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Evo 2.0, la filiera dell’olio toscano si arricchisce del frantoio recuperato

Nel corso degli ultimi tre anni oltre 2 milioni di euro d’investimenti, 60 agricoltori e tre province coinvolte: Prato, Firenze e Pistoia

Il progetto 2.0 per l’extravergine toscano ‘dal vivaio alla tavola’

Evo 2.0 è la filiera dell’extravergine toscanodal vivaio alla tavola’. Il progetto che punta a tutelare la biodiversità genetica toscana. Viene favorito l’utilizzo delle cultivar di olio autoctone. Viene assicurata inoltre una particolare attenzione in difesa del paesaggio olivicolo. Ecco quindi che si procede al recupero di oliveti abbandonati e alla realizzazione di nuovi impianti certificati.

Un nuovo frantoio con pietre recuperate

Il progetto è coordinato dalla rete di Coldiretti Pistoia e nel corso degli ultimi tre anni i risultati non sono mancati.  Ha aperto i battenti un nuovo frantoio a Sieci di Pontassieve, nato nell’ambito di Evo 2.0 a cura dell’azienda agricola La Gramigna. Impianto con una particolarità: realizzato con pietre recuperate.

Il progetto 2.0 per l’extravergine toscano ‘dal vivaio alla tavola’

Evo 2.0, il futuro dell’olivicoltura

Con Evo 2.0 abbiamo investito, formato, fatto ricerca e innovato in frantoio e in uliveto. Abbiamo messo insieme una serie di attività ‘replicabili’ per dare futuro all’olivicoltura della Toscana” sottolinea Gianfranco Drigo, direttore di Coldiretti Pistoia.

L’occasione per fare il punto sul da farsi è stato l’incontro “l’Evo degli Ulivi 2.0, abbiamo piantato il futuro”. Hanno partecipato all’iniziativa Gennaro Giliberti, dirigente della Regione Toscana per il settore agricoltura, Fabrizio Filippi presidente di Coldiretti Toscana e del consorzio di tutela IGP Toscano, Marco Niccolai, consigliere regionale; Filippo Pratesi assessore del comune di Pontassieve.

Tre anni di risultati per Evo 2.0

Nella sala con frantoio a vista, i protagonisti del progetto Evo 2.0 hanno raccontato con parole e video esperienze e risultati scientifici. “L’incontro ha concluso la prima fase di realizzazione dell’idea ispiratrice di Evo 2.0 –sottolinea Drigo-. Una fase fatta di amore per le specie olivicole autoctone della Toscana e ricerca di sostenibilità ambientale ed economica. Obiettivi raggiunti tramite la ricerca dell’eccellenza qualitativa dell’extravergine. Un prodotto ben raccontato grazie a comunicazione e packaging capaci di risaltare la bontà del prodotto”.

Il progetto 2.0 per l’extravergine toscano ‘dal vivaio alla tavola’

L’esordio sul mercato di Evoca

Ora le attività proseguono grazie alla rete di imprese Filiera Toscana Olio Fi.T.O. che ha messo sul mercato Evoca Toscano IGP: l’extravergine che fa bene. Un olio che è già entrato nella lista dei migliori IGP della Toscana.

Oltre 2 milioni di investimenti

Evo 2.0 in tre anni di attività (rallentate dall’emergenza covid) ha visto decine di incontri formativi e di coordinamento, investimenti per migliorare ed rinnovare uliveti e i frantoi. Un totale di investimenti di oltre 2,3 milioni di euro.

I numeri del progetto Evo 2.0

Più di 60 i soggetti coinvolti. La maggior parte sono aziende agricole delle province di Pistoia, Prato e Firenze, con frantoi, vivai olivicoli e centri di ricerca. Molte aziende agricole hanno investito risorse proprie, oltre a utilizzare i finanziamenti Ue, nell’ambito del Psr di Regione Toscana.

Tra questi investimenti da segnalare il frantoio de La Gramigna di Renata Conti, costruito nel conteso dell’uliveto aziendale con vista Arno, a Sieci. Adotta una tecnologia di ultima generazione ‘che estrae tutta la qualità dalle olive’. La struttura si integra nel paesaggio delle colline a sud di Firenze, rivestito da pietre locali recuperate dalla demolizione di altre strutture.

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