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“Conchiglia”, la baby caretta caretta trovata a febbraio è tornata in libertà. Guarda il video

L’esemplare neonato di caretta caretta era stato ritrovato a San Vincenzo. Grazie alle cure del Centro di Recupero e Riabilitazione per tartarughe marine dell’Acquario di Livorno e di Genova la caretta caretta è tornata in mare

Il momento della liberazione - © arpat

Era l’11 febbraio quando al bagno “La Conchiglia” di San Vincenzo fu avvistato il terzo caso di neonato di caretta caretta, presumibilmente nato lungo le coste toscane durante la scorsa stagione riproduttiva giugno-ottobre 2020.

A distanza di quattro mesi,  oggi, 25 giugno, grazie alle cure ricevute dal Centro di Recupero e Riabilitazione per tartarughe marine dell’Acquario di Livorno e di Genova la caratta caretta è finalmente tornata in libertà.

Ecco il video della liberazione in mare


Si tratta di un evento unico, la baby tartaruga, soprannominata “Conchiglia” (dal nome dello sabilimento dove fu trovata e salvata) è stata rilasciata in mare, calata dall’imbarcazione della Capitaneria di Porto di San Vincenzo, a cura dello staff acquariologico e veterinario degli Acquari di Livorno e Genova, punto informativo dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità, in collaborazione con Università di Siena, ARPAT Settore Mare, Regione Toscana e grazie alla preziosa collaborazione dell’amministrazione comunale di San Vincenzo.

Oggi la piccola tartaruga pesa 330 grammi, nei mesi al Centro di Livorno è cresciuta di alcuni centimetri raggiungendo una lunghezza del carapace di 13 centimetri, una larghezza di 13 cm e una lunghezza totale di 15 cm.

Quando fu avvistata per la prima volta pesava poco più di 70 grammi. Nello stesso giorno fu ritrovato un altro esemplare di baby Caretta caretta a Marina di Bibbona. Anche questo fu trasportato all’Acquario dove già da qualche giorno era stata portata la prima baby tartaruga recuperata a Baratti l’8 febbraio. Delle tre tartarughe però solo Conchiglia è riuscita a superare la fase più critica, le altre due sono purtroppo morte di polmonite nelle prime settimane di ricovero.

Conchiglia è stata dotata di microchip per poterla identificare così da poter essere monitorata. Il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze sta portando avanti studi approfonditi per capire eventuali gradi di parentela sulle tre piccole tartarghe e su alcune uova con embrioni non completamente sviluppati ritrovate nei nidi della scorsa estate.

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