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Firenze piange Andrea Mi: il ricordo del suo amico Don Pasta

È morto uno dei dj più amati della scena fiorentina, giornalista, docente, speaker radiofonico

Andrea Mi

Dopo una lunga e grave malattia è morto a Firenze Andrea Mi dj, speaker radiofonico, giornalista, docente che per più di 20 anni ha animato con i suoi dj set la scena fiorentina fino all’ultima serata il 28 febbraio, dopo il live dei Calibro 35 alla Flog, poco prima della quarantena.
Laureato presso la Facoltà di Architettura di Firenze, Andrea Mi era un esperto di musica, video e nuovi media. Scriveva su testate specializzate e collaborava con numerosi festival dedicati alle arti digitali, insegnava presso LABA e IED a Firenze e Fondazione Fotografia a Modena. Salentino di nascita ma ormai fiorentino d’adozione, era noto soprattutto per la sua attività di dj radiofonico curando, dal 1993, trasmissioni e dj-set sull’emittente toscana Controradio Popolare Network. Nel 2006 è andata in onda la prima puntata del suo programma Mixology, una trasmissione radiofonica che in pochissimo tempo è diventato un punto di riferimento per tutti gli appassionati della dance e dell’elettronica di ricerca. Negli anni ha messo i dischi in alcuni dei migliori club italiani e internazionali tra Spagna, Grecia, Albania, Kosovo. Assieme a Numa Crew, Zion Train e Backwords ha fatto parte della scuderia Elastica Records. Era inoltre resident dj della storica Vibranite all’Auditorium Flog e della One Night _Underpop al Tenax di Firenze oltre che degli appuntamenti Disco_nnect in tour per l’Italia. Ha condiviso il palco con artisti come Coldcut, Kode9, Daddy G, Tricky, Jazzanova, Soul Jazz Sound System, Lee Scratch Perry e molti altri.

Ecco la nostra intervista al suo carissimo amico Daniele De Michele, in arte Don Pasta.

Come vi siete conosciuti?
Siamo entrambi salentini, eravamo tutti e due animatori della scena delle feste salentine. Ci siamo incontrati quando abbiamo cominciato a seguire le Dance Hall dei Sud Sound System a fine anni ’90. Eravamo assidui frequentatori di queste feste memorabili, animati dalla voglia di divertirci in modo nuovo. Questo nucleo originario di dj salentini amanti della natura e della musica giamaicana è stato il punto di partenza per un percorso che molto spesso abbiamo condiviso.

Tutti quando parlano di lui parlano della sua grande gentilezza, questa cosa mi ha colpito
Nell’intimità dell’amicizia era anche una persona molto esigente, a volte spigolosa. Aveva una grande generosità, Andrea concepiva il lavoro come un’enorme rete da mettere in comune, lui ha condiviso sempre tutti i suoi contatti. Io ho cominciato come Don Pasta, nessuno mi conosceva, la città dove ho potuto fare più spettacoli è stata Firenze grazie a lui. Come me, altre centinaia di artisti hanno potuto sfruttare la sua generosità. Era oltre ogni aspettativa, gli altri avevano meno questa idea che bisognasse condividere esperienze, contatti e tutto il resto. Lui aveva la mania della condivisione, era così che lavorava, una cosa sorprendente e unica.

Io ho conosciuto Andrea Mi soprattutto attraverso i suoi dj set che ho ballato alla Flog, al BUH, in tanti altri locali e serate fiorentine e ho sempre avuto l’impressione che musicalmente fosse una persona coltissima
Secondo me lui era uno dei più grandi cultori di musica al mondo, il suo Mixology è una piattaforma da cui la gente scaricava i podcast da tutto il mondo. Lui univa due cose: primo una grande conoscenza della storia della musica, ma anche dell’architettura, della filosofia orientale, dei visual, e delle culture metropolitane. A lui interessava tutto e per lui la musica faceva parte di una conoscenza ‘alta’. Secondo non si accontentava mai, era perennemente alla ricerca di novità, perennemente. Al punto che Daddy G (Massive Attack) ogni volta che facevano un dj set insieme, lui era la star e Andrea la ‘spalla’, gli diceva sempre ‘dammi tutta la musica che stai suonando’ perchè nessuno era sul pezzo come lui.

Ti faccio un’ultima domanda ti ricordi l’ultima volta che vi siete parlati?
Ci sono due momenti importanti. Piano piano sentivo che le cose non stavano andando bene, quindi un mese fa da Roma sono andato a trovarlo. Durante l’arco della sua malattia mi è successo spesso di prendere il treno ed andarlo a trovare quando i momenti erano complicati, anche nella gestione familiare. Sono andato un mese fa, la cosa meravigliosa è che ho potuto assistere a una sua lezione di architettura allo IED. Era sorprendente come lui nonostante tutti i dolori, le fatiche, le frustrazioni continuava imperterrito, come se nulla fosse. Questa cosa del lavoro e dell’educazione lo alimentava. E poi ci siamo sentiti il giorno in cui lo hanno ricoverato, ci siamo scambiati musica come se nulla fosse, questa cosa mi ha un po’ fregato, perchè l’ho presa un po’ sotto gamba. Gli ultimi messaggi lasciavano sperare, perchè lui era molto forte.

Ti posso chiedere che canzoni vi siete scambiati?
La mia era di Pharoa Sanders si chiama ‘Japan’ perchè lui amava molto la cultura giapponese. Lui invece ci teneva a parlarmi di questo giovane musicista dell’Angola che ha 25 anni e si chiama Nazar. Uno degli ultimi articoli che ha scritto per ‘Sentireascoltare’ era su di lui. Andrea ha scritto sul suo disco che si chiama ‘Guerrilla’. Fino all’ultimo ha unito la ricerca sulle nuove musiche, i nuovi mondi, come forma di ribellione, rivolta e trasformazione del mondo. 

Per ascoltare la musica di Andrea Mi:
https://www.mixcloud.com/andrea_mi/stream/
https://soundcloud.com/andrea-mi…

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