Aldo De Luca nell’agosto del 1944 era il capo custode della Villa Medicea di Poggio a Caiano e fece di tutto per salvare le opere d’arte dai nazisti, che stavano trafugando i tesori custoditi nella villa di Lorenzo il Magnifico.
Per ricordare il suo eroismo ora le donne di Diapason, associazione culturale proprio di Poggio a Caiano, hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella un appello “per riconoscere, nel modo che riterrà più opportuno, il merito di Aldo De Luca e il valore delle sue azioni, anche (e soprattutto) a distanza di tanti anni”.
L’appello di Diapason ha già raccolte molte firme tra i tanti che hanno preso parte alla presentazione di un libro che ricorda la storia di Aldo De Luca e chiunque lo desideri potrà firmarlo entro il 25 aprile.
L’eroismo di un uomo normale che non venne mai riconosciuto
“Era un uomo normale – prosegue l’appello a Mattarella – che si è trovato immerso in fatti drammatici e ha cercato di fare il suo dovere e di portare avanti ciò che era giusto”.
Come ricordato nella pubblicazione “Siamo in guerra non c’è niente da fare”, curata da Andrea Lottini, De Luca era “impotente di fronte alla razzia perpetrata dai nazisti ma cercò di impedire la sottrazione delle opere e stilò elenchi precisi di tutte le opere portate vie, elenchi poi essenziali per far ritornare a Firenze quei capolavori”.
Sottolineando che a fine agosto saranno trascorsi 80 anni da quegli eventi e che il 4 settembre sarà l’80esimo anniversario della liberazione di Poggio a Caiano, Diapason fa presente al capo dello Stato che Aldo De Luca, scomparso ormai da molti anni, “non ha mai ricevuto alcun riconoscimento per ciò che fece”.
