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A Prato tutto pronto per “METJAZZ 2022”: sei concerti all’insegna della follia

Dal 7 febbraio al 13 marzo al Teatro Mestastasio alcuni dei più interessanti della scena jazz italiana e straniera tra omaggi prestigiosi e performance al confine con la follia musicale e non solo

La follia come forma musicale, la follia psichica che incrocia la creatività, la follia trasformata in metodo razionale, o lasciata in bilico tra ragione e abbandono, questi sono alcuni dei temi che caratterizzeranno il programma della XVII edizione di METJAZZ 2022.

La rassegna organizzata dal Teatro Metastasio di Prato metterà al centro anche la voce con un cartellone di concerti a cura di Stefano Zenni che si terrà dal 6 febbraio al 28 marzo con molti imprevedibili ospiti italiani e stranieri.

Tutti i concerti in calendario

Lunedì 7 febbraio, al Teatro Metastasio, alle ore 21 andrà in scena un concerto in cui il contrabbassista Furio Di Castri renderà omaggio a Charles Mingus. Realizzato in collaborazione con Musicus Concentus Firenze, il concerto celebra il genio di Mingus a cento anni dalla nascita, la sua energia fisica, la forza libertaria della musica, l’originale concezione compositiva intrisa di improvvisazione, l’esaltazione del valore dei singoli esecutori, la sintesi di stili in un unicum omogeneo, saldamente governato dalla personalità del leader e l’esplicita carica autobiografica di ogni nota.

Lunedì 14 febbraio, al Teatro Metastasio, alle ore 21, ci sarà il doppio concerto che celebra Craig Taborn come uno dei pianisti ai vertici della musica contemporanea, soprattutto nelle esecuzioni in solitudine, e un quartetto senza pianoforte di eccellenti solisti assemblato dal batterista Enrico Morello. Dapprima, dunque, l’esecuzione in esclusiva italiana di Shadow Plays di Taborn esalterà strutture basate su cellule melodiche, concrezioni armoniche spigolose e articolazioni formali rigorose aperte dall’improvvisazione a sviluppi e direzioni sorprendenti, che sparigliano i percorsi programmati. A seguire con Cyclic Signs, il quartetto di Morello – con lui sul palco ci saranno Francesco Lento alla tromba, Daniele Tittarelli al sax alto e Matteo Bortone al contrabbasso – metterà in moto strutture melodico-ritmiche ispirate alla musica africana, cicli musicali polifonici che danzano, in cui le forme rigorose si affacciano, in virtù della danza e del ritmo, su voragini improvvise.

Lunedì 21 febbraio al Teatro Metastasio, alle ore 21 un altro doppio concerto che alternerà la voce di Cristina Zavalloni ai clarinetti di Mirco Mariottini in un eccezionale quartetto. Ad inizio serata, con Di Rota e altre canzoni il pianista Manuel Magrini accompagnerà l’eclettismo vocale di Cristina Zavalloni in un viaggio nella canzone, tra brani d’autore e composizioni originali. Poi il Mirco Mariottini Quartet – oltre a Mariottini al clarinetto e clarinetto basso, Alessandro Lanzoni al pianoforte, Guido Zorn al contrabbasso e Paolo Corsi alla batteria – dedicherà alla memoria di Alessandro Giachero, che di questo quartetto era parte, un omaggio alla figura di Ipazia, vista come il simbolo della forza, intelligenza e determinazione della donna nel mondo antico.

Lunedì 28 febbraio, al Teatro Metastasio, alle ore 21, andrà in scena una serata tutta vocale e tutta toscana, con la doppia esibizione dei Flor de Sons e del Sara Battaglini Sestetto. Dapprima, con un repertorio che spazia dal tango allo choro, dal fado al flamenco, i Flor de Sons: Lorenzo Sansoni, voce e elettronica, Adrian Fioramonti, chitarra elettrica ed acustica, Vittorio Fioramonti, seconda voce, basso fretless e contrabbasso, armonica cromatica. A chiusura della serata, ad esplorare in Vernal Love la fragilità dei sentimenti e la lucida dolcezza dell’arte sarà la dimensione sommessa, onirica e lirica della voce di Sara Battaglini intrecciata al ricco e originale tessuto strumentale elettro-acustico del suo sestetto – con lei sul palco Jacopo Fagioli alla tromba e flicorno, Beppe Scardino al sax baritono e clarinetto basso, Simone Graziano al pianoforte, Rhodes e synth, Francesco Ponticelli al basso elettrico e Bernardo Guerra alla batteria.

Lunedì 21 marzo, al Teatro Metastasio, alle ore 21 uno dei più noti cantanti jazz/sperimentale oggi attivi in Italia, John De Leo, darà vita a La follia dei generi con il quartetto Jazzabilly Lovers – con De Leo anche Enrico Terragnoli alla chitarra, Stefano Senni al contrabbasso e Fabio Nobile alla batteria –, un concerto in cui la voce e gli strumenti giocano a fare capriole, a spiazzare, a saltare da uno stile all’altro. Sul palco, la voce di De Leo spazierà tra sconcertanti e divertenti accoppiamenti tra rock’n’roll e jazz, Elvis Presley e John Coltrane, gli Stray Cats e gli standard, mentre gli strumentisti spingeranno la musica in direzione ora più rock, ora jazz, ora più hillbilly, ora free.

Lunedì 28 marzo, al Teatro Metastasio, alle ore 21, il sassofonista e compositore Pietro Tonolo indagherà insieme all’Orchestra della Camerata Strumentale Città di Prato la possibile relazione tra improvvisazione di derivazione jazzistica e linguaggio legato alla tradizione classica occidentale, in particolare barocca, le cui affinità con il jazz sono piuttosto evidenti: il basso continuo, l’improvvisazione e i giri armonici della Follia (una danza popolare di origine afro-portoghese in voga tra XVI e XVII secolo) su cui si danzava e ci si abbandonava fino a raggiungere uno stato di folle esaltazione.

METJAZZ OFF: gli eventi collaterali

Domenica 6 febbraio, presso la Biblioteca Lazzerini, alle ore 11 ci sarà la presentazione del libro a fumetti “Mingus”, di Squaz e Flavio Massarutto, un libro a fumetti che affronta in modo originale la figura complessa e sfaccettata di Charles Mingus. Non una biografia tradizionale ma una sorta di viaggio nelle tante dimensioni psichiche, biografiche e artistiche del grande contrabbassista, esplorata insieme a Massarutto, sceneggiatore della storia.

Sabato 13 marzo, presso la Scuola di musica Verdi, alle ore 11 una conferenza di Stefano Zenni illustrerà il Viaggio nel capolavoro: Fables of Faubus di Charles Mingus analizzando passo passo la storia, il contesto e gli esiti musicali del celebre brano del Mingus “politico”, ispirato a un episodio di razzismo istituzionale nel 1957, che si trasformò anche in un campo di sperimentazione formale e improvvisativa senza precedenti.

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