Cultura/

Sì al ritorno dell’arte nelle chiese d’origine. Il dibattito continua

Ricollocare le opere d’arte nei luoghi per cui sono state create. La proposta di Schmidt è stata accolta positivamente dall’assessore regionale Barni e dallo storico Verdon

Santa Maria Novella - © Jacqueline Poggi CC flickr

La proposta di far restituire ai musei i dipinti affinché tornino nelle chiese, ovvero nelle loro sedi originali, ha raccolto opinioni positivi. L’idea è del direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. «Credo che il momento sia giunto» ha detto. «I musei statali compiano un atto di coraggio e restituiscano dipinti alle chiese per i quali furono originariamente creati».

La prima reazione positiva arriva dalla vicepresidente della Regione Toscana – e assessore alla cultura – Monica Barni. «Trovo che la proposta lanciata da Eike Schmidt sia di grande interesse e intelligenza» ha detto. «E la trovo soprattutto in sintonia con un orientamento che la Regione ha sempre avuto ben chiaro: la chiave è valorizzare i presidi della cultura diffusa nel territorio, anche perché così diventa più facile costruire un rapporto solido e consapevole con le comunità».

«Naturalmente – prosegue Barni – un’idea come questa richiede che si valutino e si studino accuratamente tutte le questioni relative alla sicurezza delle opere e alle condizioni della loro fruibilità. Ma è una prospettiva di lavoro seria, e tanto più lo è adesso dovendo fare i conti con la realtà creata dalla pandemia, che così pesantemente sta incidendo sulla vita culturale e sulle istituzioni della cultura. Dovremo insomma sempre di più studiare forme che consentano ai cittadini di avvicinarsi al patrimonio culturale facendo i conti con queste nuove esigenze di sicurezza individuale».

Anche sulle guide turistiche, Barni accoglie la sfida lanciata da Schmidt: «C’è tutta una riflessione da fare sui lavoratori della cultura, sulla loro formazione, sulle specializzazione, sul loro rapporto con il mondo della ricerca. La Regione non solo l’ha avviata, ma ha anche messo già a disposizione strumenti concreti come il bando per 100 giovani ricercatori, pensato per rendere più aperta e partecipata l’offerta culturale della nostra regione, ma anche di promuovere la qualificazione del capitale umano e l’occupabilità. Tutto ancora più urgente ai tempi del covid».

«Restituire i dipinti? Ritengo che sia una provocazione estremamente positiva perché la corretta lettura delle opere risulta sempre agevolata dalla loro giusta contestualizzazione». Così si è espresso anche Timothy Verdon, storico dell’arte responsabile dell’ufficio diocesano dell’Arte sacra e dei beni culturali ecclesiastici e direttore del museo dell’Opera del Duomo, che commenta le parole del direttore Schmidt.

«È una proposta rivoluzionaria, nel senso che l’indirizzo degli ultimi secoli è stato esattamente il contrario» ha aggiunto Verdon. «Di per sé è una proposta bellissima, ma nella realtà tutti capiscono che sarà molto difficile».

Secondo Verdon «anche se le autorità fossero d’accordo a quel punto lo Stato dovrebbe, nella quasi totalità dei casi, venire incontro alla chiesa affinché l’opera abbia garantita una sua sicurezza, aerazione, illuminazione e protezione. Una decisione del genere implicherebbe non solo la volontà di ridare giustizia alla storia riportando le opere nelle chiese, ma anche una disponibilità a provvedere alla sicurezza, la tutela e la conservazione dell’opera. È qualcosa di molto complesso, ma è giusto che ci sia un dibattito”. Infine secondo l’esperto, “si dovrebbe fare attenzione affinché lo spostamento delle opere non riduca le chiese a succursale del museo».

I più popolari su intoscana