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L’attentato a Kabul e il dramma afgano. La testimone: “C’è sangue ovunque”

L’attentato all’aeroporto di Kabul ha causato 90 morti e 160 feriti. Mentre si stanno pre chiudere i ponti aerei, la Toscana continua ad accogliere i profughi. Drammatiche le testimonianze di chi è ancora là

Un fermo immagine tratto da un video della emittente Al Arabiya mostra i soccorsi ai feriti dell’attentato fuori all’aeroporto di Kabul, 26 agosto 2021 - © ANSA / AL ARABIYA

Come se non bastassero già i morti, le violenze e le repressioni. Come se non fosse sufficiente neppure l’immagine di persone che volano in cielo dopo essersi aggrappati alle ruote degli aerei nel disparato tentativo di fuggire. Stavolta a spargere sangue e terrore all’aeroporto di Kabul è stato un attentato kamikaze, poi rivendicato dall’Isis. Il bilancio è di almeno 90 morti, tra cui 13 militari americani, e circa 160 feriti. Il presidente Usa Biden, in lacrime, ha detto che il paese è pronto “a inviare altre truppe, se necessario” e che “l’evacuazione va avanti”. Oltre 100 mila finora le persone tratte in salvo dal Paese asiatico coi ponti aerei dal 14 agosto. Dal Regno Unito il ministro della difesa britannico, Ben Wallace, ha annunciato che l’operazione di evacuazione si concluderà “tra poche ore”. Lo stesso sarà per l’Italia, che con la partenza dell’ultimo C-130 da Kabul chiuderà il ponte aereo con l’Afghanistan.

La condanna dell’Italia, l’accoglienza della Toscana

“Condanno questo orrendo e vile attacco contro persone inermi che cercano la libertà” ha detto il Presidente del Consiglio Mario Draghi. “Ringrazio tutti gli italiani che si prodigano in questo straordinario sforzo umanitario per salvare i cittadini afgani”. Anche la Toscana si sta adoperando per l’accoglienza dei profughi. Per il momento ne ospiterà 219 e successivamente saranno valutate altre azioni da mettere in atto. “Di fronte a questa gravissima situazione, la Toscana vuol fare la sua parte” ha detto il Presidente della Regione, Eugenio Giani.

“Ci sono molti morti vicino a me e il canale è diventato color sangue”

Il racconto

Intanto ci arrivano agghiaccianti testimonianze. “Ci sono molti morti vicino a me e il canale è diventato color sangue”. È quello che una giornalista e attivista afghana, incinta di sette mesi e con due bambini piccoli, ha raccontato a Cospe, ong toscana con cui ha collaborato. “È l’ultima delle ragazze che avrebbe dovuto entrare con il nostro gruppo e che purtroppo è rimasta fuori dal gate dell’aeroporto di Kabul durante l’esplosione suicida” raccontano dall’associazione. L’attentato arriva al culmine di giornate tragiche in cui abbiamo cercato di portare in salvo quante più persone possibile tra i nostri collaboratori e collaboratrici e le loro famiglie. Dopo poco avevamo saputo che finalmente una buona parte erano finalmente riusciti a entrare all’aeroporto, spostandosi proprio da quell’Abbey Gate dove ora si contano le vittime. Si tratta di un gruppo di circa 30 persone tra cui una decina di bambini. Tra loro anche il gruppo delle calciatrici che erano partite da Herat lunedì mattina all’alba, e delle cicliste, seguite in Italia dall’associazione Road to Equality. Ora sono al sicuro, con cibo e acqua e in attesa di un volo per arrivare in Italia, di cui però ancora non abbiamo notizie certe”.

Una scelta di civiltà

Sull’accoglienza dei profughi afghani in Toscana, il governatore Eugenio Giani ha detto di avere “negli occhi le persone che scendevano dal primo pullman, tutti con una grande dignità. Non si parla di profughi – ha proseguito – ma di persone che nel rispetto dei loro diritti di libertà e di valorizzazione della persona umana chiedono un diritto d’asilo che un Paese civile e una regione di grande civiltà come la Toscana non poteva rifiutare. Ho negli occhi anche i bambini disorientati, usciti dall’autobus. Hanno mostrato il sorriso quando i volontari della Croce Rossa gli hanno portato una cesta con tutte caramelle, dolci. In quel gesto vedevo nei loro occhi il futuro. Come toscano mi sento orgoglioso di sapere che possiamo aiutare queste persone a costruire un futuro che sarà traumatico per il modo con cui hanno lasciato la loro terra, ma con speranza”.

Storie agghiaccianti

“Stiamo dimostrando con i fatti e con gli atti la nostra ferma contrarietà al regime talebano e la nostra vicinanza a coloro, in particolare donne e bambini, che stanno cercando altrove una nuova speranza di vita e di futuro” ha commentato il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo. “Gli stessi profughi arrivati in Toscana ci hanno raccontato storie agghiaccianti di violenza e di bambine rapite alle famiglie per darle in sposa ai miliziani”.

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