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Da Firenze il nanosatellite che raccoglie i detriti spaziali con una vela stampata in 3D

Il nanosatellite lanciato a maggio 2022 ha dispiegato con successo il suo dispositivo di trascinamento, una innovativa drag sail in poliamide Kapton stampata in 3D

Nel maggio 2022 un nanosatellite è stato lanciato su un Falcon 9 della Space X a 550 chilometri di quota.

Il piccolo satellite è dotato di una speciale vela realizzata con materiali innovativi che ha dimostrato di essere una tecnologia promettente per riuscire, in futuro, a ridurre il problema dei detriti spaziali in un’orbita sempre più affollata da minuscoli satelliti.

La tecnologia innovativa è stata sperimentata a bordo del cubesat Sbudnic, costruito dagli studenti dell’americana Brown University con la collaborazione scientifica dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr-Iia) di Firenze e il supporto dell’azienda D-Orbit, oltre ad Amsat-Italia, dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale di Sapienza Università di Roma.

A distanza di quasi un anno l’esperimento è riuscito: l’istituto del Cnr di Firenze arreso noto che il nanosatellite ha dispiegato con successo il suo dispositivo di trascinamento, una innovativa drag sail in poliamide Kapton stampata in 3D progettata per aumentare la resistenza aerodinamica del satellite e accelerarne il decadimento orbitale dai nominali 25-27 anni a soli 5 anni, riducendo i tempi di rientro del satellite dell’80%.

Il dispositivo di trascinamento funziona come un paracadute per rallentare gradualmente il satellite.

“Sbudnic ha centrato il suo principale obiettivo, cioè dimostrare che le sinergie con realtà industriali come D-Orbit rendono il New Space effettivamente più accessibile per l’Università e la ricerca, a tutto vantaggio del progresso scientifico e tecnologico nell’esplorazione spaziale e nello sviluppo sostenibile di nuove capacità di osservazione della Terra”, afferma Lorenzo Bigagli, coordinatore del progetto per il Cnr e ricercatore della sede di Firenze di Cnr-Iia.

“D-Orbit è orgogliosa di aver collaborato con il Cnr-Iia a supporto degli studenti di Brown University in questa missione innovativa volta alla riduzione dei detriti spaziali in orbita”, le parole di Matteo Lorenzoni, Head of Sales di D-Orbit.

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