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Sanità d’eccellenza: ad Arezzo nasce il primo servizio di medicina legale ospedaliera

Il servizio è l’unico esempio in Italia erogato in un ospedale del Sistema sanitario nazionale non universitario

L’ospedale San Donato di Arezzo

Una connessione diretta tra ospedale, operatori sanitari, utenti e Medicina legale. Nell’Asl Toscana sud est, all’ospedale San Donato di Arezzo, è nata la prima Medicina legale clinica ospedaliera del Sistema sanitario nazionale, unico esempio in Italia in un ospedale pubblico non universitario.

Un altro servizio d’eccellenza per la sanità toscana, che è stato inaugurato alla presenza del responsabile Direzione sanità, welfare e coesione sociale della Toscana Federico Gelli, dell’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini, del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, e del direttore generale dell’Asl Antonio D’Urso.

È una iniziativa di particolare valore per il carattere innovativo che assume – ha sottolineato l’assessore Bezziniche permette alla medicina legale di passare da un atteggiamento reattivo ad uno proattivo in cui si cerca di andare incontro anche alle problematiche che pongono i pazienti puntando sulla relazione fra questi e i professionisti. Una iniziativa di grande valore perché avvicina il sistema sanitario alle persone”.

Consulenza per gli operatori sanitari e i pazienti

Il servizio avviato al San Donato nasce da un progetto di Pasquale Giuseppe Macrì, responsabile Area dipartimentale medicina legale e gestione della responsabilità sanitaria, con l’obiettivo di fornire consulenza e informazione ad operatori sanitari e utenti su questioni di interesse medico-legale che dovessero insorgere nella pratica clinica e su tematiche inerenti, ad esempio, il consenso e il dissenso alle cure e ai trattamenti.

L’inaugurazione del servizio di Medicina legale all’ospedale San Donato di Arezzo

“Da oggi la Medicina legale entra in ospedale fino al letto del paziente – spiega Antonio D’Urso – il progetto del professor Macrì è innovativo e per la prima volta porta i medici legali in corsia con un approccio proattivo nei confronti degli utenti fragili, spesso ignari dei propri diritti e delle possibilità che hanno a disposizione. È un progetto nel quale ho creduto fermamente sin dal primo momento perché capace di aiutare le persone, i nostri utenti, ma anche prevenire potenziali azioni legali contro il sistema sanitario. Intercettando criticità e problematiche possiamo porvi rimedio e trovare soluzioni adeguate per i nostri pazienti”.

Gli specialisti della Medicina Legale ospedaliera forniranno informazioni sulle prestazioni previdenziali disponibili (invalidità civile, indennità di accompagnamento, indennità di frequenza, stato di handicap) o per l’accesso alla certificazione di carattere medico-legale (valutazione della idoneità alla guida, certificazione di grave patologia, certificazione per rilascio di contrassegno disabili).

I medici legali entrano in corsia

Con l’attività di consulenza agli operatori sanitari si potranno evidenziare eventuali criticità nel percorso clinico-assistenziale e mettere in atto le azioni per gestire adeguatamente il rischio clinico, la sicurezza delle cure e tutelare i diritti dei pazienti e degli stessi operatori sanitari.
Le consulenze si svolgeranno il reparto di degenza, nelle stanze dedicate all’interno dell’ospedale oppure attraverso la teleconsulenza.

Abbiamo formalizzato – spiega il professor Paquale Giuseppe Macrì – quello che già in parte accadeva ma che non c’è in nessun ospedale del servizio sanitario pubblico, eccetto negli ospedali connessi alle università, e che consiste nel portare, quando occorre, i medici legali a fare consulenze al letto del paziente come avviene per gli altri specialisti come i cardiologi, gastroentorologi, neurologi. Un’attività su questioni prettamente medico legali come, ad esempio, l’espressione di consenso e dissenso, finalizzata a fare informazione su quei casi clinici che presentino rischi o problematiche medico-legali che potrebbero poi portare a contenziosi che, invece, è meglio prevenire ed evitare piuttosto che affrontare successivamente”.

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