaggistici, valutazioni economiche, condizioni sociali e patrimonio artistico-culturale presente sul territorio interessato. Per individuarle correttamente bisogna quindi guardare non solo alla qualità della risorsa geotermica in sé, ma anche al rispetto della vocazione delle aree e delle comunità che le abitano, e bilanciare il tutto con i piani di sviluppo energetico e industriale sia pubblici che privati.

L’argomento, insomma, è tra i più delicati e complessi. Il percorso partecipativo, con il suo potenziale di ascolto e di integrazione dei vari punti di vista, si rivela qui come uno strumento potente, oltre che utile: già nel primo incontro sono stati raccolti molti contributi, e altrettanto ci si aspetta dai prossimi due, previsti entro giugno. Fino al 10 di maggio sarà inoltre possibile inviare il proprio contributo in formato digitale tramite questo modulo, pubblicato sulla pagina web del garante.

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