Cultura /

Fabbrica Europa si fa in due: a San Gimignano e Firenze doppio cantiere sui linguaggi contemporanei

Dal 20 al 22 agosto si terrà a Sa Gimignano “Orizzonti Verticali – Arti Sceniche in Cantiere”, mentre il festival internazionale “Fabbrica Europa” sarà a Firenze dal 2 settembre al 17 ottobre

Fondazione Fabbrica Europa è un cantiere permanente interdisciplinare e interculturale che ha come obiettivo la valorizzazione di espressioni artistiche innovative e creazioni che esplorano il melting pot tra i linguaggi diversi come danza, teatro, musica, arti visive, ma anche il loro intreccio con le nuove tecnologie, la multimedialità, la scienza, senza dimenticare le suggestioni che derivano dalla memoria e dalle tradizioni.

Dopo il 2020, anche il 2021 è un anno di transizione: i condizionamenti legati all’emergenza sanitaria hanno inevitabilmente inciso sulla progettualità determinando necessarie trasformazioni e rimodulazioni che stanno tracciando un percorso alla scoperta di nuove energie e visioni.

Fondazione Fabbrica Europa si dividerà quest’anno su due progetti cardine: “Orizzonti Verticali – Arti Sceniche in Cantiere” a San Gimignano dal 20 al 22 agosto  e “Fabbrica Europa” il festival internazionale dedicato ai linguaggi contemporanei che sarà a Firenze dal 2 settembre al 17 ottobre 2021, una delle vetrine e fucine più interessanti del panorama nazionale e internazionale, con la partecipazione di artisti provenienti da oltre 100 diversi paesi europei ed extraeuropei.

Ina Christel Johannessen, foto di Yaniv Cohen

Orizzonti Verticali – Arti Sceniche in Cantiere

Dal 20 al 22 agosto a San Gimignano si terranno tre giorni performativi tra teatro, danza, installazioni e presentazioni di libri, con la direzione artistica di Tuccio Guicciardini e Patrizia de Bari, a cura della Compagnia Giardino Chiuso e Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee.

Nei “giardini chiusi” di OV21 si potranno incontrare artisti e pensatori di diversa estrazione artistica, tutti gli appuntamenti saranno pensati per poche persone e avranno una suggestione particolare perché incastonati in luoghi segreti e quindi idealmente protetti.

Tra gli eventi principali Giancarlo Cauteruccio con la Compagnia Teatro Studio Krypton in L’ultimo nastro di Krapp. Annibale Pavone e Sebastiano Geronimo con Il Processo a Soghomon Tehlirian che ripropone il massacro armeno perpetuato dai Turchi; lo spettacolo è patrocinato dall’Ambasciata Armena in Italia e dall’Associazione Unione Armeni d’Italia. Il Giardino Scabia, un ricordo poetico di Giuliano Scabia e della sua arte.

Tra i performer si segnalano: Sebastiano Pelli con Last call for humanity, spazio performativo di sperimentazione artistica e Irene Pittatore con la performance “Vasca a remi” e la video installazione “Covid 19 isolation journal”. Per la danza: Marta Bevilacqua con Homing (Compagnia Arearea, prima regionale).

Interverranno 10 pianisti per dare voce alla musica. Tra i tanti, i musicisti dell’Accademia Chigiana. Il collegamento in diretta web con il Festival Lusenstock – ripartire dall’Arte, Domodossola, curato da Alberto Fortis, un gemellaggio indispensabile per il dialogo tra i linguaggi dell’arte.

Shantala Shivalingappa, foto di C. Aglae Bory

Festival Fabbrica Europa

La XXVIII edizione del Festival Fabbrica Europa dal 2 settembre al 17 ottobre a Firenze traccia un percorso che attraversa i processi creativi di artisti internazionali e nazionali, dai grandi maestri alle nuove generazioni, nel segno di una continua e significante trasformazione dei territori espressivi, esistenziali, ambientali, sociali, culturali. Un’indagine sulla forza degli elementi della natura e sulle risonanze delle mutazioni visibili e invisibili dell’essere umano che ne derivano.

Aprono il festival il 2 settembre, sulle acque dell’Arno, i francesi ilotopie con DéRives – Un spectacle fluvial emporté par le courant: guidato da un suonatore di galoubet, un popolo di 100 sagome trasparenti discende il fiume, abitandolo come ondeggianti chimere luminose o anime trasportare dalla corrente.

Pluralità di prospettive, forme di ascolto e attenzione in All in All, progetto del canadese Benoît Lachambre che il 4 e 5 settembre comprende una residenza, un workshop e le performance in collaborazione con il messicano Ricardo Rubio e il libanese Charlie Prince che, agite in una dimensione temporale espansa, mettono in gioco la politica dello sguardo dello spettatore. Un viaggio in territori diversi, un invito a percepire i flussi di un’azione che riunisce diverse culture in un dispositivo coreografico dalle molteplici sfaccettature.

La coreografa Ina Christel Johannessen con la Compagnia zero visibility corp in When Monday Came indaga il tema della sopravvivenza in relazione a calamità naturali che causano trasformazioni del corpo e della vita. Cosa succede alle persone quando il loro ambiente brucia? Quando c’è il fuoco, c’è la cenere che in alcune culture è fonte di purificazione e connessione con un’altra vita. Al Teatro Studio di Scandicci, il 9 e 10 settembre.

Così in aSH di Compagnie 111 (Francia) diretta da Aurélien Bory con protagonista Shantala Shivalingappa che incarna la figura di Shiva, dio creatore e distruttore, signore dei luoghi della cremazione. La straordinaria danzatrice indiana con la sua energia ritmica e vitale danza su una coltre di cenere, simbolo di morte e di rinascita, accompagnata dai battiti del percussionista Loic Schild. Al Teatro Era di Pontedera, il 9 e 10 ottobre.

Doppia presenza per il coreografo Alessandro Sciarroni: TURNING_Orlando’s version, creazione che ammicca alla danza classica e al lavoro sulle punte in un’azione del corpo che ruota intorno al proprio asse rimandando al concetto di evoluzione e trasformazione al Parco delle Cascine il 3 e 4 settembre. Sciarroni è in residenza al PARC e allo Sferisterio delle Cascine per portare avanti il progetto prodotto da Fabbrica Europa che trae origine dall’antico gioco del Pallone al bracciale e che sfocerà in una creazione originale con debutto al Festival 2022. Un’operazione artistica di reinvenzione contemporanea che mira a rivivificare il rituale di una tradizione fiorentina e di un’esperienza collettiva.

Sperimentazione di stili, identità, culture, tra storia e memoria, nella rilettura originale e contemporanea di Chiara Bersani (L’Animale), Camilla Monga (Swaën) e Collettivo Mine (Living like I know I’m gonna die), originata da un’opera senza tempo: “La morte del cigno”. Il progetto Swans never die vede coinvolti partner nazionali e internazionali in un’ampia rete di coproduzioni e collaborazioni al Teatro Cantiere Florida, il 22 settembre.

Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi – © Costanza Baldini

I concerti

La sezione musica del festival si sviluppa a partire dalla dimensione aperta del Parco delle Cascine, nel cuore del Giardino dell’Istituto Agrario che accoglie le sonorità travolgenti della giovane cantautrice sudafricana di base a Berlino Alice Phoebe Lou, conosciuta in tutto il mondo per la sua voce ipnotica, per un raffinato tessuto sonoro in cui indie e folk si incontrano e per l’approccio contagioso e libero dagli schemi dopo anni “on the road” tra Parigi, Amsterdam e Berlino il 3 settembre.

Musiche da danzare: da Aka Moon ad Alain Platel con protagonista il compositore fiammingo Fabrizio Cassol affronta le dinamiche del comporre musica per la danza contemporanea e produzioni multidisciplinari, in un incontro coordinato dalla musicologa Luisa Santacesaria il 5 settembre.

La voce potente di Cristina Zavalloni con For the Living – acustico, progetto nato dal sodalizio con il produttore norvegese Jan Bang e restituito in chiave intima e site specific nella produzione firmata Fabbrica Europa vedrà in scena la cantante insieme a Simone Graziano al pianoforte, Cristiano Arcelli al sax e Francesco Ponticelli al contrabbasso l’8 settembre.

Fonterossa Open Orchestra, diretta dalla contrabbassista Silvia Bolognesi, nella nuova produzione Mingus Mingus Mingus omaggia la musica del grande compositore afroamericano con il coinvolgimento di 35 musicisti da tutto il territorio toscano, in coproduzione con Pisa Jazz il 6 settembre.

Al Teatro Puccini tre proposte internazionali: il trombettista norvegese della scuderia ECM Nils Petter Molvær incontra il percussionista Mino Cinelu, noto per le collaborazioni prestigiose a partire dall’eterno Miles Davis, per un concerto raffinato e trascinante realizzato in coproduzione con Empoli Jazz il 13 settembre. Il concerto in solo del “profeta del piano” di origine ucraina Lubomyr Melnyk in cui emerge la capacità di creare un processo sonoro ininterrotto di note che scorrono velocissime per un fluire connesso alla natura, vera ispiratrice della sua arte il 15 settembre. Infine il 18 settembre il progetto Time-blind nato dalla collaborazione tra la giovane compositrice elettronica Caterina Barbieri e l’artista visivo Ruben Spini che insieme esplorano il senso dell’estasi e il rapporto tra percezione, spazio e tempo.

Le composizioni elettroniche di Caterina Barbieri incontrano anche la danza in lf, If, If, Then di Jacopo Jenna, opera per tre danzatori che ricolloca grammatiche diverse di movimento, tra street dance e pratiche performative contemporanee. A seguire, Evento di e con Jari Boldrini e Giulio Petrucci al PARC il 2 e 3 ottobre.

Tra danza e musica anche Il segreto di e con la coreografa Luisa Cortesi e il sassofonista Dimitri Grechi Espinoza in un viaggio alla ricerca dell’origine di ogni gesto e di ogni suono al Parco delle Cascine il 4 settembre.

Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi in un flusso di musica e parole, racconteranno ed evocheranno la creazione di una delle pietre miliari del rock italiano, 17 RE. A 35 anni dalla pubblicazione e a 40 dalla formazione dei Litfiba, i due musicisti ci portano nel cuore del secondo capitolo della “trilogia del potere”, per fotografare anche un momento molto particolare della musica indipendente italiana al PARC il 24 settembre.

Informazioni sull’evento:

Tutti gli eventi nel calendario di
I più popolari su intoscana